Apple e Google hanno annunciato nella giornata di oggi l’avvio di una nuova collaborazione che mira ad affrontare il problema del tracciamento indesiderato. C’entrano gli AirTag e i localizzatori Bluetooth simili che più volte sono stati al centro di diverse polemiche per utilizzi impropri, principalmente per stalking e furti, localizzatori nati come dispositivi con cui trovare più facilmente chiavi, borse, e altri oggetti personali. Per questo motivo, le due aziende hanno presentato un insieme di criteri con cui provare a far fronte al problema. Per ora si tratta di una bozza, ma dovrebbe essere pronta entro la fine dell’anno, una funzione che fornisca avvisi di tracciamento indesiderato pensata sia per dispositivi Android che per iOS chiaramente.

Il piano di Apple e Google per contrastare il tracciamento indesiderato

Apple sta affrontando la questione da tempo; basti pensare alle novità antistalking per AirTag annunciate a febbraio dello scorso anno. Ma stavolta il piano è più grande e partecipato, nel senso che questa collaborazione con Google mira a combattere l’uso improprio dei dispositivi di localizzazione integrando una futura soluzione utilizzabile su qualsiasi smartphone, pertanto sia iOS che Android.

Nel comunicato stampa pubblicato oggi, si parla di una funzione di rilevamento con avvisi di tracciamento indesiderato, anche per i localizzatori di Samsung, Tile, Chipolo, eufy Security e Pebblebee, aziende che si sono dichiarate favorevoli alla proposta di Apple e Google in questione.

“Questa nuova specifica si basa sui sistemi di protezione di AirTag e, grazie alla collaborazione con Google, rappresenta un passo in avanti fondamentale per aiutare a combattere il tracciamento indesiderato su iOS e Android” ha detto Ron Huand, vicepresidente di Apple Sensing and Connectivity. Soprattutto perché oltre a integrare i feedback dei produttori di questi localizzatori, hanno le due Apple e Google hanno previsto che allo sviluppo partecipino anche vari gruppi di sicurezza e difesa.

La National Network to End Domestic Violence (NNEDV), un’importante organizzazione no-profit americana impegnata nella lotta contro la violenza domestica ha accolto con favore la collaborazione sottolineando, per voce della direttrice senior del progetto Erica Olsen, che “questi nuovi standard ridurranno al minimo le possibilità di abuso di questa tecnologia e limiteranno la necessità di rilevare tracker indesiderati da parte delle potenziali vittime. Siamo grati per questi sforzi e non vediamo l’ora di continuare a lavorare insieme per affrontare il tracciamento indesiderato e l’uso improprio di questi dispositivi”.

Per ora la chiave, la soluzione di Apple e Google contro stalking, furti e molestie che mira a rendere AirTag e i localizzatori Bluetooth più sicuri da usare è stata presentata come bozza tramite l’IETF (acronimo di Internet Engineering Task Force, un organismo internazionale che sviluppa e promuove standard Internet). Terminati i test il prossimo passo è l’implementazione di quello che dovrebbe essere uno standard che entro la fine del 2023 permetta alle future versioni di iOS e Android di integrare una funzione che avvisi potenziali tracciamenti indesiderati.

Ma ne sapremo di più già fra qualche giorno in occasione del Google I/O 2023, occasione in cui non escludiamo che Big G presenti un’alternativa ad Apple AirTag tutta sua.

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