La nuova collaborazione annunciata da Mark Zuckerberg mette insieme Meta e BMW Group e prospetta un utilizzo di realtà virtuale e realtà aumentata in auto: i sensori di una vettura sono stati collegati ad un visore Quest Pro per consentire agli oggetti virtuali di spostarsi di pari passo con l’auto.
Meta e BMW insieme: AR e VR in auto
Nella giornata odierna, 17 maggio 2023, Meta e BMW hanno annunciato i progressi del proprio lavoro gomito a gomito per far approdare le esperienze della realtà virtuale e della realtà aumentata direttamente nell’abitacolo di una vettura in movimento a velocità sostenuta.
La collaborazione tra le due aziende va avanti già da alcuni anni — era stata annunciata nel 2021 — e ruota attorno ad un progetto che vuole rendere il tempo speso dalle persone in auto più ricco in termini di produttività, intrattenimento e utilizzo social; il tutto in forme decisamente diverse da quelle attuali, che passano attraverso l’interazione con schermi e strumenti appositi. A detta di Meta, l’integrazione di tali esperienze in auto rappresenta il primo passo: l’eventuale successo di una simile iniziativa potrebbe far allargare gli orizzonti anche a treni, aerei e quant’altro.
Difficoltà tecniche e progressi
I visori VR sono dotati di svariati sensori, ma la sfida da affrontare per sfruttarli in auto è tecnicamente complicata: come sottolineato da Meta, una tecnologia di tracciamento come Oculus Insight si serve di IMU (inertial motion sensors) e fotocamere per una stima accurata della posizione e del movimento del visore stesso; all’interno di un’auto in movimento — rectius, in un sistema di riferimento non inerziale —, le suddette modalità vanno in crisi, in quanto le fotocamere osservano il movimento relativo all’interno del veicolo, laddove gli IMU misurano accelerazione e velocità di rotazione rispetto al mondo.
Per affrontare questa sfida, Meta e BMW hanno fatto in modo di integrare i sensori del veicolo con gli occhiali Project Aria, così da mettere i dati dei primi a disposizione dei secondi in tempo reale. In questo modo, il sistema ha la possibilità di calcolare la posizione degli occhiali rispetto all’auto.
Il successo di quest’iniziativa ha permesso di passare ad una fase di test successiva, questa volta incentrata su Quest Pro di Meta: grazie ai dati dei sensori della vettura, il visore è in grado di ancorare degli oggetti virtuali all’auto in movimento, o meglio ad una “gemella digitale” della stessa. Le prime demo realizzate sono già piuttosto interessanti. Naturalmente, siamo ancora ad una fase intermedia: il prossimo passo sarà altrettanto complesso: Meta deve riuscire ad aggiungere all’equazione la posizione dell’auto rispetto all’ambiente circostante.
In prospettiva, la collaborazione con un partner come BMW — a detta di Meta — sarà ancora più preziosa: l’accesso alla sensoristica sempre più avanzata delle moderne autovetture renderebbe possibili scenari di utilizzo ancora inesplorati.
La compagnia di Zuckerberg appare molto fiduciosa, ma a questo punto vogliamo sapere la vostra: sareste interessati ad un’esperienza d’uso di questo tipo? Ditecelo nei commenti.
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