In queste ore, ha preso il via la distribuzione dell’aggiornamento 1.1 di Matter, il nuovo standard di riferimento per la smart home supportato dai principali produttori del settore, quali Google, Amazon, Apple e Samsung. Come si può facilmente intuire dal numero di versione, siamo di fronte al più classico dei minor update, che infatti non porta con sé alcuna nuova funzione e novità relative ai dispositivi supportati.

Matter: la “rivoluzione” stenta ad ingranare

Il rilascio ufficiale di Matter, avvenuto sei mesi fa, era stato accolto con il massimo dell’entusiasmo sia dagli appassionati che dagli addetti ai lavori e non è difficile capire il perché: la creazione di uno standard unico di riferimento ha le potenzialità per rivoluzionare completamente il mondo della smart home, abbattendo all’insegna della compatibilità i muri di un settore finora a compartimenti stagni.

Tutto bellissimo, sulla carta però: la realtà dei fatti ci parla di una rivoluzione che stenta a decollare per una serie di motivi che vanno dal ridotto numero di prodotti compatibili disponibili sul mercato ai ritardi nel rilascio degli aggiornamenti promessi dai produttori per i dispositivi già in commercio e di un’adozione, senza dimenticare il roll out quasi disinteressato da parte delle principali piattaforme di riferimento — segnatamente, Google e Amazon.

Insomma, fino a questo momento Matter non ha riscosso il successo sperato, né il primo aggiornamento signficativo sembra destinato ad invertire la rotta.

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Matter 1.1: le novità dell’aggiornamento

Annunciato nelle scorse ore dalla CSA (Connectivity Standards Alliance), l’aggiornamento Matter 1.1 non contiene alcuna novità particolarmente significativa, anzi delude per la mancata introduzione del promesso supporto a nuove categorie di dispositivi: robot aspirapolvere, elettrodomestici, controller di porte di garage e videocamere sono ancora in lista d’attesa; né si fa menzione alcuna di eventuali miglioramenti dell’esperienza d’uso legata all’aggiunta di un singolo dispositivo a più piattaforme.

In sede di annuncio dell’aggiornamento in discorso, la CSA ha riferito che “Matter 1.1 crea un percorso migliorato per gli sviluppatori e nuove esperienze utente”. Il miglioramento più importante e da cui potrebbero derivare effetti concreti di un certo peso attiene alla semplificazione del percorso di creazione e certificazione di prodotti da parte degli sviluppatori. A questo proposito, la CSA ha deciso di mettersi in gioco direttamente attraverso la creazione di un centro di test dedicato a Matter a Portland (Oregon). Gli sviluppatori interessati a saperne di più possono fare riferimento ai seguenti link:

Per quanto riguarda le menzionate “nuove esperienze utente”, pare che siano limitate al mero fix di un problema alquanto comune: Matter 1.1 introduce dei non meglio precisati miglioramenti per gli “Intermittently Connected Devices” — che sono essenzialmente quelli a batteria, come sensori, serrature e interruttori —, andando a ridurre “la probabilità che un dispositivo venga segnalato come offline quando gli utenti o le piattaforme interagiscono con esso”. Dal momento che i dispositivi rientranti in questa categoria rappresentano una grossa porzione di quelli attualmente certificati per Matter, si tratta di un fix di portata tutt’altro che secondaria: trovarsi nell’impossibilità di gestire un dispositivo perché mostrato come disconnesso dalla piattaforma desiderata — pur non essendolo —, è una gran bella seccatura.

Un fix altrettanto necessario ma non presente nell’aggiornamento Matter 1.1 è quello relativo al controllo multi-piattaforma dei dispositivi: Matter nasce proprio per consentire di gestire i dispositivi tramite piattaforme diverse — Google Home, Amazon Alexa, Apple Home e Samsung SmartThings —, tuttavia le prove sul campo effettuate finora hanno dimostrato come sia tutt’altro che agevole controllare con una piattaforma un dispositivo aggiunto prima ad un’altra. Tutta questa operazione dovrebbe avvenire attraverso la semplice scansione di un codice QR, tuttavia quello di Matter è utilizzabile solo per l’abbinamento alla prima piattaforma, mentre per aggiungerne un’altra è necessario ottenere un nuovo codice dalla prima. A dirla tutta, la responsabilità per questa problematica è quasi tutta delle piattaforme, tuttavia la CSA è l’ente di riferimento e, come tale, dovrebbe imporre un percorso comune per tutte.

Insomma, Matter 1.1 è realtà, ma è bene guardare subito all’orizzonte: la strada per il successo di Matter è ancora parecchio lunga.

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