A supporto delle persone alle prese con la registrazione e/o la gestione dello SPID, Lepida ha messo a disposizione un assistente virtuale sotto forma di chatbot, pensato per alleggerire il lavoro del servizio clienti. Il gestore di identità digitali spiega che si tratta di un’intelligenza artificiale creata per aiutare gli utenti in alcuni problemi semplici con le procedure di registrazione, la modifica di alcuni dati e con altri aspetti non complessi, un assistente conversazionale che può essere d’aiuto perché semplice da usare e molto pratico.

Come funziona il chatbot per lo SPID di Lepida

Nato come strumento di assistenza rapida che fornisce all’utente risposte semplici a domande ricorrenti, il chatbot di LepidaID è disponibile ormai da più di un mese dalla pagina id.lepida.it. Lo trovate in basso a destra cliccando sull’icona arancione con dentro la nuvoletta, a disposizione di tutti dopo aver accettato i termini e le condizioni d’uso dell’informativa sulla privacy, senza dover inserire alcun dato personale.

Si chiama ParleER e si presenta come un assistente virtuale à la ChatGPT o Bing Chat, in grado di accettare sia input testuali che vocali. Ed essendo un sistema conversazionale gli si possono fare delle domande nel linguaggio naturale, come se si stesse parlando con una persona reale, il che rende molto semplice l’interazione. Ecco un esempio:

Per ora può dare risposte relative alla registrazione dello SPID LepidaID, a eventuali problemi relativi all’accesso e all’attivazione, alle procedure di modifica dei dati e delle credenziali, ai modi in cui funziona l’app LepidaID o a dove trovare gli sportelli attivi per il rilascio delle credenziali SPID.

Proprio per sua natura, questo chatbot serve agli utenti per fugare eventuali dubbi istantaneamente sulle questioni più semplici relative allo SPID del servizio, e per il servizio d’assistenza di Lepida a snellire la mole di richieste concentrando gli operatori sulla gestione di richieste più complesse che richiedono l’intervento umano.

Al momento gli utenti che lo hanno utilizzato sono molto pochi secondo quanto riportato da Corriere Comunicazioni, ma col tempo è lecito credere che soluzioni simili diventeranno cruciali anche per i servizi della pubblica amministrazione.

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