In occasione della Worldwide Developer Conference 2023, Apple ha annunciato al mondo il proprio approccio alla mixed reality con il visore Apple Vision Pro, un prodotto ambizioso frutto di un decennio di sviluppo che il colosso stesso ha definito il dispositivo elettronico più innovativo di sempre. Il visore punta a definire una nuova categoria di prodotti, come accaduto con iPhone il quale ha rivoluzionato il modo in cui concepiamo uno smartphone. Ebbene, il colosso di Cupertino auspica che Vision Pro possa seguirne le orme e avere lo stesso impatto e influenza sul settore dei visori di realtà aumentata e virtuale. Per tutti i dettagli e le specifiche tecniche di Apple Vision Pro vi rimandiamo al nostro articolo dedicato.
Indice:
Apple Vision Pro nelle parole di chi lo ha provato alla WWDC
Vision Pro non arriverà sul mercato statunitense prima dell’inizio del prossimo anno a un prezzo comprensibilmente fuori scala (3499 dollari) ma, come di consueto, alcuni (fortunati) membri dei media più influenti del panorama hanno avuto modo di provarlo con mano in una sessione di demo della durata di 30 minuti ciascuno. Vision Pro si è reso protagonista di articoli e contenuti multimediali di prime impressioni a cura dei giornalisti e dei creator che hanno potuto provarlo, ecco le testimonianze più interessanti.
Nilay Patel, The Verge
Nilay Patel di The Verge l’ha definito immediatamente la demo di un visore di realtà mista migliore di sempre. Da un punto di vista costruttivo la qualità è, come previsto, ineccepibile e ricorda più un iPhone 6 che un iPhone 14 in termini di canoni di design per via dell’utilizzo dell’alluminio spazzolato, la presenza di curve morbide e del vetro tridimensionale.
Una volta indossato, Patel ha potuto notare dei problemi in merito al campo visivo in quanto, nonostante un’iniziale processo di configurazione del posizionamento degli occhi, ha visto delle parti nere nella visione periferica constatando che “Vision Pro non è così totalmente coinvolgente come vorrebbero far credere i video di marketing”.
Incredibile la qualità visiva del visore, nella demo sono state mostrate immagini, film, siti web e molto altro. Nelle sue impressioni Patel ha tenuto a sottolineare la funzione passthrough del dispositivo che ha reso possibile comunicare con gli altri e prendere appunti sul proprio iPhone indossando il visore senza alcun problema:
È indubbiamente il display VR con la più alta risoluzione che abbia mai visto. C’erano delle frange verdi e viola attorno ai bordi delle lenti, ma non posso dire con certezza se ciò fosse dovuto al montaggio rapido o alla natura dimostrativa iniziale del dispositivo o qualcos’altro. Dovremo vedere quando verrà effettivamente spedito.
Il video passthrough è stato altrettanto impressionante. È apparso con latenza zero ed era nitido e chiaro. Ho comunicato felicemente con gli altri, ho camminato per la stanza e ho persino preso appunti sul mio telefono mentre indossavo il visore.
La parte più entusiasmante della demo, a detta di Patel, è stata la visione di Avatar VR che ha lasciato il giornalista senza fiato per via del livello di immersività raggiunto e la capacità del visore di rilevare i gesti e la voce dell’utente e regolare finemente l’esperienza in base al contesto di utilizzo:
Ho alzato le mani per indicare qualcosa e il visore ha rilevato automaticamente le mie mani e le ha sovrapposte sullo schermo, poi ho notato che stavo parlando con qualcuno e le ho fatte apparire. Sono rimasto senza fiato. Apple si è superata con il tracciamento degli occhi e il controllo dei gesti: il tracciamento degli occhi era piuttosto buono e gli illuminatori IR e le telecamere laterali ti consentono di toccare insieme il pollice e l’indice per selezionare le cose mentre. Non hai bisogno di indicare nulla. È molto bello.
L’interfaccia, secondo Patel, è fin troppo essenziale in quanto, di fatto, consiste in una mera griglia di icone. In generale la demo ha lasciato particolarmente impressionato il giornalista poiché curata in ogni dettaglio e ricca di esperienze diverse, dalle chiamate FaceTime 3D, alla demo di un dinosauro 3D passando per una sessione di meditazione guidata in cui la capacità di garantire immersività e estraniare la persona dall’ambiente circostante si è rivelata molto efficace.
Nonostante questo, Patel pone degli interessanti interrogativi in merito all’assenza di una vera e propria killer feature che possa giustificare l’ingente spesa e l’adozione di una piattaforma agli albori; puntualizza, invece, come da un punto di vista costruttivo e delle tecnologie al suo interno Vision Pro è senza dubbio eccellente ma spetterà alla comunità degli sviluppatori creare esperienze per cui varrà la pena abbracciare questo nuovo paradigma.
Matthew Panzarino, TechCrunch
Matthew Panzarino di TechCrunch ha pressoché avuto le stesse impressioni di Nilay Patel, confermando la bontà della qualità costruttiva, del comparto visivo, del sistema di gesti e input ritenuto di gran lunga superiore a qualsiasi altra interfaccia gestuale vista prima. Grande attenzione è stata posta alla funzione di video passthrough e della capacità di adattarsi alla presenza o meno di altre persone mentre si è immersi nella visione di un contenuto:
C’è un elemento primitivo radicato nel cervello degli esseri umani che ci mette davvero, davvero a disagio se non riusciamo a vedere ciò che ci circonda per un lungo periodo di tempo. Eliminare quella preoccupazione attraverso il sistema di passthrough dell’immagine dovrebbe migliorare la possibilità di lunghi tempi di utilizzo. C’è anche un intelligente meccanismo di “breakthrough” che si attiva automaticamente se una persona si avvicina a te attraversando i contenuti con i quali stai interagendo, avvisandoti del fatto che si stanno avvicinando.
Chance Miller, 9to5Mac
Chance Miller di 9to5Mac ha posto grande attenzione al sistema di digitazione virtuale di Apple Vision Pro mostrata in una sessione demo. Il tema si inserisce nell’ambito dello spatial computing: il nuovo paradigma di cui il visore AR/VR si pone come capostipite indiscusso.
Nella demo Apple ha sfoggiato le due modalità di digitazione di Vision Pro: una resa possibile attraverso una tastiera virtuale posta frontalmente mentre l’altro si avvale di una tastiera reale sulla quale vengono posti elementi virtuali come il campo di testo e la predizione delle parole; il tutto inserito nel proprio ambiente circostante grazie alla realtà aumentata.
Queste le prime impressioni di Miller in merito:
I pulsanti sono effettivamente sollevati per invitare a spingerli direttamente. Mentre il dito si muove sopra la tastiera, i pulsanti mostrano un’evidenziazione che diventa più luminosa man mano che ci si avvicina alla superficie del pulsante. Esso fornisce un segnale di prossimità e aiuta a guidare il dito verso il bersaglio.
Al momento del contatto, il cambiamento di stato è rapido e reattivo ed è accompagnato da un effetto sonoro spaziale. Questi livelli aggiuntivi di feedback sono davvero importanti per compensare le informazioni tattili mancanti e per rendere le interazioni affidabili e soddisfacenti.
Marques Brownlee, MKBHD
Concludiamo con il celebre Marques Brownlee (MKBHD) il quale ha preso parte alla demo di Apple Vision Pro e ne ha condiviso le prime impressioni in un video dedicato. Il content creator si è detto esterrefatto dalla precisione del tracciamento del movimento degli occhi che nel visore di apple fungono da veri e propri cursori tramite i quali muoversi nell’interfaccia tanto da definirlo “telepatia”.
Il visore inizialmente apprende il movimento dei tuoi occhi e da quel momento in poi interagisci con tutto il sistema operativo semplicemente guardando le cose e sembra telepatico. È sufficiente guardare qualcosa e selezionarlo.
Brownlee ha sottolineato la precisione di questo sistema e quanto esso gli sia apparso naturale dopo pochi minuti di utilizzo al pari degli attuali scroll e pinch to zoom ormai divenuti quasi una seconda natura per chiunque.
MKBHD ha, inoltre, sottolineato il peso tutt’altro che trascurabile del dispositivo dovuto ai materiali di pregio utilizzati a differenza di altri visori in commercio realizzati in plastica prettamente per motivi di leggerezza; altra nota dolente secondo Brownlee è l’autonomia di sole due ore, una caratteristica ritenuta incompatibile con alcune delle attività mostrate da Apple nelle sessioni di demo come la visione di film o la progettazione.
Just spent 30 minutes in the Apple Vision Pro headset. Y’all. I am. VERY impressed with a few specific things. Definitely stay tuned
— Marques Brownlee (@MKBHD) June 5, 2023
L’impressione del creator è generalmente positiva anche se, come Patel, pone l’accento sulla mancanza di applicazioni ad hoc che ne giustifichino l’utilizzo e l’adozione di un prodotto che, a sua detta, si trova essenzialmente alla generazione zero.
L’impressione comune è che sia un dispositivo adatto a un utilizzo solitario e, nonostante i curatissimi video di Apple in cui vengono mostrati numerosi casi di utilizzo, sembra essere poco compatibile con l’interazione prolungata con altre persone intorno a noi contribuendo a creare un generale senso di straniamento come sottolineato da chi ha potuto provarlo.
In generale, Apple Vision Pro ha il potenziale per essere una rivoluzione come non se ne vedevano dalla presentazione di iPhone in quanto, proprio come quest’ultimo, introduce un nuovo paradigma di interazione, inaugura una nuova categoria di dispositivi e dovrà contare sulle applicazioni per poter irrompere nel mainstream, normalizzare i visori e divenire, così, un punto di riferimento dell’industria tecnologica e della cultura contemporanea. Siamo all’anno zero ma la strada è stata tracciata.
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