È prevista per novembre 2024 la partenza della missione Artemis II della NASA, di cui recentemente abbiamo avuto modo di conoscere il futuro equipaggio; come ormai sappiamo gli astronauti in questione non sbarcheranno sulla Luna, operazione destinata alla successiva missione Artemis III, ma avranno il compito di testare tutta una serie di sistemi della navicella spaziale Orion, compreso il nuovo terminale di comunicazione laser O2O.
La missione Artemis II sarà la prima missione spaziale, dopo la chiusura del programma Apollo, a riportare l’uomo nei pressi della Luna, al suo eventuale successo sono collegate sia le successive missioni del programma, sia la futura esplorazione di Marte. Di particolare importanza nella missione sarà il test di tecnologie nuove e migliorate, come il sistema di comunicazione laser O2O.
La navicella Orion della missione Artemis II avrà il nuovo sistema di comunicazione laser O2O
È arrivato negli ultimi giorni, presso il Kennedy Space Center, il nuovo sistema di comunicazione laser destinato alla navicella Orion che sarà utilizzata nella futura missione Artemis II; O2O, acronimo di Orion Artemis II Optical Communications System, è il nuovo sistema di comunicazione laser che punta a fornire alle missioni una maggiore velocità di trasmissione dati.
Poter beneficiare di una maggiore velocità di trasmissione dei dati significa poter inviare e ricevere più informazioni in una singola trasmissione rispetto ai tradizionali sistemi di onde radio, un maggior numero di dati si traduce in un maggior numero di scoperte.
Steve Horowitz, project manager di O2O, ha reso bene l’idea delle potenzialità offerte dal nuovo sistema di comunicazione con la seguente dichiarazione:
A 260 megabit al secondo, O2O è in grado di inviare video ad alta definizione 4K dalla Luna. Oltre a video e immagini, O2O trasmetterà e riceverà procedure, immagini, piani di volo e fungerà da collegamento tra Orion e il controllo della missione sulla Terra.
La maggiore velocità di trasmissione dati non è però l’unico vantaggio offerto da O2O, il sistema è infatti più piccolo e leggero rispetto alle classiche antenne e ha anche un ridotto assorbimento energetico, due aspetti che rivestono un’importanza fondamentale nello spazio.
Durante i test, dopo aver raccolto i dati, il sistema invierà le informazioni tramite segnali laser a una delle due stazioni di terra a Las Cruces, nel New Mexico, o a Table Mountain, in California, località scelte per la loro scarsa copertura nuvolosa; la qualità delle immagini e dei video inviati da Orion tramite O2O dipenderà infatti, in parte, dalla copertura nuvolosa delle stazioni di terra.
Non è la prima volta che sistemi di comunicazione laser vengono utilizzati in ambito spaziale, O2O è stato sviluppato da un team di ingegneri del Goddard Space Flight Center della NASA e del Massachusetts Institute of Technology Lincoln Laboratory (MIT-LL), che hanno avuto già modo di testare sistemi analoghi in diverse missioni di comunicazione laser (come la Lunar Laser Communications Demonstration del 2013, la Laser Communications Relay Demonstration del 2021 e la TeraByte InfraRed Delivery del 2022). Oltre a loro anche i più recenti satelliti Starlink di SpaceX utilizzano sistemi di comunicazione analoghi.
Insomma, l’intento della NASA è testare l’efficacia e l’affidabilità del nuovo sistema di trasmissione laser O2O, nella speranza che possa rivelarsi uno strumento utile durante tutte le successive missioni Artemis e oltre.
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