A novembre dello scorso anno abbiamo visto come sia finalmente entrato in vigore il Digital Markets Act (DMA), un regolamento ideato dall’Unione Europea per fare ordine e stabilire regole chiare sui mercati digitali, così da porre fine alle pratiche sleali delle aziende online. Il regolamento vuole che non ci siano differenze tra le aziende multimiliardarie, che possono contare su svariati mezzi, e le piccole realtà visto che queste discriminazioni si traducono non solo in un danno per le imprese intenzionate ad operare negli stessi ambiti delle Big Tech, ma anche in un danno per i consumatori.

Ora stando a quanto riportato da Reuters, il capo dell’industria della Commissione europea, Thierry Breton ha annunciato che alcune delle realtà più influenti nel settore tecnologico hanno dichiarato all’UE di rientrare nelle disposizioni del Digital Markets Act.

Le aziende Big Tech confermano di essere soggette al Digital Markets Act

Come anticipato in apertura, il Digital Markets Act è entrato in vigore il 1° novembre 2022 ed è diventato applicabile il 2 maggio 2023, delineando diversi requisiti per le aziende che rientrano nella definizione dell’UE di “gatekeeper”; fra questi figurano per esempio quelli relativi all’utilizzo di app store di terze parti, oppure l’obbligo di rendere le applicazioni di messaggistica interoperabili fra loro.

Secondo la definizione dell’Unione Europea, le aziende per qualificarsi come gatekeeper devono avere più di 45 milioni di utenti attivi mensilmente e devono avere una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro; ciò ha spinto le seguenti aziende a comunicare all’UE di rientrare sotto le nuove regole stabilite dal Digital Markets Act:

  • Apple
  • Alphabet/Google
  • Amazon
  • Meta/Facebook
  • Microsoft
  • ByteDance

L’Unione Europea dovrà ora confermare lo status di gatekeeper delle aziende e annunciare la conferma entro il 6 settembre 2023, in seguito le aziende interessate avranno sei mesi di tempo per adeguarsi alle regole stabilite dal DMA, con il rischio di incorrere in multe del 10% del fatturato mondiale totale, che salgono al 20% per i recidivi.

Tra le aziende sopra menzionate Apple sembra essere quella che ha maggiori adeguamenti a cui adempiere, la società infatti dovrà consentire sia gli app store di terze parti che il sideloading delle applicazioni, dovrà consentire agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento di terze parti (invece di vincolarli a utilizzare quello proprietario dell’azienda), dovrà consentire agli utenti di abbandonare Siri in favore di qualsiasi altro assistente alternativo, così come non potrà più mettere in risalto i propri servizi rispetto a quelli dei rivali.

Insomma, sembra che il Digital Markets Act porterà diversi cambiamenti nel settore e in casa Apple, non ci resta che attendere per vedere realizzate molte (si spera tutte) delle “novità” che gli utenti della mela attendono da tempo.

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