A cavallo tra il 23 e il 24 maggio si è concretizzata anche in Italia una delle novità più temute dagli utenti Netflix: la piattaforma ha detto ufficialmente stop agli account condivisi.
A distanza di un mesetto dalla notizia che la pratica, dopo un fisiologico calo iniziale, avesse fatto crescere il numero di abbonati (e di conseguenza gli introiti) per l’azienda, arriva una nuova conferma in tal senso, a margine del rapporto sugli utili del secondo trimestre 2023, pubblicato da Netflix nella giornata di ieri.
Netflix sta cambiando pelle a livello globale
Già da qualche mese, Netflix sta cercando di crescere e aumentare gli introiti, perseguendo la strada di riorganizzazione dei piani disponibili e blocco della condivisione degli account per aumentare il numero di account unici.
La piattaforma ha realizzato infatti che il piano con pubblicità, lanciato in Italia lo scorso ottobre e sempre più scelto dagli utenti nei mesi a seguire, fosse più redditizio rispetto al piano base senza pubblicità, al punto da iniziare a eliminare quest’ultimo dal proprio catalogo di abbonamenti: dopo un primo tentativo in Canada, ieri è toccato a Regno Unito e Stati Uniti; immaginiamo che presto questa prassi possa toccare anche all’Italia.
A quel punto, gli utenti italiani potranno abbonarsi a Netflix scegliendo tra il piano standard con pubblicità (5,49 euro al mese), il piano standard senza pubblicità (12,99 euro al mese) e il piano premium (17,99 euro al mese).
Lo stop alla condivisione degli account sta pagando
Nonostante il malumore iniziale di tutti coloro che condividevano l’account, arrivando a risparmiare una bella somma rispetto alla cifra richiesta per l’abbonamento mensile più costoso (17,99 euro al mese), sembra che il numero di abbonati alla piattaforma sia in costante crescita a livello globale (e recentemente Netflix ha permesso di trasferire un profilo su un account già esistente e magari inattivo).
Tornando al presente, ieri Netflix ha condiviso il rapporto sugli utili del secondo trimestre 2023, affermando di aver guadagnato ben 5,9 milioni di abbonati a livello globale tra aprile e giugno 2023 (di questi, 1,17 milioni solo in Stati Uniti e Canada).
Il gigante dello streaming ha inoltre annunciato che le sue entrate sono ora “più alte” in tutte le regioni in cui opera e che le iscrizioni stanno superando le cancellazioni, grazie alla conversione degli account “familiari” (quelli ritenuti abusivi) in abbonamenti singoli (e quindi a pagamento completo) con l’aggiunta di membri extra (a pagamento) ai propri account. La maggior parte della crescita dei ricavi dell’azienda quest’anno proviene proprio da questi nuovi abbonamenti a pagamento, in gran parte guidati dal lancio dello STOP alla condivisione delle password.
Non si prevede che i prezzi aumenteranno ulteriormente nel 2023 e non ci saranno impatti significativi sui profitti da altri progetti come pubblicità (e potrebbe presto arrivare la pubblicità a episodi) o giochi. Netflix ha inoltre previsto di avere almeno 5 miliardi di dollari di flusso di cassa libero per il 2023 (in luogo di una precedente stima che parlava di 3,5 miliardi di dollari) a causa di una minore spesa per i contenuti. Tuttavia, lo sciopero degli scrittori e degli attori di Hollywood renderà più difficile per Netflix distribuire nuovi contenuti.
Presto lo stop alla condivisione degli account verrà esteso a tutti i paesi
Dato che l’esperimento, divenuto poi prassi in molti paesi, sta funzionando, Netflix dovrà affrontare il tema sui paesi ancora “liberi” dalla riforma sulla condivisione delle password.
Non è chiaro se ciò avverrà, su tutti i mercati residui, già entro la fine del 2023 o se alla piattaforma servirà più tempo per concludere il passaggio alla nuova politica.
La certezza, a questo punto, è che non si tornerà indietro: chi vuole vedere i contenuti disponibili su Netflix dovrà abbonarsi per conto proprio (al netto degli utenti extra, comunque limitati rispetto al proprietario dell’account).
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