Tesla starebbe sovrastimando di proposito l’autonomia delle sue auto secondo un report di Reuters che desta l’attenzione su un modus operandi alquanto discutibile. Le fonti dell’agenzia di stampa britannica parlano nello specifico di un team Tesla dedicato a sviare i reclami dei clienti relativi ai “problemi di scarsa autonomia” e di un algoritmo che sarebbe stato sviluppato apposta per gonfiare le stime mostrate sul cruscotto dei veicoli, fornendo così autonomie teoriche più rosee del dovuto.
L’autonomia sovrastimata e le “orecchie da mercante” del Diversion Team di Tesla
Secondo Reuters, Tesla avrebbe iniziato a gonfiare le stime dell’autonomia dei suoi veicoli da anni. Un decennio fa l’azienda avrebbe deciso di adoperare dei suoi algoritmi che mostrassero ai conducenti delle proiezioni ottimistiche per scopi di marketing, stando a quanto riportato da una fonte che, si legge nell’articolo, “ha familiarità con il primo progetto del software dedicato alla stima dell’autonomia“. Con un algoritmo manipolato, è ovvio che i numeri mostrati sul cruscotto delle auto elettriche di Tesla sarebbero mendaci.
Ma nulla pare sia stato lasciato al caso, considerando che per limitare l’impatto di una macchinazione simile, il software sarebbe stato studiato per mostrare stime più realistiche al di sotto del 50% della carica massima. Una trovata per evitare che i conducenti rimanessero a secco inavvertitamente, o comunque prima del previsto, situazione in cui tornerebbe utile anche una sorta di riserva che, a batteria completamente scarica da cruscotto, fornirebbe circa 24 km di autonomia extra.
Il beneplacito di tutto questo sarebbe arrivata direttamente dall’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, secondo la fonte. “Elon voleva mostrare buoni numeri di autonomia a batteria completamente carica. Quando acquisti un’auto vedendo un’autonomia di 350, 400 miglia, ti fa sentire bene” ha detto quest’ultimo all’agenzia di stampa britannica.
C’è poi la questione del “Diversion Team“, la squadra di dirottamento, il gruppo di lavoro che crea diversivi, per intenderci. Si tratta di un reparto di Tesla lanciato la scorsa estate che avrebbe il compito di “fare orecchie da mercante”, cioè di annullare il maggior numero possibile di richieste d’assistenza e di appuntamenti di clienti che lamentano la scarsa autonomia delle auto del marchio.
Secondo Reuters questo “Diversion Team” sarebbe legato proprio al problema delle proiezioni gonfiate relative all’autonomia dei veicoli Tesla, resosi necessario proprio per via di centri di assistenza inondati di richieste da parte di proprietari che si aspettavano percorrenze migliori sulla base delle stime pubblicizzate dalla società. La fonte racconta che nell’ufficio del team del Nevada alcuni dipendenti solevano festeggiare l’annullamento degli appuntamenti colpendo un Glockenspiel (xilofono di metallo), applaudendo o balzando sulle scrivanie, team che veniva monitorato in base al numero medio di appuntamenti deviati al giorno. E per ogni appuntamento annullato Tesla avrebbe risparmiato circa 1000 dollari, stando alle parole dei manager.
D’altronde, considerando veritiera l’ipotesi della manomissione del software di stima dell’autonomia, queste auto non avevano bisogno di essere riparate; piuttosto era normale finissero per coprire distanze inferiori rispetto a quelle promesse a batteria completamente carica (o quasi).
All’epoca in cui Tesla programmava queste proiezioni ottimistiche vendeva solo sue modelli: la Roadster venuta dal 2008 al 2012 e la Model S, ancora in vendita, seppur rinnovata negli anni in vario modo. Reuters non ha avuto modo di determinare se anche i quattro modelli in vendita oggi nascondono l’inghippo, ma emergono da più parti i dubbi sui numeri dichiarati dalla società, che ricordiamo essere stata multata a inizio 2023 dall’Antitrust sudcoreano per aver scoperto che le auto col freddo riuscivano a garantire appena la metà dell’autonomia promessa, fra gli altri enti e società di analisi che negli anni hanno richiesto in varie occasioni di ridurre le stime di autonomia pubblicizzate.
Tesla per ora non ha risposto a Reuters, ma vi terremo aggiornati in caso di ulteriori nuove.
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