Sappiamo già come sia in essere un processo antitrust tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e Google, abbiamo visto come il colosso di Mountain View sembri avere un accordo segreto con Apple per spartirsi i ricavi derivanti dalle ricerche di Google Chrome su iOS; nelle ultime ore il capo dei servizi Apple, Eddy Cue, ha risposto ad alcune domande durante il processo, spiegando perché Google sia il motore di ricerca predefinito sui prodotti della mela.
Google è il motore di ricerca predefinito sui prodotti Apple perché è l’opzione migliore
Secondo quanto emerso dal processo, Google pagherebbe miliardi di dollari ad Apple ogni anno affinché il proprio servizio di ricerca sia quello predefinito sui prodotti dell’azienda, non si conoscono le cifre esatte visto che diverse testimonianze sono state effettuate a porte chiuse, ma di sicuro sono in gioco cifre ingenti.
L’accordo tra le due società sarebbe iniziato nel 2002, ma Cue risponde del periodo dal 2016 in poi, ovvero dall’ultima negoziazione dell’accordo tra le due parti; secondo il dirigente “non esisteva un’alternativa valida a Google in quel momento” e aggiunge “non esiste ancora“.
Cue sottolinea l’intento di Apple di fornire ai propri utenti il migliore servizio possibile, nonostante ritenga di essere superiore a Google per quel che concerne la tutela della privacy, dichiara che “Abbiamo scelto Google come motore di ricerca predefinito perché abbiamo sempre pensato che fosse il migliore, Selezioniamo il migliore e consentiamo agli utenti di cambiarlo facilmente“.
Per quanto riguarda la privacy degli utenti, il dirigente sottolinea come l’accordo con Google preveda che il colosso di Mountain View consenta agli utenti di effettuare ricerche senza effettuare l’accesso al proprio account, sottolineando inoltre le misure aggiuntive per la protezione della privacy nel suo browser web Safari a tutela dei propri utenti.
Il tribunale ha chiesto inoltre spiegazioni sulla procedura di configurazione dei prodotti Apple, durante i quali non viene fornita la possibilità di scegliere un servizio di ricerca alternativo; Cue sostiene che l’intenzione dell’azienda è quella di rendere gli utenti “attivi e funzionanti il più velocemente possibile” e che mostrare loro una serie di servizi di ricerca in fase di configurazione iniziale non farebbe che confonderli, inoltre è comunque possibile modificare il motore di ricerca predefinito dell’iPhone in qualsiasi momento dopo la configurazione.
“Abbiamo scelto Google come motore di ricerca predefinito perché abbiamo sempre pensato che fosse il migliore. Scegliamo quello migliore e lasciamo che gli utenti lo cambino facilmente“, questa in sostanza la dichiarazione più rappresentativa della difesa di Apple, ora il tribunale dovrà stabilire tra le altre cose se l’accordo tra Google e l’azienda di Cupertino violi le regole inerenti alla libera concorrenza, ed eventualmente potrebbe costringere Apple a modificare la procedura di configurazione dei propri dispositivi dando maggiore visibilità ai servizi di ricerca concorrenti.
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