Un autunno ricco di novità per Raspberry Foundation che, dopo la presentazione a fine settembre del rinnovato Raspberry Pi 5 (ne abbiamo parlato qui), ha voluto fare le cose per bene e ha annunciato nelle scorse ore Bookworm, la nuova versione del sistema operativo ottimizzato per Raspberry Pi. Basato sull’ultima versione di Debian, che come sappiamo prende il suo nome dai personaggi della serie Toy Story della Disney/Pixar, Bookworm a sua volta è una versione aggiornata di Debian Bullseye, con alcune piccole modifiche che, a quanto pare, non andranno a stravolgere l’esperienza utente Raspberry Pi, portando allo stesso tempo diverse novità e miglioramenti.
Le novità di Bookworm, il nuovo sistema operativo per Raspberry Pi
Partiamo subito con la novità più importante introdotta con Bookworm, ossia il nuovo sistema di visualizzzione delle finestre Wayland che prende il posto del maturo e ormai limitato X11. Stando a quanto riportato nelle note di rilascio, il vantaggio principale nell’adozione di Wayland è rappresentato dal miglioramento sotto il profilo prestazionale. Con X11 troviamo due applicazioni separate coinvolte nel disegno di una finestra, il server di visualizzazione e il gestore finestre: il server di visualizzazione viene utilizzato per creare finestre sullo schermo e per fornire alle applicazioni un luogo in cui disegnare il proprio contenuto, il gestore delle finestre viene utilizzato per posizionare le finestre l’una rispetto all’altra e per decorare le finestre con barre del titolo e cornici. Con Wayland si cambia rotta e queste due funzioni sono combinate in un’unica applicazione chiamata compositore, riducendo quindi risorse e velocizzando il processo, impattando quindi sulla richiesta di risorse e sulla reattività.
Il compositore integrato su Bookworm è chiamato Wayfire, a sua volta “sostituto” del più lento e macchinoso Mutter; Wayfire sfrutta una libreria di Wayland chiamata wlroots, decisamente più efficiente rispetto al passato e ormai impostazione predefinita su Raspberry Pi 4 e Pi 5 (sui vecchi modelli è attualmente in fase di test). Su Wayland troviamo ancora una barra delle applicazioni nella parte superiore dello schermo che consente di avviare applicazioni e vedere lo stato di vari sistemi; anche la gestione dello sfondo del desktop è stata modificata in modo da utilizzare Wayland come protocollo di visualizzazione anziché il vecchio X11.
Altri cambiamenti si notano anche nella grafica, soprattutto nelle finestre dotate ora di ombre sottili e animazioni in fase di apertura e chiusura. Wayland introduce poi diversi nuovi plug-in, partendo da “Alimentazione” che monitora i problemi di alimentazione come bassa tensione o corrente in eccesso sulle porte USB, passando a “GPU” che mostra un grafico del carico sulla GPU del Raspberry Pi, simile a quello utilizzato per la CPU. Dalla grafica si passa poi al suono, più precisamente all’interfaccia PipeWire, basata sostanzialmente sul già valido PulseAudio abbastanza flessibile, con una buona gestione dei dispositivi bluetooth e del mixaggio audio oltre che dei canali in uscita; PipeWire arriva soprattutto per migliorare l’audio a corredo dei video, riducendo la latenza e offrendo al contempo diversi controlli (volume, microfono ecc).
Riguardo invece la rete, Bookworm utilizza il controller NetworkManager, già visto su Bullseye e dotato di numerose funzionalità, inclusa la possibilità di connettersi a reti wireless nascoste, connettersi a reti private virtuali (VPN) e utilizzare un Raspberry Pi come hotspot wireless. Rimanendo in tema c’è un’altra novità importante, una seconda opzione per il browser che sarà, con poca sorpresa, una versione di Firefox ottimizzata per Raspberry Pi e sviluppata in stretta collaborazione con Firefox. Tra le caratteristiche di rilievo in questo caso si segnala il supporto al codec V4L2 in modo che Firefox possa utilizzare il decoder hardware h.264 su Raspberry Pi, nonché il supporto per Widevine DRM.
Come visto le novità sono diverse, molte altre non riusciamo a citarle e la stessa Raspberry Foundation ha ammesso che un tale numero di cambiamenti non è facile da gestire, soprattutto in relazione ai feedback degli utenti che, inevitabilmente, sono anche l’arma vincente di questa piattaforma. Come tutti i sistemi operativi, Windows in primis, c’è molto lavoro da fare quando si presenta una nuova build e alcune funzionalità potrebbero non essere ottimizzate al 100% o, se non pronte, arrivare in un secondo momento per risolvere altre problematiche/richieste.
In questo contesto non sorprende neanche che gli sviluppatori abbiamo dovuto rimuovere precise app o plug-in che, in alcuni casi, vengono rimosse dalle app consigliate o semplicemente rimosse dall’immagine finale del sistema operativo; tra queste vengono segnalate: l’emulatore SenseHAT, lo strumento Lente di ingrandimento, gli IDE Java BlueJ, Greenfoot e Sonic Pi che, seppur di terze parti e quindi “aggiustabili”, risultano attualmente incompatibili con Wayland o PipeWire. Per maggiori dettagli e il download delle ISO del nuovo sistema operativo per Raspberry Pi vi rimandiamo a questa pagina.
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