Google, Meta e altri giganti del mondo Tech hanno deciso di fare fronte comune per perseguire una finalità ben precisa: ottenere degli ecosistemi digitali più aperti, a fronte di una chiusura che da sempre costituisce un tratto distintivo dei prodotti a marchio Apple, che sembra essere il bersaglio designato di quest’iniziativa.
CODE: tutti contro Apple per ecosistemi digitali aperti
Si chiama CODE, acronimo che sta per Coalition for Open Digital Ecosystems ed è un gruppo messo su da tanti Big Tech al fine di favorire la diffusione di ecosistemi digitali più aperti in Europa. Apple non figura tra i membri del gruppo, anzi — come spiega Reuters — sembra costituirne il bersaglio principale.
Tra i membri di maggior peso di CODE vanno menzionati: Google, Meta, Qualcomm, Lenovo, Nothing, Opera, Motorola e HONOR. Tra le adesioni al gruppo si possono ricordare anche quella di Lynx, start-up francese attiva nel campo dell’intelligenza artificiale, e Wire, provider tedesco di un servizio di messaggistica.
La formazione di questo gruppo rappresenta una risposta da parte dei principali nomi del settore tecnologico al Digital Markets Act (DMA) in vigore nell’UE. La novità più significativa dell’atto normativo con il quale l’Unione europea vuole mettere ordine nei mercati digitali risiede nel concetto di “gatekeeper”: le grandi aziende che rientrano in questa definizione devono sottostare ad una serie di importanti obblighi di apertura che toccano servizi e piattaforme in loro controllo. Per maggiori dettagli sull’argomento, vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato.
In questa sede, vi basti sapere che Apple ha già dovuto chinare il capo per quanto riguarda l’apertura a store di app di terze parti (che produrrà effetti a partire dal prossimo anno); prossimamente, Cupertino potrebbe dover apportare cambiamenti importanti anche al funzionamento di App Store, Siri e FaceTime nei Paesi dell’UE.
Le prime mosse di CODE
Il piano operativo del gruppo CODE prevede di lavorare insieme ad aziende, legislatori e studiosi al fine di promuovere il concetto di apertura digitale e di presentare delle proposte utili al raggiungimento di uno scenario simile attraverso il DMA e futuri atti normativi comunitari.
I membri di CODE hanno discusso di come gli ecosistemi digitali dovrebbero funzionare nel Vecchio Continente e dell’impatto positivo che una maggiore apertura e competitività potrebbero avere dal punto di vista degli utenti finali. Tra le altre armi che il gruppo punta ad utilizzare per raggiungere lo scopo ultimo, merita una menzione la collaborazione cross-industry, utile a promuovere connettività e interoperabilità senza interruzioni tra sistemi diversi.
Insomma, dopo aver alzato la voce con riferimento ad iMessage, Google e Meta — che pure, al pari di Apple, rientrano tra i gatekeeper del DMA — hanno deciso di rendere più organica la propria azione attraverso CODE.
Ancora una volta, dunque, le chiusure di Apple sono al centro del dibattito. Il colosso di Cupertino ha già ceduto sulla USB-C come standard unico, sul diritto alla riparazione e sull’apertura agli store di applicazioni di terze parti, ma all’orizzonte sembrano esserci numerosi altri cambiamenti.
Leggi anche: Apple amplia il Self Service Repair e lancia una procedura di diagnostica
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