Windows 10 è attualmente il sistema operativo più diffuso e utilizzato di casa Microsoft. Con un market-share che nel terzo trimestre dell’anno era ancora oltre il 70%, si può affermare che a oggi l’azienda di Redmond non è riuscita a far “migrare” i centinaia di milioni di utenti che utilizzano la vecchia versione di Windows verso il più moderno, funzionale e avanzato Windows 11.

La “colpa” in realtà non è tutta di Microsoft; a distanza di due anni dal rilascio ufficiale avvenuto a ottobre 2021, un’ampia percentuale di utenti ha scelto di non cambiare, o meglio, ha optato per la strada più semplice e comoda soprattutto visto i “paletti” imposti da Microsoft relativi alla sicurezza e ai requisiti hardware. Se vogliamo essere sinceri però, questo trend non rappresenta una novità, scenari del tutto simili sono emersi già in passato col passaggio da Windows XP a Windows 7 (non prendiamo in considerazione Windows Vista o Windows 8) e successivamente da Windows 7 a Windows 10.

Detto questo, alcuni studi di settore condotti dai colleghi di Canalys, evidenziano ora che la fine del supporto gratuito per Windows 10 previsto da Microsoft, metterà in seria discussione la funzionalità e più concretamente l’esistenza di tutte quelle macchine che girano su Windows 10 e che, allo stesso tempo, non rispettano i requisiti (soprattutto hardware) per effettuare l’aggiornamento all’ultima versione del sistema operativo.

Il pensionamento di Windows 10 potrebbe essere la fine per 240 milioni di computer ancora validi

Lasciando da parte le ultime novità che abbracciano l’Intelligenza Artificiale, oltre a grafica, funzionalità e prestazioni, con l’introduzione di Windows 11 Microsoft ha puntato molto alla sicurezza, in particolare con uno dei requisiti più “odiati” (purtroppo) ma importanti come il TMP 2.0, fondamentale per eseguire l’aggiornamento (lasciando perdere le pratiche per aggirarlo). Allo stato attuale, con il supporto gratuito fornito da Microsoft per queste macchine Windows 10 sostanzialmente obsolete, milioni di utenti continuano a sfruttare i loro vecchi sistemi, salvo dover fare i conti nel 2025 con l’interruzione del servizio gratuito che diventerà invece a pagamento (ne abbiamo parlato qui).

Microsoft ha già annunciato che il supporto gratuito per Windows 10 terminerà a ottobre 2025, successivamente l’azienda garantirà ulteriori tre anni di supporto tecnico (ottobre 2028) ma solo a pagamento. A quel punto quindi, ma anche prima se vogliamo, con un PC che sarà ancora più datato rispetto a oggi, potrebbe risultare più conveniente acquistare un nuovo computer (anche usato in realtà) o, in alternativa, cercare una nuova strada esplorando sistemi operativi del tutto diversi come Linux ad esempio.

Sicuramente è più facile a dirsi che a farsi; chi si trova da anni su Windows (ma vale anche per altri sistemi operativi) difficilmente si sposterà su un’altra piattaforma, senza contare gli ambiti lavorativi dove non si può certo perdere tempo e risorse preziose per mettere in piedi un sistema funzionale in breve tempo, magari con software ottimizzati solo per Windows. Lasciando quest’ultima strada agli utenti più audaci, che non riteniamo ingenui però, è evidente che molti PC ancora in ottime condizioni potrebbero essere smantellati e, oltre all’aspetto legato al riciclo e alla dismissione di tutti questi computer, ci potrebbe anche essere un vero e proprio boom di vendite nel settore (ma qui entriamo in altre tematiche).

Possiamo dire senza dubbio che Windows 10 è stato uno dei migliori sistemi operativi di Microsoft, ultimamente l’azienda ha anche portato l’Intelligenza Artificiale con Copilot, ma questo purtroppo non basterà e, come successo in passato, ci sarà una naturale evoluzione che coinvolgerà inevitabilmente anche la componente hardware. Se anche voi possedete un PC Windows 10, o anche più di uno, vi consigliamo (quando vi troverete in questa situazione) di riciclare il maggior numero di componenti possibili, quantomeno quelli come RAM, unità di storage e periferiche che potranno essere riutilizzati magari cambiando solo scheda madre e processore.

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