Oltre all’apertura dei pagamenti NFC dei dispositivi Apple, che prossimamente dovrebbero non essere più esclusivi di Apple Pay e Wallet, un altro importante tassello della liberalizzazione richiesta dall’Unione Europea all’azienda di Cupertino riguarda il sideloading delle app, cioè la possibilità di scaricare e installare giochi e applicazioni su iPhone e iPad senza passare dall’App Store ufficiale. È una questione importante per vari motivi, che mira a ridurre il controllo monopolistico di Apple sul software dei propri dispositivi in ottemperanza al Digital Markets Act (DMA) europeo, nato per contrastare le pratiche anticoncorrenziali delle grandi aziende tecnologiche come Apple, anche per quanto riguarda la questione dei pagamenti fuori dall’App Store.
Apple verso la liberalizzazione dei pagamenti esterni all’App Store e al sideloading
Come andrà a finire non è ancora chiaro, ma nelle scorse ore sono emerse alcune informazioni da un articolo del Wall Street Journal. A parte il sì di Apple al sideloading delle app, ormai pressoché scontato alla luce delle scadenze delle direttive relative (il DMA è entrato in vigore a novembre 2022 ma verrà applicato a partire dal 6 marzo 2024), la fonte parla comunque di importanti restrizioni: in particolare sono previste commissioni dovute ad Apple da parte degli sviluppatori che mettono a disposizione le proprie applicazioni o giochi al di fuori dell’App Store ufficiale, contenuti che dovrebbero subire anche dei processi di revisione da Apple (probabilmente per garantire liceità e sicurezza). Il Journal non specifica ulteriormente le modalità con cui l’azienda di Cupertino avrebbe intenzione di applicare queste restrizioni, né se saranno accettate dall’Europa.
Per quanto riguarda la questione relativa alle commissioni viene in mente l’esempio degli acquisti in-app, per i quali Apple applica attualmente una commissione di circa il 30%, altro impedimento che, tuttavia, ci si aspetta decada con l’applicazione del DMA europeo. Per questo, Spotify già festeggia, con una nota in cui annuncia che, a partire dal 7 marzo, sarà possibile pagare gli abbonamenti o acquistare audiolibri direttamente dall’app di iOS, cioè senza passare dall’App Store.
Non è affatto una cosa da poco per Spotify, ma anche per tutte le altre aziende e sviluppatori che offrono servizi a pagamento. Perché se finora fare questo significava dover pagare una commissione obbligatoria del 30% (circa) sull’acquisto imposta da Apple, le aziende come Spotify hanno preferito non permettere tali transazioni all’interno delle proprie app, questione che impatta sia sulle vendite che sulla chiarezza per gli utenti stessi.
“Per anni, anche nella nostra app per iOS, Apple ha avuto queste regole per cui non potevamo comunicare informazioni sulle offerte, sui prezzi di qualcosa e nemmeno dove e come acquistare. Lo sappiamo, è folle. Con l’entrata in vigore del DMA potremo finalmente farlo nell’UE […] Tutto questo ora può avvenire senza l’onere dell’imposta obbligatoria del 30% circa di Apple, vietata dal DMA” riporta un comunicato stampa di Spotify pubblicato oggi.
Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, Spotify e altri servizi, avranno quindi molti meno vincoli per comunicare agli utenti informazioni ad oggi escluse per via delle politiche dell’App Store di Apple. Nonostante i toni dell’azienda di streaming, il DMA non è ancora stato applicato né si sa con precisione in che modo Apple si conformerà alle nuove regole, questione su cui verrà fatta luce nelle prossime settimane dall’azienda di Cupertino stessa, considerando le scadenze citate.
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