Apple Vision Pro, il primo dispositivo per lo spatial computing della mela morsicata, farà il suo debutto sul mercato statunitense tra un paio di giorni, al termine della fase dei preordini che è iniziata lo scorso 19 gennaio.
Si tratta indubbiamente di un dispositivo rivoluzionario sotto molti punti di vista che, come spesso capita per i prodotti di casa Apple, trova il suo “difetto” più grande nel prezzo di listino, fuori dalla portata di molti. Negli ultimi giorni sono stati pubblicati in rete i primi contenuti con protagonista il visore, tra “prime impressioni”, recensioni e tanto altro: analizziamone alcuni e vediamo cosa emerge.
Che cosa è Apple Vision Pro?
Apple Vision Pro è un dispositivo indossabile, una sorta di sofisticato computer racchiuso nel corpo di un visore per la realtà estesa (realtà aumentata + realtà virtuale), proprio perché l’idea di base di Apple prevede che il dispositivo dia accesso a un mondo “virtuale” senza però far fuori lo spazio che circonda l’utente.
Una volta indossato, l’utente si troverà davanti agli occhi uno “schermo” super nitido che da accesso al mondo dello spatial computing: in questo “spazio” è possibile lavorare in un ambiente da ufficio, guardare un film, una serie tv o altri contenuti multimediali, giocare e tenersi in contatto con gli amici.
I dirigenti Apple hanno parlato del visore come di un dispositivo per l’intrattenimento, per girare video coinvolgenti della festa di compleanno di un figlio, come monitor esterno per un computer Mac, come supporto per i chirurghi che hanno bisogno di guardare le immagini durante le procedure e per la formazione dei meccanici.
Molte aziende scommettono che un dispositivo del genere, magari ancor più futuristico, possa essere la prossima fase del modo in cui ci interfacciamo con Internet. Al momento siamo ancora lontani da questa fase: nel 2023, secondo le stime della IDC, sono stati venduti circa 8 milioni di computer indossabili; una bazzecola, se pensiamo che ogni anno il numero di smartphone venduti supera quota 1 miliardo.
Apple Vision Pro protagonista delle prime recensioni
Nella giornata di ieri, sono state pubblicati tanti contenuti con protagonista Apple Vision Pro, tra unboxing, prime impressioni e addirittura recensioni: ovviamente, questi contenuti sono stati prodotti dai primi “fortunati” che hanno avuto accesso al dispositivo; si tratta principalmente di testate giornalistiche statunitensi, importanti siti del settore e famosi youtuber.
Tirando le somme, l’aspetto del visore che ha più convinto la maggior parte dei primi recensori è lo schermo nitido dall’aspetto incredibile. Tra i pro, in genere, emerge anche il meccanismo di interazione col dispositivo pensato dal team di sviluppo: è possibile usare addirittura gli occhi che diventano un vero e proprio mouse, mentre le dita fungono da pulsante.
Non è tutto oro ciò che luccica: diversi recensori hanno affermato di sentirsi a disagio con indosso Apple Vision Pro per via del caldo generato (normale per un dispositivo elettronico, soprattutto quando sottoposto a stress). Altro punto a sfavore è il campo visivo, molto più ristretto di quanto si possa immaginare. Terza, non per importanza, nota dolente è il prezzo: Apple Vision Pro parte da 3499 dollari; aggiungendo altri accessori (oltre a quelli inclusi in confezione), il prezzo di listino può facilmente raggiungere quota 6000 dollari.
La recensione della CNBC
La recensione di Apple Vision Pro della CNBC porta la firma di Todd Haselton che lo descrive come il futuro del computing e dell’intrattenimento, un dispositivo in grado di distinguersi per i suoi schermi nitidi e colorati, per la possibilità di vedere l’ambiente circostante senza ritardi (grazie alla tecnologia passthrough) e per la presenza di un SoC molto potente (si tratta dell’Apple Silicon M2).
Sebbene Haselton tessa le lodi del dispositivo a tutto tondo, trova nelle app disponibili uno dei limiti: mancano infatti app come Netflix, Spotify, 1Password, Amazon, tutte le app Google, tutte le app del gruppo Meta e giochi come Diablo Immortal o Genshin Impact.
Un altro limite risiede nella tastiera: “Sono diventato più veloce durante il tempo trascorso con Vision Pro, ma non così veloce come lo sono sul mio iPhone o su una vera tastiera“. Terzo aspetto “negativo” è il pacco batteria, esterno al visore: per Haselton sarebbe stato migliore un pacco batteria incorporato.
Haselton conclude dicendo che “la vera opportunità per Apple si materializzerà quando troverà un modo per produrre in serie il Vision Pro a un prezzo più vicino ai 2000 dollari, o meno. Fino ad allora, potrebbe trattarsi di un prodotto di nicchia. Ma l’esperienza fa saltare tutto il resto. È il prodotto Apple più entusiasmante degli ultimi anni ed è il miglior esempio di come questo diventerà un nuovo modo di usare il computer“.
La recensione di CNET
La recensione di CNET porta la firma di Scott Stein che descrive Apple Vision Pro come un cinema personale, un iPad indossabile e la porta d’accesso a un futuro immersivo.
Tra i punti a favore rientrano i display micro-OLED definiti sorprendenti, l’interfaccia di controllo occhio-mano, il modo in cui unisce il mondo reale a quello virtuale, il supporto agli altri OS della mela morsicata (iOS, iPadOS e macOS) e a tutte le app disponibili su di essi (non senza qualche bug) e la possibilità di riprodurre ricordi personali in tre dimensioni, aspetto che viene definito come “emozionante”.
Il rovescio della medaglia è il prezzo: Apple Vision Pro è definito estremamente costoso. Due degli aspetti valutati positivamente sono al contempo valutati in maniera negativa: l’interfaccia di controllo occhio-mano non è sempre perfetta; vi sono molte app, sì, ma sono poche quelle ottimizzate per visionOS. Altri due aspetti valutati negativamente sono la batteria esterna e il cavo, necessari per l’utilizzo, nonché l’impossibilità di utilizzo con indosso gli occhiali.
Il giudizio di Joanna Stern del Wall Street Journal
Il visore di Apple ha tutte le caratteristiche di un prodotto di prima generazione: è grande e pesante, la batteria dura poco, ci sono poche app valide e possono essere difettose. E andiamo, hai visto che aspetto pensa che io abbia questo coso? (parla delle Persona, gli avatar degli utenti, ndr.)
Eppure gran parte di ciò che Vision Pro può fare sembra fantascientifico. Sto sfogliando le app in tutto il mio ufficio a casa. Ho più timer virtuali in bilico sopra la mia stufa. Sto guardando gli ologrammi di mio figlio che accarezza un lama. È il miglior visore per realtà mista che abbia mai provato, molto più avanzato degli unici veri concorrenti, i molto più economici Meta Quest Pro e Quest 3.
Queste aziende sanno che questi non sono realmente i dispositivi che vogliamo. Stanno tutti lavorando per trasformare le esperienze virtuali in qualcosa che assomigli di più a un normale paio di occhiali. Fino ad allora, ci stanno solo scherzando su.
La recensione di The Verge
La recensione di The Verge porta la firma di Nilay Patel che definisce Apple Vision Pro come il miglior visore consumer mai realizzato, sostenendo che questo aspetto sia al contempo un problema:
Ci sono molte idee nel Vision Pro e sono tutte eseguite con il tipo di intenzione premurosa che poche altre aziende riusciranno mai a fornire, figuriamoci nella prima iterazione. Ma la cosa scioccante è che Apple potrebbe aver inavvertitamente rivelato che alcune di queste idee fondamentali sono in realtà dei vicoli ciechi, che non potranno mai essere eseguite abbastanza bene da diventare mainstream. Si tratta del migliore visore passthrough-video mai realizzato e ciò potrebbe significare che il passthrough di realtà mista basato su fotocamere potrebbe essere semplicemente una strada che non porta da nessuna parte. Questo offre il miglior tracciamento manuale e oculare di sempre ma sembra che mouse, tastiera e touchscreen rimarranno imbattuti per gli anni a venire. C’è così tanta tecnologia in questa cosa che sembra magica quando funziona e ti frustra completamente quando non funziona.
Tra i punti a favore, vengono esaltati i display e la funzionalità passtrough-video, il tracciamento occhio-mano, l’integrazione con l’ecosistema Apple e la versatilità che offre uno spazio così ampio per potere disporre app e finestre a piacimento.
I punti a sfavore, invece, sono il prezzo (“molto costoso”), il limite della funzionalità passtrough-video (parla di immagine leggermente offuscata), il tracciamento occhio-mano che non è coerente durante l’utilizzo. Altri due aspetti negativi sottolineati da Patel sono gli avatar degli utenti (Persona), che risultano inquietanti, e la sensazione di “solitudine” che si può avvertire indossando il visore.
La recensione di Tom’s Guide
La recensione di Tom’s Guide porta la firma di Mark Spoonaeur che parla di “rivoluzione in corso”, definendo Apple Vision Pro come un dispositivo “costoso e tutt’altro che perfetto” ma al contempo “incredibilmente coinvolgente” e in grado di rivoluzionare mobile computing e intrattenimento. Spoonaeur si concentra soprattutto su ciò che concerne batteria e autonomia del dispositivo:
Per quanto riguarda la resistenza, la batteria del Vision Pro ha una durata nominale di 2 ore di uso generale e 2,5 ore di riproduzione video. Nei miei test di utilizzo acceso e spento per 2 ore, Vision Pro è sceso a circa il 60% e poi al 40% dopo un altro paio d’ore.
Se desideri utilizzare Vision Pro in modo continuo, puoi sempre collegare semplicemente la batteria utilizzando l’adattatore di alimentazione USB-C incluso. I visori per realtà mista concorrenti come Meta Quest 3 e Meta Quest Pro hanno batterie integrate nel visore, il che è più conveniente, ma sono anche meno potenti.
In generale, per Tom’s Guide il visore del colosso di Cupertino è un super costoso, privo di alcune app di primo piano come Netflix e YouTube. La batteria “esterna” può infastidire l’utente. Gli avatar (Persona) hanno bisogno di molto lavoro di sviluppo.
Al contempo, la testata tessa le lodi di Apple Vision Pro per merito della sua incredibile interfaccia occhio-mano, per le capacità di riproduzione dei contenuti 3D e immersivi, per l’integrazione e interoperabilità con i MacBook e, più in generale, per le esperienze fornite in realtà aumentata.
I colleghi di la Repubblica hanno provato Apple Vision Pro per 7 giorni
Grazie alla collaborazione di Carolina Milanesi, fondatrice di The Heart of Tech, i colleghi di la Repubblica hanno potuto “trascorrere” una settimana in compagnia del nuovo Apple Vision Pro e condividono le prime impressioni sul visore, per lo più positive.
Riepiloghiamo le prime impressioni di Carolina Milanesi in alcuni punti:
- Esperienza utente – La chiarezza dell’immagine e la qualità del suono contribuiscono a rendere davvero immersiva l’esperienza utente. A tal proposito, vengono elogiati anche la facilità di apprendimento del dispositivo e la naturalezza di tutte le azioni per navigare l’interfaccia.
- Utilizzo in accoppiata con un Mac – Viene giudicato come l’aspetto più sfidante ma solo perché richiede di “ripensare il proprio flusso di lavoro per sfruttare al meglio ciò che ogni singolo dispositivo ha da offrire“.
- Mondo reale e mondo virtuale: – Apple Vision Pro offre una transizione senza soluzione di continuità tra l’immersione in un ambiente virtuale e l’interazione con il mondo fisico, grazie alla funzionalità EyeSight. Il design consente agli estranei di vedere gli occhi dell’utente senza dover rimuovere frequentemente il visore. La configurazione del dispositivo è semplice e le telecamere mappano l’ambiente circostante in modo dinamico.
- Applicazioni – Ci sono opportunità di monetizzare esperienze immersive, come contenuti esclusivi di Netflix, e la transizione verso applicazioni che sfruttano appieno il potenziale del Vision Pro offre agli sviluppatori la possibilità di creare contenuti coinvolgenti. Le app iPad sono compatibili in modo migliore rispetto ai primi giorni di iPad.
- Persona – La rappresentazione dell’utente come avatar “in modo realistico” suscita curiosità nelle persone; le immagini possono sembrare “leggermente spettrali ma sono comunque una rappresentazione convincente“.
- In videochiamata – Viene elogiata l’originalità scelta da Apple per integrare le videochiamate FaceTime: il chiamante appare come un grande schermo fluttuante nello spazio, aggiungendo un tocco personale rispetto ai tradizionali schermi di computer o telefono. Tuttavia, l’autrice non è sicura se lo utilizzerà ogni volta che effettua una chiamata FaceTime.
- Siri – L’icona dell’assistente vocale della mela morsicata è sempre a portata di “sguardo”: “basta chiedere aiuto a Siri, e – una volta completate le richieste – dirle di sparire, così anche l’icona svanirà“.
- Batteria – L’autonomia del visore non viene vista come un problema, dato che è disponibile la ricarica tramite un cavo USB-C lungo o sfruttando la batteria esterna che, durante le attività in movimento, può essere riposta in tasca.
In conclusione, Milanesi sostiene che, nonostante il prezzo attuale possa limitarne un’adozione diffusa, Apple Vision Pro rappresenta un’opportunità più significativa per Apple rispetto, ad esempio, all’iPad. Non manca poi un suggerimento al team di sviluppo: cercare di far funzionare il Face ID in modo che l’iPhone possa essere sbloccato senza dovere rimuovere il visore.
The Apple Vision Pro has arrived, and we’ve got a game changer on our hands—and face.
From state-of-the-art immersive experiences to new ways to engage with your favorite fictional worlds and landscapes, to the creation of a Persona that levels up the age of avatars and… pic.twitter.com/npXX4Qgpv1
— Carolina Milanesi (She/Her) (@caro_milanesi) January 30, 2024
Altre recensioni di Apple Vision Pro
- Unboxing e primo contatto di Marques Brownlee (MKHBD)
- Le prime impressioni dopo 24 ore di utilizzo di Marques Brownlee (MKHBD)
- Unboxing, recensione e contenuti demo di Justine Ezarik (iJustine)
- Recensione di Brian Tong
Queste erano le prime impressioni/recensioni internazionali di Apple Vision Pro: è facile immaginare che nei prossimi giorni arrivino molti altri contenuti sul visore del colosso di Cupertino. Solo il tempo ci dirà se abbiamo a che fare con un bellissimo (e costosissimo) esercizio di stile o con un dispositivo che cambierà radicalmente il modo di “vivere” internet e ciò che ci circonda.
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