Stellantis era uno dei nomi che mancavano a un’adozione pressoché globale allo standard di ricarica di Tesla, in sigla NACS (North American Charging Standard). Lo ha annunciato in un comunicato stampa in cui il Gruppo non fa menzione alla casa automobilistica di Elon Musk, riferendovisi tuttavia col nome standard ufficiale SAE J3400, un sistema per la ricarica usato da Tesla nel mercato nordamericano dal 2012 e aperto anche agli altri produttori di automobili da novembre 2022.

Nel giro di pochi mesi sono stati diversi i costruttori a farsi avanti, a partire da Ford fino a Mazda e al gruppo Volkswagen, allineatisi a tutti gli altri nelle scorse settimane. Con il sì di Stellantis, i Supercharger nordamericani saranno aperti praticamente a tutti (a parte Mitsubishi Motors e altri produttori minori), è proprio questo il nocciolo della questione: adottare lo standard NACS significa che anche le auto elettriche non Tesla possono usare i Tesla Supercharger per la ricarica.

La rete di stazioni di ricarica costruita da Tesla, che oggi conta oltre 50.000 Supercharger secondo quanto dichiarato, è da anni uno dei punti di forza dell’azienda di Elon Musk, negli USA e non solo, perché veloce, semplice e largamente disponibile. E con un’adozione così vasta da parte delle principali aziende automobilistiche di tutto il mondo, è molto probabile che anche nel settore della ricarica Tesla guadagni ulteriormente margine su tutti gli altri.

I primi veicoli elettrici di Stellantis dotati della presa SAE J3400 saranno disponibili nel 2025, come specifica l’azienda nel comunicato stampa, anno in cui anche gli altri produttori lo adotteranno nel mercato nordamericano; ricordiamo che lo standard non è disponibile né in Italia, né in Europa. Se NACS sostituirà anche i classici CCS e CHAdeMO usati da noi non è ancora chiaro, ma si tratta di un evidente passo in avanti verso un’eventuale standardizzare del settore.

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