Il nuovo report Bango.com sull’andamento delle abitudini di streaming e abbonamento degli europei rivela come, nonostante le crescenti preoccupazioni relative al costo della vita, i cittadini del vecchio Continente spendano sempre di più in app e servizi di abbonamento: in totale, stando al sondaggio condotto su 5.000 persone, è di 696 euro annui la spesa, che – peraltro – si aggiunge ai costi “standard” come quelli di TV, telefono e Internet.

Per quanto riguarda l’Italia, i cittadini si collocano sotto la media con circa 600 euro annui spesi in abbonamenti: un dato che posiziona il nostro Paese dietro il Regno Unito (814 euro), Francia (780 euro), Spagna (720 euro) e Germania (684 euro).

Si noti altresì come il costo medio annuo per abbonato sia cresciuto negli ultimi anni in concomitanza con lo sviluppo dei prezzi degli abbonamenti, con Netflix e Disney+ che hanno guidato l’elenco degli operatori streaming che hanno ritoccato le proprie tariffe verso l’alto. Nonostante ciò, il 60% degli europei afferma di iscriversi a più abbonamenti in caso di sufficiente disponibilità economica. A dimostrazione di ciò, gli europei hanno sottoscritto una media di 3,2 abbonamenti, con punte di 3,3 abbonamenti per Regno Unito e Germania.

L’insoddisfazione per la pubblicità troppo invadente

Il report si è poi occupato di comprendere in che modo i cittadini europei rispondono alla presenza pubblicitaria nei servizi di abbonamento, denotando diverse reazioni all’introduzione dello streaming sostenuto dalla presenza di messaggi promozionali.

Ebbene, in questo ambito, l’insoddisfazione è sembrata essere più che evidente. Nel Regno Unito, per esempio, il 28% degli abbonati ha annullato i servizi a causa degli annunci, mentre gli spagnoli sono quelli meno tolleranti, con l’annullamento del 31% degli abbonamenti avvenuti proprio a causa dell’advertising. Percentuali lievemente inferiori per gli italiani.

Come intuibile, però, l’insoddisfazione nei confronti delle pubblicità non ha indotto la maggior parte degli utenti a effettuare lo switch verso le versioni più onerose dei servizi, ma prive di pubblicità. Considerato infatti che il passaggio da una versione con spot a una advertising-free ha un costo spesso significativo, ha effettuato questa scelta solamente il 26% degli utenti.

Un’altra tendenza particolarmente interessante che si è sviluppata nel nostro Paese come nel resto del Continente è la preferenza verso soluzioni di gestione semplificate: più della metà degli utenti (58%) ha infatti espresso il desiderio di una piattaforma di abbonamento all-in-one che permetta l’accesso a tutti i servizi all’interno di un singolo hub di contenuti e che offra la comodità di gestire tutti gli abbonamenti e gli account mediante un unico servizio.