Alla WWDC24, la conferenza dedicata agli sviluppatori conclusasi venerdì scorso, Apple ha condiviso qualche dettaglio in più sulla nuova generazione Apple CarPlay, presentata due anni prima ma non ancora disponibile.
Alcuni indizi sulle prime auto compatibili erano emersi lo scorso dicembre, ma di questo nuovo Apple CarPlay non c’è ancora alcuna traccia concreta. L’azienda di Cupertino promette un’integrazione con le funzioni dell’auto, la disponibilità su più schermi e, in generale, una maggiore versatilità grazie a un software tutto nuovo di cui nelle scorse ore sono emersi vari dettagli tecnici, compreso il fatto che funzionerà solo in modalità wireless.
Nuovi dettagli su come funzionerà il nuovo Apple CarPlay
Che Apple CarPlay non sarà più un mero secondo schermo di iPhone è ormai risaputo. La nuova generazione è una specie di Android Automotive OS, come lui personalizzabile dalle case automobilistiche, le quali ne possono modificare estetica, funzioni e vari aspetti, una nuova generazione che può gestire più schermi, permettere di controllare la climatizzazione, il riscaldamento dei sedili, compresi i parametri audio e varie funzioni specifiche delle auto, come consumi, velocità e altre informazioni.
Essendo così (potenzialmente) versatile, è necessario che le case automobilistiche decidano di adottarlo già prima di sviluppare il software dei propri veicoli, proprio per la quantità di informazioni e funzioni che può gestire. Rispetto all’attuale Apple CarPlay necessita di conseguenza di sforzi maggiori da parte dei costruttori, che è anche uno dei motivi per i quali si sta facendo attendere tanto.
Per integrare funzionalità come quelle relative ai controlli del climatizzatore e le informazioni sulla velocità, Apple deve infatti raccogliere i dati dall’auto direttamente. Anche per questo, Apple CarPlay di nuova generazione funziona “a livelli”: da una parte ci sono quelli legati all’iPhone, dall’altra quelli che funzionano localmente sull’auto, e che non si interrompono disconnettendo lo smartphone.
Apple ha spiegato ai colleghi di The Verge che ci sono due livelli che vengono eseguiti localmente sull’auto: la “overlay UI” riguarda ad esempio contachilometri e indicatori di direzione, mentre la “local UI” si occupa di aspetti che devono essere aggiornati in tempo reale come tachimetro e contagiri. Entrambi questi livelli sono personalizzabili dalle case automobilistiche, che hanno a disposizione vari stili e layout a cui aggiungere loghi, sfondi e grafiche varie. Discorso diverso per il font: è disponibile il solo San Francisco di Apple.
C’è poi il livello “punch-through UI“, quello più aperto, che dà (quasi) carta bianca alle case automobilistiche, le quali possono creare direttamente delle funzioni esclusive, come quelle che riguardano le funzionalità avanzate di assistenza alla guida, pulsanti per scegliere le modalità di guida, scorciatoie per accedere alle impostazioni native dell’auto, o l’intervento delle telecamere, per esempio abilitare la schermata che mostra ciò che inquadra la telecamera posteriore quando si inserisce la retromarcia.
Avere un sistema a livelli del genere è utile anche per far sì che il nuovo Apple CarPlay si avvii istantaneamente, senza aspettare che l’iPhone si connetta. Come anticipato, a differenza dell’attuale CarPlay, la nuova versione supporta solo la connessione wireless, un altro aspetto cruciale che necessita di una particolare attenzione da parte delle case automobilistiche e da Apple stessa, considerando che i problemi di connettività di CarPlay sono piuttosto frequenti, tanto più in modalità wireless.
Comunque, ne sapremo di più prossimamente, nel caso in cui più aziende automobilistiche decidano di investire in questo nuovo software di Apple la cui adozione, al momento, è stata confermata solo da Aston Martin e Porsche.
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