Nei giorni scorsi AMD, noto produttore californiano di componenti hardware, è stato vittima di un attacco informatico.

Nell’occasione, il gruppo hacker IntelBroker sembra aver ottenuto un gran numero di informazioni legate a personale, clienti e soprattutto progetti futuri dell’azienda. AMD, che sta collaborando con le forze dell’ordine per capire ogni singola dinamica di quanto accaduto, sta però minimizzando le conseguenze della violazione.

Durante un’intervista rilasciata a Bloomberg, infatti, un portavoce ha chiarito come “Sulla base della nostra indagine, sosteniamo che sul sito di un fornitore di terze parti sia stato effettuato l’accesso a una quantità limitata di informazioni relative alle specifiche utilizzate per assemblare determinati prodotti AMD“. Nella stessa intervista, poi, lo stesso ha proseguito “Non crediamo che questa violazione dati avrà un impatto materiale sulla nostra attività o sulle nostre operazioni“.

Al momento il secondo più grande produttore di processori per computer non ha svelato eventuali risultati delle indagini svolte per capire come gli hacker hanno operato.

AMD e IntelBroker: i casi precedenti di hacking

Il recente furto di informazioni è stato scoperto in seguito ad alcuni post di IntelBroker su forum clandestini, dove il collettivo ha di fatto “messo sul mercato” il pacchetto dati sottratto alla compagnia. Gli stessi hacker, tra l’altro, nel mese di maggio hanno catturato l’attenzione a livello mondiale dopo aver violato il sito dell’Europol, condividendo poi online i dati ottenuti dall’operazione.

L’azienda con sede a Santa Clara ha già avuto a che fare con alcuni hacker in passato. Giusto un paio di anni fa, per esempio, la compagnia ha subito un attacco dal gruppo RansomHouse, con la perdita di ben 450 GB di dati.

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