Proprio in queste ore si trova al vaglio del Governo una legge che si pone come obbiettivo quello di riempire un attuale vuoto legislativo, non solo a livello nazionale ma anche europeo, il nostro esecutivo è pronto a dare il via libera alla prima legge sullo spazio e sulla space economy, nel tentativo di regolamentare un settore che coinvolge qualsiasi attività (soprattutto private) che possa svolgersi al di fuori dell’atmosfera.

Il Disegno di legge presentato al Consiglio dei Ministri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, si compone di 32 articoli, grazie ai quali si individuano obblighi e sanzioni per chiunque voglia operare in orbita, nello spazio profondo, sulla Luna o sugli asteroidi, ma anche per quel che concerne turismo spaziale, ricerca o esplorazione.

Tra gli obbiettivi ci sono l’istituzione di un registro nazionale di oggetti lanciati nello spazio e un “Fondo per l’economia dello spazio”, per un totale di 295 milioni nel periodo che va dal 2024 al 2026. Vediamo qualche dettaglio.

Registro, autorizzazioni, fondi e incentivi: cosa prevede il Ddl Spazio

Il Ddl Spazio attualmente all’esame del Consiglio dei Ministri definisce come “attività spaziali” tutte le operazioni che si svolgono al di fuori dell’atmosfera, non viene stabilita una quota precisa ma è lecito presumere che si possa fare riferimento a quanto fissato convenzionalmente a livello internazionale, ovvero dai 100 Km di altitudine in poi; vengono espressamente indicate tutta una serie di attività esemplificative, nello specifico:

  • Il lancio, il rilascio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali, incluso lo smaltimento dalle orbite terrestri e la rimozione di oggetti, i servizi in orbita, l’assemblaggio e l’utilizzo di stazioni spaziali orbitanti, nonché la produzione di oggetti nello spazio extra-atmosferico e sui corpi celesti; l’esplorazione, l’estrazione e l’uso delle risorse naturali dello spazio extra-atmosferico e dei corpi celesti
  • Il lancio, il volo e la permanenza, di breve o di lungo periodo, di esseri viventi nello spazio extra-atmosferico e sui corpi celesti
  • le attività condotte attraverso le piattaforme stratosferiche e i razzi sonda

Si prevede l’istituzione di un apposito registro nazionale di oggetti lanciati nello spazio a cura dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), sarà un registro pubblico e dovrà contenere il nome dello Stato di lancio, un codice alfanumerico di riconoscimento preceduto da “Ita”, i dati di lancio, i parametri orbitali, le funzioni, i dati di chi lo gestisce.

Coloro che vorranno operare nello spazio dovranno essere autorizzati dall’Autorità responsabile, cioè “il Presidente del Consiglio dei ministri” o l’Autorità che ha la delega alle politiche spaziali, il Comitato interministeriale (Comint); andranno rispettati una serie di requisiti di sicurezza e sostenibilità ambientale, anche sull’inquinamento luminoso ed elettromagnetico, oltre a dover garantire garantire “capacità professionali e tecniche idonee a condurre le attività per le quali si richiede l’autorizzazione” e “adeguata solidità finanziaria”.

Dal punto di vista finanziario inoltre, viene fatto obbligo per le attività di dotarsi di un’apposita copertura assicurativa per eventuali danni causati dalle attività spaziali, sarà infatti obbligatorio prevedere un massimale di 100 milioni per sinistro, ridotto del 50% in caso di attività meno pericolose (basate sull’identificazione di tre fasce di rischio) e a 20 milioni per startup e attività di ricerca.

La valutazione dei requisiti richiesti, così come la vigilanza, saranno a cura dell’Agenzia Spaziale Italiana che potrà negare le autorizzazioni necessarie anche in virtù dell’attuale contesto politico globale: nello specifico è stata prevista una clausola volta a tutelare il valore strategico dello spazio alla luce degli attuali conflitti geo politici, l’autorizzazione a operare nello spazio sarà negata a chi lavora per i governi di Paesi non democratici (dittatori), qualora sussistano “legami fra l’operatore spaziale da autorizzare e altri Stati o territori terzi che, tenuto conto anche delle posizioni ufficiali dell’Unione europea, non si conformano ai principi di democrazia o dello Stato di diritto, o che minacciano la pace e la sicurezza internazionali o sostengono organizzazioni criminali o terroristiche o soggetti ad esse comunque collegati”.

Le autorizzazioni concesse potranno ovviamente essere revocate per vari motivi, chi non rispetta le regole o ostacola la vigilanza affidata all’ASI rischia multe da 150 mila a 500 mila euro e da tre a sei anni di reclusione.

L’ASI, il ministero dell’Università e della ricerca e il Comint redigeranno il Piano Nazionale per l’economia dello Spazio, avrà validità di cinque anni e verrà aggiornato ogni due, lo scopo del piano è quello di fornire indicazioni su come usare le risorse del Fondo per l’economia dello spazio. Con il fine ultimo di “promuovere le attività di economia dello spazio nazionali, la commercializzazione dello spazio e delle attività ad esso collegate, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali, e l’utilizzo commerciale delle infrastrutture spaziali nazionali” verranno stanziati 85 milioni per il 2024, 160 milioni per il 2025 e 50 milioni per il 2026.

Il Ddl Spazio prevede anche la creazione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale per favorire le connessioni a livello governativo e per offrire archiviazione via cloud di dati sensibili su satellite, l’articolo 26 tratta anche l’intenzione di sfruttare le nuove tecnologie per coprire l’attuale divario digitale presente nel Bel Paese, strizzando di fatto l’occhio a Starlink di Elon Musk, che di recente ha presentato un reclamo nei confronti di Telecom Italia, rea a suo dire di ostacolare la diffusione di internet veloce.

In ultimo, il Ddl Spazio prevede anche agevolazioni per startup e per piccole e medie imprese negli appalti pubblici spaziali, è infatti previsto che il 10% del subappalto venga assegnato ad aziende innovative, la cui presenza offrirà un vantaggio nei punteggi di un’offerta in una gara pubblica.