Dopo un totale di 53 giorni si è conclusa questa mattina la missione cinese Chang’e 6, una delle più ambiziose e interessanti degli ultimi tempi visto che ha avuto come obbiettivo la raccolta di campioni sul lato nascosto della Luna; alle ore 08:06 italiane di oggi la capsula contenente i campioni raccolti sul lato nascosto del nostro satellite è atterrata nel deserto della Mongolia.
Si conclude la missione cinese Chang’e 6 con il ritorno dei campioni raccolti sul lato nascosto della Luna
A inizio mese avevamo visto insieme il successo dell’allunaggio della navicella cinese Chang’e 6 sul lato nascosto della Luna, la Cina è al momento l’unico stato al mondo ad essere riuscita in un’impresa simile: la prima volta nel 2018 con Chang’e 4, un lander che ha trasportato un rover chiamato Yutu-2, missione che insieme a Chang’e 5 nel 2020 (che ha recuperato 1.7 kg di campioni dal lato visibile della Luna) ha gettato le basi per Chang’e 6.
Ad ogni modo, in seguito all’allunaggio, la sonda cinese ha iniziato le operazioni di raccolta dei campioni di suolo grazie all’ausilio dei due appositi strumenti con cui era equipaggiata, un trapano in grado di raggiungere i due metri di profondità e un braccio robotico dedicato alla raccolta dei campioni di suolo.
Una volta completate le operazioni, i campioni raccolti sono rimasti in orbita nel modulo di servizio per 15 giorni, preparando la traiettoria per il rientro sulla Terra; anche in questo caso le operazioni sono state portate a termine con successo, nonostante il rientro di una capsula dalla Luna sia un’operazione tutt’altro che semplice, visto che prevede una velocità di impatto con l’atmosfera maggiore (circa 11.2 Km/s) rispetto a quella del ritorno dall’orbita terrestre bassa.
La capsula contenente i campioni raccolti dalla missione Chang’e 6 è atterrata con l’ausilio di due paracadute, il più piccolo è stato impiegato per motivi di stabilizzazione, mentre il più grande si è aperto a circa 10 km di quota con lo scopo di rallentare la discesa della capsula, rimanendo aperto fino al contatto con il suolo avvenuto nella regione chiamata Siziwang Banner, in Mongolia.
Non è chiaro al momento quanto materiale sia stato raccolto, ma l’obbiettivo della missione era quello di prelevare 2 Kg di rocce e polveri lunari provenienti dal lato nascosto del nostro satellite; è doveroso sottolineare come si tratti dei primi campioni mai raccolti in questa zona della Luna e giunti sulla Terra: questo materiale riveste dunque una notevole importanza per gli scienziati che, analizzandolo, avranno modo di fare luce non solo sulla composizione in sé del lato nascosto della Luna, ma anche sulle differenze tra le due facce del nostro satellite, molto diverse tra loro per composizione.
La Cina non ha ovviamente intenzione di fermarsi qui, per quanto la missione Chang’e 6 si possa senza dubbio definire un successo, è già in programma la numero 7, prevista per il 2026, che trasporterà un rover, un lander e altri esperimenti per studiare il Polo Sud della Luna.
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