Nella giornata di oggi, 26 giugno 2024, Apple ha dato un annuncio importante in tema di riparazioni fai-da-te in Europa: il colosso di Cupertino ha ufficializzato l’arrivo nel Vecchio Continente dello strumento Apple Diagnostics per Self Service Repair. In sede di annuncio, Apple ha condiviso anche un interessante whitepaper in cui approfondisce la tematica della longevità dei prodotti.

Apple Diagnostics per Self Service Repair arriva in Europa

Se non sapete di cosa stiamo parlando, Apple Diagnostics è un importante strumento software che si inserisce nell’ambito del programma Self Service Repair di Cupertino e nasce per consentire agli utenti di risolvere i problemi in totale autonomia. Lo strumento in discorso era stato lanciato a partire dagli USA lo scorso mese di dicembre, mettendo nelle mani degli utenti “le stesse capacità dei Centri Assistenza Autorizzati Apple e dei fornitori indipendenti di testare i prodotti per verificare il funzionamento e le prestazioni dei componenti”, dando loro un prezioso aiuto nell’identificazione delle parti da riparare.

A partire da oggi, lo strumento Apple Diagnostics per Self Service Repair è disponibile per i modelli di iPhone, Mac e Studio Display in 33 Paesi e 24 lingue: agli Stati Uniti, infatti, si sono aggiunti in un colpo solo 32 Paesi europei, tra i quali figurano Italia, Regno Unito, Francia e Germania.

L’utente interessato ad eseguire una riparazione fai-da-te, può accedere ad Apple Diagnostics avviando la sessione su un secondo dispositivo, così da verificare le condizioni di quello esaminato; la procedura guidata consente di scoprire rapidamente se è necessario eseguire una riparazione e quali componenti sia necessario sostituire.

Lanciato già da qualche anno, il programma Self Service Repair di Apple è disponibile anche in Italia da fine 2022, ma da oggi guadagna un’arma molto importante.

Longevità: in equilibrio tra durabilità e riparabilità del prodotto

Se l’annuncio è interessante per quanti siano sufficientemente smaliziati da pensare di riparare il proprio iPhone o Mac in totale autonomia,  lo studio condiviso da Apple contiene dei dati significativi anche per tutti gli altri. Sì, perché i dispositivi elettronici fanno parte della quotidianità di ognuno di noi e la loro longevità riguarda tutti.

La ricerca di Apple mette in evidenza i principi alla base di una progettazione tesa alla longevità, la cui ricetta è il frutto di un delicato equilibrio tra durabilità e riparabilità del prodotto. I principi guida di Apple sono quattro:

  1. Impatto ambientale
  2. Accesso ai servizi di riparazione
  3. Protezione, sicurezza e privacy
  4. Trasparenza nelle riparazioni.

Il whitepaper di Apple tocca anche un argomento lungamente controverso in tema di riparazione dei prodotti della mela morsicata:

L’abbinamento delle parti è la pratica di utilizzare il software per identificare i componenti tramite un identificatore univoco. Apple si serve dell’abbinamento delle parti al fine di rendere l’accesso alla riparazione più semplice e trasparente per i clienti, garantendo allo stesso tempo che ogni dispositivo — e i dati in esso archiviati — rimangano sicuri e funzionino senza problemi. Non si tratta di spingere i consumatori a rivolgersi ad Apple per le riparazioni: infatti, Apple effettua meno di un terzo delle riparazioni fuori garanzia. Inoltre, i tassi di riparazione in garanzia e fuori garanzia per Apple tra il 2015 e il 2022 sono diminuiti rispettivamente del 78% e del 38%, riflettendo una maggiore qualità e affidabilità del dispositivo”.

Di seguito alcune statistiche interessanti condivise da Apple a proposito della longevità dei propri prodotti:

  • Rispetto agli smartphone Android, gli iPhone mantengono il proprio valore non meno del 40% in più e il divario è ancora più ampio per i modelli meno recenti.
  • Nel mondo, ci sono centinaia di milioni di iPhone più vecchi di 5 anni ancora in funzione e il numero è in continua crescita.
  • L’introduzione della riparazione del vetro posteriore a partire da iPhone 15 ha ridotto nettamente i costi di riparazione (di oltre il 60%).
  • L’88% delle batterie di terze parti testate in uno studio UL Solutions ha fallito il test almeno una volta (prendendo fuoco o esplodendo).

Per questi e altri dettagli, potete consultare lo studio completo a questo link.