In una sentenza pregiudiziale l’UE ha formalmente accusato Meta di violazioni del suo Digital Markets Act (DMA). La Commissione europea ritiene che il modello pubblicitario “paga o acconsenti” lanciato lo scorso anno per gli utenti di Facebook e Instagram non offre agli utenti una terza opzione.
La Commissione afferma che Meta non offre agli utenti una scelta che consenta loro di assumere il controllo dei propri dati e di convivere con un’esperienza pubblicitaria meno personalizzata senza dover necessariamente pagare.
L’UE accusa Meta per la sua pratica “paga o acconsenti”
Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno ha dichiarato quanto segue:
“Oggi compiamo un altro importante passo per garantire il pieno rispetto del DMA di Meta. La nostra opinione preliminare è che il modello di business “Pay or Consent” di Meta viola il DMA. La DMA è lì per restituire agli utenti il potere di decidere come utilizzare i propri dati e garantire che le aziende innovative possano competere ad armi pari con i giganti della tecnologia sull’accesso ai dati.”
Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato quanto segue:
“La nostra indagine mira a garantire la contestabilità nei mercati in cui i gatekeeper come Meta hanno accumulato dati personali di milioni di cittadini dell’UE per molti anni. La nostra opinione preliminare è che il modello pubblicitario di Meta non sia conforme al Digital Markets Act. E vogliamo dare ai cittadini gli strumenti per assumere il controllo dei propri dati e scegliere un’esperienza pubblicitaria meno personalizzata.”
La commissione afferma di aver informato Meta delle sue accuse e di offrire alla società l’opportunità di rispondere alle sue conclusioni. In una e-mail inviata a The Verge, il portavoce di Meta Matthew Pollard ha affermato quanto segue:
“L’abbonamento senza pubblicità segue le indicazioni della più alta corte europea ed è conforme al DMA. Siamo ansiosi di avviare un ulteriore dialogo costruttivo con la Commissione europea per portare a termine questa indagine”.
Se Meta dovesse risultare in violazione quando l’indagine si concluderà l’anno prossimo, l’UE potrebbe multarla fino al 10% delle sue entrate mondiali, una sanzione che potrebbe arrivare fino a 13,4 miliardi di dollari in base ai risultati per il 2023, inoltre la sanzione potrebbe aumentare fino al 20% se la società dovesse continuare a violare il DMA.
Meta è la seconda big tech a essere colpita dal DMA da quando è entrato in vigore a pieno titolo a marzo 2024. La scorsa settimana la Commissione ha accusato Apple di aver violato il DMA.
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