Pare che Meta abbia deciso di non fornire il suo prossimo modello di intelligenza artificiale multimodale agli utenti che risiedono nell’Unione Europea a causa di quella che il colosso statunitense definisce una mancanza di chiarezza da parte degli enti regolatori locali.

E così ancora una volta le nuove norme dell’UE sembra abbiano messo in crisi gli schemi e le politiche di uno dei colossi della tecnologia, così come di recente è avvenuto per esempio con Apple, che ha deciso di rimandare il lancio nel Vecchio Continente di Apple Intelligence.

Una decisione drastica per Meta nell’UE

In sostanza, piuttosto che provare ad adeguarsi alle regole introdotte in Europa, Meta pare preferisca negare agli utenti un servizio che è invece disponibile in altre aree, con una mossa che tanto ricorda quella del colosso di Cupertino con riferimento alla sua suite di strumenti basati sull’intelligenza artificiale.

Meta ha reso noto che nei prossimi mesi l’azienda pubblicherà un modello Llama multimodale ma non nell’UE “a causa della natura imprevedibile del contesto normativo europeo”.

Meta ha in programma di integrare i nuovi modelli multimodali, in grado di elaborare video, audio, immagini e testo, in un’ampia gamma di prodotti, compresi gli smartphone e le aziende europee non potranno utilizzare tali modelli (che saranno resi disponibili con licenza open).

Pare che alla base della decisione di Meta vi sia il modo in cui può addestrare modelli utilizzando dati di clienti europei nel rispetto del GDPR (la legge sulla protezione dei dati dell’UE), addestramento che lo scorso mese il colosso statunitense è stato obbligato ad interrompere nel Vecchio Continente (e che però dall’azienda è ritenuto di fondamentale importanza per garantire che i suoi prodotti riflettano adeguatamente la terminologia e la cultura locali).

In sostanza, lo scontro tra le autorità comunitarie e i colossi della tecnologia si è arricchito di un nuovo capitolo, quasi certamente non l’ultimo.