Se n’è parlato per tanto tempo e alla fine quel momento è arrivato: OpenAI ha annunciato il suo motore di ricerca, SearchGPT, basato sull’intelligenza artificiale e con accesso in tempo reale alle informazioni presenti sul web. Inizialmente sarà disponibile in versione limitata come prototipo per poi integrarlo eventualmente in ChatGPT.
SearchGPT: come funzionano le ricerche
Cosa stai cercando? Questa la domanda che campeggia nella casella di testo di SearchGPT nella quale inserire la propria richiesta. Ma invece dell’elenco di collegamenti restituito dai motori di ricerca “tradizionali” (come Google Search) SearchGPT li organizza cercando di dargli un senso. Come si può vedere dall’esempio presente nel video di presentazione di OpenAI, digitando “music festivals in boone North carolina in august” (festival musicali a Boone, Carolina del Nord, ad agosto) SearchGPT riassume i risultati sui festival musical disponibili prevedendo per ciascuno delle brevi descrizioni con il relativo link.
La particolarità, oltre all’organizzazione dei risultati, è che si può interagire con il motore di ricerca facendogli domande aggiuntive (o aprire la barra laterale per accedere ad altri collegamenti pertinenti) così da perfezionare la ricerca. È presente anche una funzionalità con delle risposte visive, ma OpenAI non ha offerto ulteriori spiegazioni sul suo funzionamento.
Per il momento, come anticipato, SearchGPT è un prototipo in fase di test per 10000 utenti che si basa su GPT-4.
SearchGPT, Google Search e Perplexity
L’arrivo del motore di ricerca di OpenAI era nell’aria da tempo tanto che anche Google ha iniziato a introdurre funzionalità di intelligenza artificiale nel proprio motore di ricerca. Forse è ancora prematuro un confronto diretto tra Google e SearchGPT, con quest’ultimo che è più in concorrenza con il “motore di risposta AI” Perplexity. Recentemente Perplexity è stato criticato dagli editori per la sua funzionalità che sostanzialmente copiava il loro lavoro.
A tal proposito OpenAI ha spiegato che SearchGPT è rivolto esclusivamente alla ricerca ed è distinto dall’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa. I siti possono comparire nei risultati di ricerca di SearchGPT anche se non decidono di partecipare all’addestramento dell’AI. In questo senso comunque OpenAI ha precisato come per lo sviluppo di SearchGPT abbia collaborato con diversi editori (tra cui il The Wall Street Journal, Vox Media e The Associated Press) e il loro ruolo continuerà a essere centrale tanto che l’azienda sta lavorando per lanciare funzionalità per gli stessi editori per consentirgli di gestire come i loro siti appaiono in SearchGPT.
SearchGPT, spiega ancora OpenAI, è sviluppato in modo tale da permettere agli utenti di connettersi con gli editori citandoli e collegandoli nelle ricerche. I risultati che compaiono nella ricerca hanno collegamenti chiari così che gli utenti sappiano la loro provenienza e possano da qui interagire rapidamente con altri risultati tramite la barra laterale.
C’è poi tutto l’aspetto legato alla monetizzazione da capire. Al momento SearchGPT sarà gratuito come gratuita è la versione base di ChatGPT. L’assenza di costi è però solamente per gli utenti, mentre OpenAI – anche a fronte dei rapidi progressi che ha ottenuto nel giro di poco tempo dal lancio di ChatGPT 3.5 – si stima che quest’anno possa raggiungere i 7 miliardi di dollari di costi. In qualche modo OpenAI dovrà prevedere soluzioni per sostenere questo impatto economico e anche questo è un elemento importante per capire che direzione prenderà il suo motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale.
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