Con un comunicato stampa di poche ore fa, Apple ci ha ricordato che – in fondo – il futuro non è così lontano come si potesse pensare solo alcuni anni fa. La società di Cupertino ha infatti dichiarato che l’integrazione del suo visore Vision Pro con l’interfaccia cervello-computer (BCI) sviluppata dalla startup Synchron ha consentito a un paziente affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) di controllare il dispositivo con il pensiero.
Non si tratta, peraltro, di piccoli impulsi. L’uomo ha infatti dimostrato di poter giocare a Solitario, di guardare Apple Tv e addirittura inviare messaggi di testo senza usare le mani, eventualità resa impossibile dalla grave malattia che ha affetto il protagonista di questa meravigliosa evoluzione tecnologica, che apre interessanti possibilità per tutte le persone affette da disabilità.
Come funziona BCI di Synchron
Stando a quanto è stato reso noto, il sistema BCI di Synchron – a cui si attribuisce questo importante passo in avanti – deve essere impiantato in un vaso sanguigno sulla superficie della corteccia motoria mediante una procedura solo lievemente invasiva.
Con questa premessa, il dispositivo riesce a rilevare l’intenzione motoria del cervello e inviare i segnali wireless a dispositivi esterni come, in questo caso, il visore di Apple. “La BCI è una piattaforma per riconnettere le persone con disabilità alla tecnologia consumer in rapido sviluppo. Vision Pro è un sistema potente, ma si basa sull’uso dei gesti delle mani per esercitare il controllo sull’interfaccia utente – ha dichiarato Tom Oxley, CEO della startup tecnologica – Stiamo inviando segnali di controllo direttamente dal cervello per sostituire la necessità dei gesti manuali. Stiamo andando verso un nuovo standard Bluetooth per le interazioni uomo-computer che non richiedono né tocco né voce. Questa è una necessità critica per milioni di persone con paralisi”.
Il prossimo passo di Synchron è ora capire se questa tecnologia possa essere facilmente allargata su vasta scala. Ad oggi, infatti, sono stati impiantati solamente sei dispositivi tra Australia e Stati Uniti e la società desidererebbe allargare la platea interessata da tale integrazione cervello-computer, in grado di rappresentare una rivoluzione per le persone affette da disabilità. Per riuscirci, però, bisogna prima ottenere l’approvazione della Food and Drug Administration statunitense, attualmente in corso.
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