L’azienda di chip cerebrali fondata da Elon Musk, Neuralink, ha fornito un aggiornamento sulle condizioni del secondo paziente a cui, qualche settimana fa, è stato installato un chip nel cervello; c’è grande interesse nei confronti della situazione, anche considerando i problemi verificatisi con il primo impianto. Scopriamo insieme come prosegue l’attività dell’azienda e quali benefici ha riscontrato il secondo paziente.

Neuralink sembra aver risolto i problemi con il proprio impianto cerebrale

Era la primavera del 2023 quando Neuralink ricevette l’approvazione dall’ente di regolamentazione statunitense Food and Drugs Administration (FDA) per l’inizio della sperimentazione sugli esseri umani, a settembre dello stesso anno è iniziata la ricerca di volontari per i test e, a gennaio 2024, il primo impianto Neuralink è stato installato nel cervello di un essere umano.

Per quanto l’intervento sia stato portato a termine con successo, nelle settimane seguenti si sono manifestati dei problemi: alcuni fili si erano staccati dal cervello del paziente, diminuendo significativamente il numero di elettrodi funzionanti, la società aveva quindi modificato il proprio algoritmo di registrazione neurale in modo da renderlo più sensibile, migliorando il modo in cui il sistema traduce gli impulsi neurali in movimenti del cursore (ricordiamo infatti che il primo paziente era in grado, grazie all’impianto Neuralink, di muovere col pensiero il cursore del mouse di un computer per poter giocare e navigare in rete nonostante la paralisi).

La procedura adottata ha dato i sui frutti e Neuralink ha potuto al contempo raccogliere tutta una serie di dati per evitare il ripetersi della circostanza con il secondo paziente, adottando conseguentemente una serie di misure di mitigazione; nello specifico la società ha affermato di aver ridotto il movimento cerebrale durante l’operazione e anche lo spazio tra l’impianto e la superficie del cervello, non riscontrando al momento le problematiche occorse in seguito al primo intervento.

Nelle settimane successive Alex, il secondo paziente, è riuscito a usare un software di progettazione assistita da computer per progettare un supporto personalizzato per il suo caricabatterie Neuralink, ma ha anche avuto modo di utilizzare il proprio impianto cerebrale insieme a un joystick azionato dalla bocca per giocare a Counter-Strike 2, riuscendo a muoversi e mirare allo stesso tempo.

Ovviamente, nonostante il successo del secondo intervento, Neuralink continua non solo a monitorare il paziente ma sta anche lavorando per implementare alcune migliorie al proprio chip cerebrale; secondo quanto condiviso infatti la società sta lavorando per rendere il suo chip in grado di decodificare più clic e movimenti per “fornire funzionalità complete di mouse e controller per videogiochi”.

Oltre a questo, sono in sviluppo nuovi algoritmi in grado di riconoscere l’intenzione di un utente di scrivere a mano, il che consentirebbe un inserimento di testo più rapido, ma si sta anche lavorando alla possibilità per gli impianti di interagire con il mondo reale, così che i pazienti possano utilizzarli per spostare la propria sedia a rotelle o una mano robotica per nutrirsi o pulirsi.

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