Le ultime sono state ore di festeggiamenti per OpenAI, che nel giro di poco tempo ha ottenuto oltre 10 miliardi di dollari di liquidità a disposizione per i suoi futuri investimenti. All’annuncio di ieri relativo alla conclusione di un importante accordo di finanziamento da 6,6 miliardi di dollari, ne è seguito un altro nella giornata di oggi, 3 ottobre, relativo a una linea di credito da 4 miliardi di dollari ottenuta da vari istituti finanziari statunitensi.

Oltre 10 miliardi di dollari a disposizione di OpenAI

Che servano molti soldi per sviluppare e migliorare tutto quello che riguarda l’intelligenza artificiale, non è ormai un mistero, considerando la popolarità dell’argomento e le molte indiscrezioni che nelle scorse settimane si sono rincorse ventilando varie ipotesi riguardanti cambiamenti strutturali in OpenAI. L’azienda di Sam Altman, da società senza scopo di lucro che era inizialmente, rientra ormai fra le organizzazioni ibride profit/non profit, un’evoluzione che, semplificando molto, si è resa necessaria per riuscire a continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ambiti che ormai necessitano di molti soldi. Se presto diventerà o meno una vera e propria società a scopo di lucro non è ancora chiaro, una mossa anticipata da persone informate sui fatti, benché velatamente smentita da Altman

Comunque, quello che è sicuro è che più aumentano le conoscenze e l’avanzatezza dei nuovi modelli linguistici (detti LLM, da Large Language Model, cioè quegli insiemi di tecniche statistiche e probabilistiche che permettono di associare una data parola a un’altra, modelli che permettono a ChatGPT di funzionare, per inciso), più soldi servono per svilupparli e migliorarli, miliardi di dollari come ha spiegato Dario Amodei, fondatore e amministratore delegato di Anthropic.

Con questi nuovi investimenti OpenAI può ora tirare un sospiro di sollievo. I 6,6 miliardi di dollari annunciati ieri vengono da un accordo stretto con diversi investitori, fra i quali ci sono anche Microsoft, NVIDIA, SoftBank e MGX, investimento così salutato da OpenAI: “ci consentirà di raddoppiare la nostra leadership nella ricerca sull’intelligenza artificiale, di aumentare la capacità di calcolo e di continuare a costruire strumenti che aiutino le persone a risolvere problemi difficili”.

Arrivano invece da alcune banche statunitensi (JPMorgan Chase, Citi, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Santander, Wells Fargo, SMBC, UBS e HSBC) gli altri 4 miliardi di dollari parte di una linea di credito rotativa (un tipo di contratto stipulato fra banca e cliente che permette di ottenere del credito a fronte del pagamento di una rata mensile). Che complessivamente fanno 10,6 miliardi di dollari, 9,6 miliardi di euro circa, e che “rafforza ulteriormente il nostro bilancio e fornisce la flessibilità necessaria per cogliere le future opportunità di crescita” ha commentato Sarah Friar, la responsabile finanziaria di OpenAI.