Appuntamento oggi alle 16:52 (ora italiana) presso il Launch Complex 40 del Kennedy Space Center a Cape Canaveral (Florida) dove è previsto l’atteso inizio della missione Hera dell’ESA, l’European Space Agency. Si tratta della prima missione di difesa planetaria dell’Unione europea e anche questo, oltre al fascino delle avventure spaziali, rende l’appuntamento di oggi così importante.

Dove vedere il lancio

Il lancio del satellite Hera (che avverrà tramite un Falcon 9 di SpaceX) potrà essere seguito sia tramite i canali ufficiali dell’Agenzia Spaziale Europea che su quelli di SpaceX. Quindi gli appassionati e gli interessati potranno collegarsi in diretta streaming sul sito ufficiale dell’ESA WEB TV, sugli account X e LinkedIn dell’Agenzia e sul relativo canale YouTube. A trasmettere l’evento ci penserà anche l’account X di SpaceX.

Oggi parte Hera: come seguire il lancio della prima missione di difesa planetaria dell'ESA 1

Alle 16:52 partirà il Falcon 9 e alle 18:08 è prevista la separazione del satellite dal lanciatore con la fine della trasmissione in diretta. Pochissimi minuti dopo, per le 18:11, è invece prevista l’acquisizione dei primi segnali da parte del satellite. Nello stesso momento Hera dispiegherà i pannelli solari (costruiti e testati a Nerviano, in provincia di Milano, da Leonardo) che rappresentano la fonte di energia primaria della sonda.

Le informazioni sugli orari potrebbero non essere rispettate a causa delle condizioni meteo che in questi giorni interessano la Florida. Nella giornata di domani, infatti, sono previste condizioni meteo non propriamente favorevoli considerando il passaggio dell’uragano Milton. Uragano che ha già causato il rinvio del lancio di Europa Clipper da parte della NASA e di SpaceX. Sebbene il passaggio sia previsto per domani è già vicino alla Florida e le condizioni meteo non sembrano essere favorevoli.

Oltre alle condizioni meteo avverse c’è da verificare la situazione del Falcon 9 che sarebbe bloccato a terra per un problema avvenuto lo scorso 28 settembre nel corso del lancio della missione Crew-9. La Federal Aviation Administration (FAA) ha comunque concesso il permesso per il volo, ma esclusivamente per il lancio del satellite Hera.

L’importanza della missione Hera

Sono diversi i motivi di interesse del lancio della missione Hera che segue quella DART (Double Asteroid Redirection Test) condotta dalla NASA nel 2022 con l’obiettivo di colpire l’asteroide Dimorphos per ridurne l’orbita di 33 minuti circa. Hera si occuperà di svolgere un’indagine del post-impatto tramite una serie di strumenti scientifici presenti a bordo e ai due minisatelliti (cubesat) Juventas e Milani. L’obiettivo è quello di valutare l’efficacia della deviazione degli asteroidi così da comprendere se il test è ripetibile.

Il lancio della sonda Hera, infatti, rientra all’interno della prima missione di difesa planetaria dell’Unione europea. La sonda è stata sviluppata all’interno del programma Space Safety dell’Agenzia Spaziale Europea tramite il contributo di 18 stati membri e dell’Agenzia Spaziale Giapponese JAXA che ha fornito alcuni strumenti scientifici.

Entrando più nello specifico l’attenzione per questa missione è legata alla caratterizzazione dettagliata del sistema di asteroidi. Grazie agli strumenti a bordo di Juventas (soprattutto il radar JuRA), Milani e Hera sarà possibile migliorare la comprensione di come si formano i sistemi binari degli asteroidi e perché sono così comuni. È il fenomeno, per dirla molto semplicemente, per cui due asteroidi invece di vagare in solitaria nello spazio si muovono uno attorno all’altro legati dalla forza di gravità. La comprensione di questa realtà consentirà di migliorare la conoscenza sulla formazione del Sistema Solare, sulle caratteristiche degli asteroidi stessi, ma anche e soprattutto su come difendere il pianeta Terra. La comprensione dei sistemi binari di asteroidi, infatti, è fondamentale per definire strategie di difesa planetaria nel caso in cui un giorno un asteroide dovesse minacciare la Terra.

L’esito della missione permetterà anche di dimostrare l’efficacia delle tecnologie a bordo per la navigazione autonoma dei veicoli spaziali e per lo svolgimento di operazioni di prossimità negli ambienti a bassa gravità.