L’immagine che vedete in copertina passerà alla storia: un booster Falcon Heavy, attualmente il lanciatore più potente a disposizione dell’umanità e che finora veniva scartato e perso in mare, è stato catturato dalle braccia della Gru più grande a disposizione dell’umanità, Mechazilla. In meno di 10 minuti SpaceX ha praticamente riscritto un capitolo dell’astronautica.

SpaceX segna un altro traguardo: recupero del booster Starship con Mechazilla

Starship è il razzo spaziale più grande e potente mai costruito, progettato per essere completamente riutilizzabile. Composto da due stadi, include la navicella Starship e il booster Super Heavy, che con i suoi 33 motori Raptor genera una spinta impressionante di 74 meganewton. Questo permette di trasportare fino a 150 tonnellate di carico utile in orbita bassa. Per mettere questo dato in prospettiva, la spinta del Super Heavy è quasi 700 volte superiore a quella di un comune aereo di linea, come l’Airbus A320neo.

Il test odierno, denominato Starship Flight 5, non ha solo confermato la capacità del razzo di effettuare un volo sicuro, ma ha rappresentato una pietra miliare grazie al recupero innovativo del booster. Finora, infatti, i precedenti test avevano visto il booster e la navicella Starship atterrare in mare. Questa volta, SpaceX ha puntato più in alto, realizzando un atterraggio diretto del booster sulla piattaforma di lancio, con un meccanismo mai visto e provato prima.

Mechazilla: la tecnologia dietro il successo

Il cuore del successo di questa missione è Mechazilla, una torre di recupero alta 150 metri dotata di bracci meccanici, soprannominati “chopsticks”, che hanno afferrato il booster Super Heavy in volo durante la sua discesa. Si tratta di un’impresa senza precedenti, che ha richiesto una precisione straordinaria e una complessa ingegneria per far fronte alle enormi forze fisiche e termiche in gioco. Mechazilla prende il nome dalla controparte robotica del celebre lucertolone della saga di Godzilla, un’immagine evocativa che sottolinea le dimensioni e le capacità di questa torre futuristica.

Dopo il distacco dalla navicella Starship, il booster ha compiuto una serie di manovre per rallentare la sua discesa e posizionarsi per l’atterraggio. Grazie ai razzi di manovra, il booster è stato in grado di invertire la rotta, entrare di nuovo nell’atmosfera e atterrare verticalmente, dove i bracci robotici lo hanno afferrato con una precisione millimetrica. Ecco il video del momento saliente.

 

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Nel mentre Starship, il secondo stadio, ha proseguito il suo viaggio lungo l’orbita attorno alla terra per ammarrare nell’oceano Indiano dopo circa 30 minuti. In questo caso il test principale riguardava le novità introdotte nello scudo termico che, la volta precedente, aveva presentato diversi problemi di fusione. In questo caso il test sembra aver avuto meno imprevisti e nella prossima occasione SpaceX potrebbe provare a recuperare anche il secondo stadio.

Un passo avanti verso la riutilizzabilità completa

Con questo test, SpaceX si avvicina sempre di più al suo obiettivo di rendere Starship un sistema completamente riutilizzabile. L’idea è di poter far atterrare il razzo, rifornirlo di carburante e rilanciarlo nel giro di poche ore, rivoluzionando l’accesso allo spazio in termini di costo ed efficienza. Un sistema del genere, flessibile e rapido come un aereo, potrebbe avere applicazioni straordinarie, come il lancio di satelliti Starlink, missioni verso la Luna nell’ambito del programma Artemis della NASA, e in futuro, missioni su Marte per aprire la strada alla colonizzazione umana.

SpaceX ha ancora molti test da condurre, ma il recupero di Super Heavy con Mechazilla rappresenta un punto di svolta che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui pensiamo all’esplorazione spaziale.