Brutte notizie per chi investe in criptovalute: il governo ha annunciato un importante incremento della ritenuta fiscale applicata alle plusvalenze generate dalla vendita di bitcoin e altre valute digitali. A partire dal 1 gennaio 2025, l’aliquota passerà dal 26% al 42%, segnando un aumento del 61% rispetto al regime attuale.
Questo cambiamento, incluso nella manovra finanziaria 2025, è stato annunciato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante una conferenza stampa: “Un tema importante riguarda le plusvalenze da bitcoin”, ha dichiarato, spiegando come la nuova imposta sostitutiva si inserirà in questo contesto.
Un regime fiscale sempre meno vantaggioso per le criptovalute
L’attuale tassazione del 26% per le plusvalenze superiori a 2.000 euro, introdotta con la legge di bilancio del 2023, aveva già equiparato le criptovalute alle altre rendite finanziarie, come dividendi e obbligazioni. Tuttavia, questa nuova misura farà delle criptovalute l’asset più tassato in Italia. Gli investimenti in titoli di Stato, per esempio, continueranno a beneficiare di un’aliquota molto più favorevole del 12,5%, creando un’evidente disparità di trattamento tra i vari tipi di asset.
Secondo Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di CheckSig, l’aliquota al 42% sarebbe “fiscalmente discriminatoria” e potrebbe spingere molti investitori a lasciare il mercato italiano, con potenziali danni per l’industria cripto del Paese. Anche Gianluca Sommariva, CEO di Hodlie, ha espresso preoccupazione per l’impatto negativo sui piccoli investitori, sottolineando come chi acquista criptovalute tramite ETF potrebbe essere meno colpito, dato che la tassazione per questi strumenti rimarrà invariata al 26%.
Perché il governo ha scelto questo momento per agire?
Il tempismo dell’aumento della ritenuta non sembra casuale: il recente rally delle criptovalute ha visto il bitcoin superare i 73.000 dollari, spingendo molti investitori a vendere e realizzare plusvalenze considerevoli. Secondo l’OAM, oltre 1,3 milioni di italiani possiedono criptovalute per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro, una cifra in calo rispetto ai trimestri precedenti, segno che gli investitori stanno monetizzando i loro asset digitali.
Per chi non vuole sottostare alla nuova aliquota, la corsa contro il tempo è già iniziata. Vendere entro il 31 dicembre 2024 permetterebbe agli investitori di beneficiare dell’attuale regime fiscale, mentre attendere il 2025 potrebbe significare pagare una somma nettamente più alta. Un esempio pratico: chi ha acquistato un bitcoin a gennaio 2022 per 33.000 euro potrebbe venderlo ora per oltre 61.000 euro, pagando 7.280 euro di tasse quest’anno, contro i 11.760 euro che sarebbero dovuti dal primo gennaio 2025.
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