Il recente annuncio del Governo italiano di ridurre drasticamente il Fondo Automotive – la principale fonte di incentivi per l’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale e per la transizione della filiera automobilistica – ha destato preoccupazione tra consumatori, industria e sindacati. Il taglio di 4,6 miliardi di euro, pari all’80% delle risorse previste, mette a rischio il supporto finanziario per chi intende cambiare auto con un modello più ecologico il prossimo anno. Vediamo di seguito cosa significa questo provvedimento e quali prospettive si aprono per il settore e per i consumatori interessati agli incentivi.

L’importanza del Fondo Automotive per i consumatori

Il Fondo Automotive, istituito nel 2022, è stato pensato per sostenere il settore automobilistico italiano, sia nella produzione di veicoli non inquinanti sia con incentivi per l’acquisto di auto a basse emissioni. Questo fondo ha rappresentato una risorsa importante per chi desiderava passare a veicoli più sostenibili beneficiando dell’Ecobonus, ossia un contributo economico per l’acquisto di auto elettriche, ibride e a basse emissioni.

Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 prevede un taglio di 4,6 miliardi di euro a questo fondo, riducendo notevolmente le risorse a disposizione per i prossimi anni. Se confermato, questo significa che dal 2025 al 2030 saranno stanziati solo 200 milioni di euro l’anno, una somma insufficiente per mantenere un programma di incentivi efficace per chi vuole acquistare una nuova auto.

Quali sono le conseguenze del taglio?

Per i consumatori, il rischio concreto è che gli incentivi per l’acquisto di auto ecologiche nel 2025 potrebbero essere ridotti al minimo o addirittura sospesi. Le associazioni di settore, come l’Anfia e i sindacati, hanno subito espresso il loro disappunto, sottolineando che un supporto finanziario è fondamentale non solo per le imprese, ma anche per sostenere l’accessibilità alle auto elettriche e ibride, che attualmente risultano spesso fuori dalla portata economica di molti cittadini.

Per il momento, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che i fondi rimanenti saranno destinati esclusivamente agli investimenti produttivi, concentrandosi sulla filiera della componentistica auto, un settore di eccellenza del Made in Italy. Questo cambio di strategia però non soddisfa le richieste delle associazioni, che temono che i consumatori vengano abbandonati proprio nel delicato passaggio verso una mobilità più sostenibile.

Le reazioni e le prospettive future

Diverse associazioni, inclusa Motus-E, hanno manifestato il proprio dissenso. Esse ritengono che il drastico taglio sia un passo indietro per la politica industriale italiana e auspicano che il Parlamento, durante la fase di approvazione della legge, riduca il taglio, assicurando così risorse minime per l’Ecobonus e per la riconversione del settore.

Inoltre, la situazione si inserisce in un quadro europeo complicato: l’Italia si è già mostrata critica verso la scadenza del 2035 per lo stop alle auto a benzina e diesel, ritenendo che l’obbligo di transizione sia troppo ambizioso per le capacità economiche delle famiglie e delle imprese italiane. Anche per questo, le associazioni di categoria chiedono che la legge di bilancio preveda almeno un fondo ad hoc per incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni.

Cosa aspettarsi se vuoi cambiare auto nel 2025?

Per i consumatori interessati agli incentivi auto, la situazione resta incerta. Se il taglio verrà confermato, l’Ecobonus del 2025 potrebbe non essere più disponibile come negli anni passati, rendendo più oneroso l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi. In questa fase, chi ha intenzione di acquistare una nuova auto ecologica potrebbe dover valutare alternative di finanziamento o attendere la conferma della legge di bilancio per sapere se vi saranno agevolazioni.

Nel mentre, gli incentivi auto per per il 2024 continuano il loro percorso verso l’esaurimento. Dopo il fondo per le auto elettriche si è in queste ore esaurito anche il fondo per le vetture nella fascia inquinante 61-135 g/km di CO2, restano disponibili quelli per le plug-in.

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