Il Governo italiano ha ufficialmente annunciato che, a partire dal 2025, gli incentivi statali per l’acquisto di nuove automobili non saranno più disponibili, una decisione che potrebbe estendersi anche agli anni successivi. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che questa scelta è stata determinata dalla mancanza di effetti positivi sull’industria automobilistica, sottolineando che gli incentivi non hanno favorito un incremento della produzione nel settore. La dichiarazione è arrivata in risposta a un’interrogazione parlamentare sollevata da alcuni senatori del Partito Democratico, che avevano chiesto chiarimenti sulle risorse destinate al Fondo Automotive, drasticamente ridotto nella legge di bilancio.

Urso ha inoltre evidenziato la necessità di concentrare i fondi pubblici sugli investimenti nelle filiere strategiche, ritenute più efficaci per sostenere l’industria dell’automobile nel lungo termine. Il ministro ha firmato un nuovo provvedimento, finanziato dal PNRR, che prevede un investimento iniziale di 500 milioni di euro per supportare lo sviluppo delle filiere nazionali, inclusa quella automobilistica. Tale dotazione finanziaria potrebbe essere incrementata per rispondere alle esigenze del settore nel biennio 2025-2027, sostenendo così un modello industriale più sostenibile e resiliente.

Trovare un’alternativa all’elettrico per la transizione verde

Nel suo intervento in Senato, il ministro Urso ha posto l’attenzione sull’importanza di un approccio di “neutralità tecnologica” per la decarbonizzazione, obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2035. Con l’appoggio della Repubblica Ceca, l’Italia chiede all’Europa una revisione delle attuali normative del Green Deal per consentire una transizione ecologica che non si limiti esclusivamente ai veicoli elettrici. Questo approccio prevede anche l’inclusione di carburanti sintetici e biocarburanti, tecnologie alternative considerate valide per raggiungere gli obiettivi ambientali senza penalizzare l’industria tradizionale.

L’appello di Urso all’Unione Europea mira a sensibilizzare le istituzioni comunitarie sulle difficoltà che l’intero settore automobilistico sta affrontando, una crisi non circoscritta all’Italia ma che coinvolge diversi Paesi europei, come dimostrano i recenti casi di chiusure e licenziamenti. L’obiettivo è quindi quello di promuovere una regolamentazione più flessibile, capace di adattarsi alle diverse esigenze tecnologiche e produttive delle varie nazioni, senza sacrificare l’efficienza ambientale.

L’assenza degli incentivi statali per l’acquisto di nuove auto rappresenta un cambiamento significativo per il mercato automobilistico italiano, ma soprattutto che lascerà per la seconda volta a bocca asciutta chi non è riuscito a ottenere quelli del 2024.

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