More Speech and Fewer Mistakes, ovvero più discorsi e meno errori. Si intitola così il post con cui Meta ha annunciato un cambiamento molto importante per i suoi social media: l’abolizione dei sistemi di fact checking in funzione dal 2016 su Facebook, Instagram e, più di recente, anche Threads.
Al loro posto arrivano degli strumenti, le Community Notes, simili alle cosiddette Note della Collettività di X, un sistema di moderazione dei contenuti considerato molto meno preciso e affidabile anche perché in mano ai soli utenti, cioè senza alcun tipo di attività di verifica delle fonti e di analisi.
Un cambiamento per la libertà di espressione, ma sarà anche un assist per la disinformazione sui social media? Presto per dirlo, ma è una novità che, il New York Times ha già definito essere “un chiaro segnale di come l’azienda si stia riposizionando per la nuova era Trump”.
Indice:
Come cambieranno Facebook e Instagram con le nuove politiche di moderazione di Meta
Oltre al comunicato stampa citato, lo stesso amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, ha annunciato le novità in un video, in cui spiega le motivazioni che lo hanno spinto a fare un passo indietro sulla moderazione dei contenuti. Perché di un passo indietro si tratta, considerando che da circa 8 anni a questa parte Meta si è avvalsa di organizzazioni giornalistiche e fact checker indipendenti (come Associated Press, ABC News e International Fact-Checking Network) per esaminare i contenuti (post, immagini e video) per limitare la diffusione di notizie false e contenuti offensivi, principalmente su Facebook, ma anche su Instagram.
Correva l’anno 2016, anno in cui Donald Trump vinse per la prima volta le elezioni presidenziali statunitensi. Poche settimane dopo Zuckerberg introdusse quel sistema di moderazione dei contenuti. Nella giornata di ieri, martedì 7 gennaio 2025, a pochi giorni di distanza dall’inizio del secondo mandato di Trump, Zuckerberg ha annunciato il passo indietro, effettivo nei prossimi mesi. Un evidente segnale di avvicinamento a Trump, che potrebbe tornare utile a Meta nel futuro prossimo.
“La decisione di Meta di porre fine alla sua partnership con i fact checker negli Stati Uniti è deludente e un passo indietro che rischia di avere un effetto paralizzante in tutto il mondo. […] Come Meta, i fact checker si impegnano a promuovere la libertà di parola basata sulla buona informazione senza ricorrere alla censura. Ma escludere i fact checker dalla conversazione non aiuterà la società a invertire la tendenza alla rapida crescita della disinformazione” ha commentato Chris Morris, capo di Full Fact, un’organizzazione parte del programma di moderazione di terze parti di Meta.
Quindi, come anticipato, per controllare e moderare post, immagini e reel di Facebook, Instagram e Threads, al posto dei sistemi di fact checking Meta userà un sistema simile alle cosiddette Note della Collettività di X, il programma Community Notes, che ha descritto così:
Abbiamo visto che questo approccio funziona su X, dove la comunità di utenti è in grado di decidere quando i post sono potenzialmente fuorvianti e necessitano di un contesto più ampio, e le persone, attraverso una serie di prospettive diverse, decidono quale tipo di contesto è utile per gli altri utenti. Pensiamo che questo possa essere un modo migliore per raggiungere il nostro intento originario di fornire alle persone informazioni su ciò che vedono, e che sia meno soggetto a pregiudizi.
Niente più censura da parte di fact checker terzi dunque, ma sarà tutto in mano agli utenti dei social media. In ogni caso, rimarranno i sistemi automatizzati con cui Meta rileva e contrasta le violazioni relative al terrorismo, allo sfruttamento sessuale dei minori, alla droga, alle frodi e alle altre violazioni gravi delle sue politiche. Discorso diverso per quelle meno gravi, che saranno anch’esse affidate a un sistema basato sulle segnalazioni degli utenti, cosa che potrebbe diventare un problema, anche solo considerando le questioni legate alla tempestività.
Note della Collettività di X, il nuovo modello per la moderazione dei contenuti
Note della Collettività è un sistema nato prima dell’era Musk di Twitter/X, a inizio 2021, un sistema conosciuto anche come Birdwatch che mira a combattere la disinformazione basandosi sui contributi degli utenti, i quali possono aggiungere informazioni e contesto e/o correggere cose false pubblicate dagli altri utenti.
Qualsiasi utente di X può diventare un cosiddetto “collaboratore“, a patto che non abbia mai violato le Regole di X nell’ultimo periodo, che sia iscritto da almeno sei mesi e che abbia un numero di telefono convalidato. Sono i collaboratori che scrivono e valutano le note ai post di X che potrebbero essere inadatti e fuorvianti, note che non vengono invece scritte, valutate né moderate dal social; dipendono quindi esclusivamente dagli utenti di X.
Per proporre una nota serve tuttavia raggiungere un certo livello di credibilità e di attendibilità nella community, e soprattutto ottenere i voti degli altri collaboratori, utili per far sì che la propria nota venga effettivamente scelta come postila al post incriminato, decisione che spetta tuttavia a un algoritmo, che valuta il consenso anche sulla base di quanto la nota è stata in grado di ottenere consenso da persone con idee diverse. Qui per saperne di più.
Non è un segreto che X sia un social media pieno di disinformazione e di notizie fuorvianti, soprattutto di recente in concomitanza con la campagna elettorale delle ultime presidenziali statunitensi, come hanno dimostrato alcune settimane fa un rapporto del CCDH (Center for Countering Digital Hate, una società britannico-americana che si occupa di contrastare la disinformazione e l’incitamento all’odio) e un’ulteriore indagine del Washington Post basata proprio su quest’ultimo rapporto.
Ciò nonostante sarà quello il modello che Meta ha deciso di utilizzare per moderare i contenuti di Facebook, Instagram e Threads, un sistema che farà affidamento sugli utenti e che “richiederà l’accordo fra persone con punti di vista diversi per evitare valutazioni distorte”, si legge nel comunicato stampa menzionato.
L’azienda inizierà nei prossimi due mesi a introdurre Community Notes negli Stati Uniti d’America, utenti che possono già richiedere l’adesione per diventare collaboratori/moderatori su tutti e tre i social interessati. Prossimamente, queste nuove politiche dovrebbero riguardare anche altri Paesi, Italia ed Europa compresi, nonostante il Digital Services Act potrebbe complicare o ritardare l’eventuale transizione.
“Respingiamo qualsiasi affermazione di censura da parte nostra” il commento della portavoce della Commissione Europea Paula Pinho alle parole di Zuckerberg che, nella medesima sede, ha accusato l’Unione Europea di “approvare sempre più leggi che istituzionalizzano la censura (proprio in riferimento al Digital Services Act, il regolamento europeo sui servizi digitali, ndr)”. “La moderazione dei contenuti non significa censura” ha aggiunto un portavoce della Commissione Europea all’ANSA.
I nostri contenuti da non perdere:
- 🔝 Importante: Abbiamo provato Starlink a 29 Euro al mese: pro e contro dell'internet satellitare di Musk
- 💻 Troppi portatili al Black Friday? Andate sul sicuro con queste offerte MSI
- 💰 Risparmia sulla tecnologia: segui Prezzi.Tech su Telegram, il miglior canale di offerte
- 🏡 Seguici anche sul canale Telegram Offerte.Casa per sconti su prodotti di largo consumo