Piracy Shield è un nome che ormai conosciamo tutti, si tratta della piattaforma antipirateria nata dalla collaborazione di AGCOM e SP Tech, il cui scopo è quello di bloccare tempestivamente (entro 30 minuti dalla segnalazione) tutti quei siti web che trasmettono in maniera illegale eventi protetti dal diritto d’autore.
Dalla sua nascita circa un anno fa la piattaforma ha avuto alti e bassi, dalla pubblicazione del codice sorgente sul web, all’entrata in gioco di Mediaset, passando per il lancio della versione 2.0 fino ad arrivare al blocco per errore di Google Drive. Per quanto le associazioni interessate, da AGCOM alla Lega Calcio, tessano le lodi di Piracy Shield, ci sono anche diversi detrattori; oggi vediamo una recente accusa di violazione delle normative europee, ma anche come sembri che la piattaforma non abbia per nulla centrato il suo obbiettivo primario.
Indice:
Piracy Shield viola le leggi europee e quelle sul copyright
La Computer & Communications Industry Association (CCIA), organizzazione internazionale non profit a cui aderiscono aziende come Apple, Intel, Amazon, Google e tanti altri big, ha messo in evidenza tutta una serie di criticità della piattaforma Piracy Shield con una lettera firmata dalla parlamentare europea Mathilde Adjutor e da Claudia Canelles Quaroni.
Abbiamo ormai ben presente il funzionamento dello scudo antipirateria, i titolari di contenuti protetti da diritto d’autore possono segnalare i domini sospettati di distribuire materiale piratato all’AGCOM, così che l’associazione possa segnalare agli internet service provider (ISP) di bloccare l’accesso a questi siti ai loro utenti in un arco temporale di 30 minuti. Tuttavia in diverse circostanze è emerso come il sistema possa creare tutta una serie di problemi, bloccando per esempio le VPN ma anche impedendo di fatto la difesa ai domini o agli IP bloccati per sbaglio.
Una delle poche realtà autorizzate all’invio delle segnalazioni inoltre è la Lega di Serie A che, essendo la principale promotrice dello sviluppo di Piracy Shield, viene accusata di possibili conflitti di interesse e poca trasparenza. Secondo la CCIA, l’attuale meccanismo anti pirateria viola diverse leggi europee:
Ciò include il Regolamento Open Internet che proibisce agli ISP di bloccare o rallentare il traffico Internet a meno che non sia richiesto da un ordine di legge. Il blocco successivo al Piracy Shield contraddice anche il Digital Services Act (DSA) in diversi aspetti, in particolare l’articolo 9 che richiede che determinati elementi siano inclusi negli ordini di agire contro i contenuti illegali. Più in generale, il Piracy Shield non è allineato con la Carta dei diritti fondamentali né con il Trattato sul funzionamento dell’Ue, in quanto ostacola la libertà di espressione, la libertà di fornire servizi internet, il principio di proporzionalità e il diritto a un ricorso effettivo e a un giusto processo.
Alla luce di tutto ciò la Computer & Communications Industry Association (CCIA) chiede dunque una revisione urgente dell’intero sistema, adottando protocolli di verifica più rigorosi, strumenti di ricorso efficaci e una maggiore trasparenza nel processo.
Lo scudo antipirateria non aumenta gli spettatori dei servizi legali
Il principale scopo di Piracy Shield è il blocco dei siti web che trasmettono in maniera illegale eventi protetti dal diritto d’autore, tuttavia ciò ha un obbiettivo abbastanza ovvio, ovvero il contestuale aumento di fruitori dei servizi legali. Per quanto ci sia sempre chi elogia la piattaforma e i suoi risultati, in realtà sembra che da questo punto di vista il blocco anti pirateria non abbia comportato alcun cambiamento.
Brian Turnbow di CDLAN ha effettuato un’analisi approfondita dei dati divulgati da AGCOM, ponendo l’accento sugli effetti della piattaforma sui servizi di streaming legali come DAZN, evidenziando come il numero di abbonati DAZN e le ore di visione siano rimasti stabili nel 2024 rispetto al 2023:
Il numero di utenti dopo Piracy Shield nel 2024 è lo stesso del 2023… nessun guadagno. Il numero di ore guardate nel 2024 è lo stesso del 2023, di nuovo nessun guadagno. Il 2024 nel complesso è inferiore al 2022 quando non c’era Piracy Shield.
I risultati dell’analisi altro non fanno se non sollevare dubbi sull’efficacia di Piracy Shield nel suo obiettivo principale, ovvero aumentare gli abbonati ai servizi legali, ma l’impatto della piattaforma sembra essere minimo. A onor del vero bisogna considerare anche che DAZN ha aumentato i prezzi dell’abbonamento, circostanza che sicuramente ha fatto desistere alcuni fruitori dal rinnovo.
Appare dunque sempre più evidente come, al netto di chi chiede a gran voce l’ampliamento dello scudo anti pirateria ad altri tipi di contenuti come anteprime di film e TV in diretta, sia decisamente necessaria una valutazione più accurata dell’intero programma, dal punto di vista del suo funzionamento e dei suoi reali risultati.
- DAZN è stata diffidata dall’AGCOM per aver bloccato Google Drive tramite Piracy Shield
- Disney+ sta per introdurre il supporto all’HDR10+
- Cosa guardare su NOW e Sky On Demand a gennaio? Le novità tra film, serie TV e originals
- Cosa guardare su Disney+ a gennaio? Tutte le novità tra film, serie TV e originals
I nostri contenuti da non perdere:
- 🔝 Importante: Amazon regala 15 euro di credito: come approfittarne
- 💻 Troppi portatili al Black Friday? Andate sul sicuro con queste offerte MSI
- 💰 Risparmia sulla tecnologia: segui Prezzi.Tech su Telegram, il miglior canale di offerte
- 🏡 Seguici anche sul canale Telegram Offerte.Casa per sconti su prodotti di largo consumo