Arrivano (potenziali) buone notizie per tutti gli affezionati del brand Pebble, azienda che 13 anni fa, ben prima dell’era degli smartwatch, aveva provato a rivoluzionare la tecnologia mobile con un dispositivo da polso semplice, intuitivo, con display e-paper e buona autonomia.

La realtà, ceduta per difficoltà finanziarie a Fitbit nel 2016 sta preparando il suo ritorno in grande stile, sfruttando un favore di Google (che da qualche anno ha acquisito Fitbit) che ha reso open source PebbleOS: lo storico fondatore Eric Migicovsky ha infatti annunciato i lavori in corso per la realizzazione di un nuovo smartwatch tramite il progetto rePebble.

La storia di Pebble in pillole: nascita, successi e fallimento

Pebble Technology è stata fondata nel 2011 da Eric Migicovsky, un ingegnere e imprenditore canadese che voleva creare uno smartwatch semplice e funzionale. Nel 2012 è stata lanciata una campagna Kickstarter per il primo modello: questa è stata un successo, raccogliendo oltre 10 milioni di dollari (contro un obiettivo iniziale cento volte più basso).

Il primo smartwatch a marchio Pebble arriva sul mercato nel 2013 e guadagna immediatamente popolarità grazie alla sua semplicità, alla sua autonomia e alla possibilità di funzionare con smartphone Android e iOS.

Tra il 2014 e il 2015, l’azienda continua a immettere sul mercato nuovi prodotti come l’elegante Steel e il Time, primo smartwatch con schermo a colori dell’azienda. Nel 2016 arrivano Pebble 2 e Time 2 ma l’azienda viene travolta da una serie di difficoltà finanziarie che, nel corso dell’anno, obbligano (a malincuore) a cedere la realtà a Fitbit.

Nascita progetto rePebble

Da lì in avanti, Fitbit ha interrotto la produzione degli smartwatch Pebble e ha chiuso anche i server aziendali, rendendo inutilizzabili molti dispositivi (non andavano più la sincronizzazione con le app, le notifiche e anche alcune funzionalità di base).

Per fortuna, la comunità di sviluppatori non si è arresa e ha creato il progetto Rebble (Pebble Reborn), piattaforma indipendente che ha avuto il merito di ripristinare alcune funzionalità degli apprezzatissimi smartwatch Pebble.

Parallelamente, tra la fine del 2019 (annuncio dell’acquisizione) e l’inizio del 2021 (completamento dell’acquisizione), Google ha acquisito Fitbit e, di conseguenza, tutto ciò che riguardava Pebble, integrando alcune idee del brand all’interno dei propri prodotti e, in generale, dimostrandosi “vicina” alla community.

Google ha reso open source il sistema operativo PebbleOS

Nelle ultime ore arriva un’altra svolta. Tramite un post sul proprio Open Source Blog, Google ha annunciato che il codice sorgente degli smartwatch Pebble (e quindi PebbleOS) è stato reso open source ed è disponibile al download tramite il portale Github per chiunque voglia mettersi all’opera.

Dietro l’apertura del codice sorgente sembra esserci proprio lo zampino di Migicovsky:

PebbleOS ha richiesto decine di ingegneri che hanno lavorato per oltre 4 anni per essere realizzato, insieme ai nostri fantastici team di prodotto e QA. Riprodurlo per un nuovo hardware richiederebbe molto tempo.

Invece, abbiamo preso una strada più diretta: ho chiesto ad alcuni amici di Google se potevano rendere open source PebbleOS. Hanno detto di sì! Nell’ultimo anno, ci ha lavorato un team interno a Google (inclusi alcuni straordinari ex Pebbler diventati Googler).

Google ha reso open source PebbleOS

Pebble sta per tornare con il progetto rePebble

Migicovsky ha scritto un lungo post per far sapere alla community che Pebble è pronta a tornare. Il team storico ha già pensato, negli ultimi 10 anni, di realizzare un nuovo smartwatch e la la spinta finale alla ri-nascita di questo progetto è arrivata proprio da Google, che ha reso open source il sistema operativo PebbleOS.

Avevo davvero, davvero, davvero sperato che qualcun altro si facesse avanti e costruisse un sostituto di Pebble. Ma nessuno l’ha fatto. Quindi… un piccolo team e io ci stiamo tuffando di nuovo nel mondo dell’hardware per riportare in auge Pebble!

L’obiettivo del rinnovato team è quello di fare le cose “semplici”, mettendo a frutto le lezioni imparate nella prima vita della realtà: piccola azienda e piccolo team, focus totale sul prodotto, nessuna raccolta di denaro da investitori, sostenibilità.

Lo smartwatch perfetto secondo il fondatore di Pebble

Oggi la tecnologia è più matura e la realizzazione dell’hardware per uno smartwatch (fatto bene) è una sfida decisamente più semplice rispetto al passato (know-how migliore nelle fabbriche, chip Bluetooth più economici, potenti ed efficienti).

Io indosso il mio Pebble ogni giorno. È stato fantastico (e sono sbalordito che sia durato 10 anni!), ma è arrivato il momento di un nuovo hardware. Si potrebbe immaginare che gli smartwatch si siano evoluti notevolmente dal 2012. Ho provato ogni singolo smartwatch in circolazione, ma nessuno ha funzionato per me.

Con queste parole, Migicovsky, anticipa le specifiche chiave che dovrebbe avere lo smartwatch perfetto per lui, specifiche che probabilmente ritroveremo sul “primo” smartwatch della nuova realtà assieme al software basato sul PebbleOS open source:

  • Schermo e-paper con funzionalità always-on display – questa tecnologia permette allo schermo di essere letto senza problemi in qualsiasi condizione di luce, anche sotto il sole diretto; non c’è retroilluminazione.
  • Batteria a lunga durata – questa caratteristica non necessita di spiegazioni approfondite; è probabilmente ciò che manca (ancora oggi) agli smartwatch per diffondersi al pari degli smartphone.
  • Esperienza utente semplice ma accattivante – un’interfaccia che badi al sodo, fornendo funzionalità quali orario, sveglie, meteo, calendario, notifiche, controlli per la musica, monitoraggio del sonno e contapassi.
  • Pulsanti – la presenza di pulsanti (ad esempio per controllare la musica), secondo Migicovsky, consentirebbe agli utenti di svolgere alcune azioni senza nemmeno guardare il polso.
  • Possibilità di apportare modifiche al software e/o crearsi i propri quadranti – questa “specifica” è una sorta di attacco a Apple che non permette di creare quadranti personalizzati per gli Apple Watch (mentre sugli smartwatch Pebble erano disponibili più di 16.000 quadranti attraverso l’appstore).

Il nuovo orologio che stiamo costruendo ha fondamentalmente le stesse specifiche e caratteristiche di Pebble, anche se con qualche novità divertente 😉 Esegue PebbleOS open source ed è compatibile con tutte le app e i quadranti di Pebble. Se hai avuto un Pebble e lo hai amato… questo è lo smartwatch che fa per te.

Non ci resta che attendere e vedere come si evolverà la situazione. La nuova realtà è già “attiva” sul portale www.repebble.com dove sono presenti alcune informazioni (incluso il link al blogpost in cui si annuncia la volontà di riportare in auge Pebble) e un collegamento che consente di iscriversi in lista d’attesa per rientrare tra i primi utenti che potranno acquistare il nuovo smartwatch Pebble (tramite questo link).