Dall’ultimo aggiornamento di ChatGPT rilasciato da OpenAI martedì scorso sono cominciate a girare sui social tante immagini che ricordano lo stile dello Studio Ghibli, il famoso studio cinematografico di film d’animazione giapponese creato da Hayao Miyazaki.
Sono disegni creati da ChatGPT, che con quest’ultimo aggiornamento è migliorato molto nella generazione di immagini grazie all’integrazione del modello GPT-4o. Il fatto che siano molto aderenti a tale stile ha contribuito a far sollevare nuove preoccupazioni sul tema della tutela del diritto d’autore.
Le notevoli immagini di ChatGPT e la questione dello stile
Basta scrivere a ChatGPT nei comandi testuali lo stile che si desidera, come appunto quello caratteristico dei cartoni animati dello Studio Ghibli, per ottenere delle immagini aderenti alla relativa scuola dei disegnatori. È possibile sia crearne una da zero scrivendo nei prompt oltre allo stile anche una breve descrizione dell’immagine desiderata, sia caricare un’immagine propria per far sì che ChatGPT la modifichi e la adatti seguendo le indicazioni dell’utente.
Sul web e sui social media ce ne sono già un sacco e di vario tipo. C’è chi l’ha usata per disegnare fumetti con più vignette, chi per realizzare pagine di Wikipedia contenenti immagini e descrizioni, chi ha mostrato esempi di rese artistiche di fotografie, chi ha condiviso adattamenti in stile Pixar e anche chi ha pubblicato delle versioni di meme famosi nello stile dello Studio Ghibli.
Today is a great internet day pic.twitter.com/iPWl2yfvdq
— Zeneca.xyz 🔮 (@Zeneca) March 26, 2025
Nonostante sia accessibile solo nelle versioni a pagamento di ChatGPT, questo nuovo strumento di generazione di immagini è già un successo, un successo tale da aver costretto OpenAI a limitarlo per via delle maggiori risorse richieste all’infrastruttura su cui si basa, risorse che al momento non è in grado di sostenere.
Lo ha fatto sapere l’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman nella giornata di ieri con un post su X:
«È molto divertente vedere che le persone amano [lo strumento per generare le] immagini di ChatGPT. Ma le nostre GPU si stanno fondendo. Introdurremo temporaneamente alcuni limiti di velocità mentre lavoriamo per renderlo più efficiente. Speriamo non ci voglia molto! Il piano gratuito di ChatGPT avrà presto tre generazioni al giorno».
Oltre ai problemi legati alla maggiore capacità computazionale richiesta da questo sistema, come anticipato, in molti hanno sollevato delle preoccupazioni riguardo al tema della tutela del diritto d’autore. C’è infatti il sospetto che OpenAI per arrivare a livelli simili di efficacia abbia allenato i suoi modelli di intelligenza artificiale su una grande quantità di immagini protette dal diritto d’autore, dello Studio Ghibli e di altri studi cinematografici.
Evan Brown, avvocato statunitense che si occupa di proprietà intellettuale, ha spiegato a TechCrunch che lo stile in sé non è protetto dal diritto d’autore: generare immagini che assomigliano a quelle dei cartoni animati dello Studio Ghibli non viola la legge. Discorso diverso sarebbe se per raggiungere un tale livello di somiglianza OpenAI avesse utilizzato milioni di fotogrammi di quei cartoni.
Perché la legittimità di usare contenuti protetti da diritti d’autore per addestrare modelli capaci di replicarne lo stile è una questione ancora in via di discussione in molti tribunali statunitensi, le cui decisioni condizioneranno molto il settore delle intelligenze artificiali generative, sia visuali che testuali.
In copertina alcune immagini di Donald Trump generate da ChatGPT in stile Studio Ghibli
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