Oltre alla truffa telefonica del curriculum, ancora attiva in questi giorni, nella giornata di ieri, martedì 1° aprile, l’Agenzia delle Entrate, ha fatto sapere tramite un avviso pubblicato sul suo sito web che nelle ultime settimane sono stati segnalati anche vari tentativi di truffa che fanno leva sul tema della tassazione delle criptovalute.

“Gentile contribuente, è necessaria un’immediata verifica della sua posizione fiscale. La preghiamo di contattarci urgentemente al numero XXXXXXX per evitare sanzioni” è un esempio di SMS fraudolento legato a questa nuova tipologia di truffa, pericolosa perché basata sullo spoofing telefonico, tecnica che fa sembrare il numero telefonico del mittente un contatto noto e affidabile legato all’Agenzia delle Entrate.

Come funziona la nuova truffa telefonica a tema “tassazione criptovalute”

Secondo quanto ha riportato l’Agenzia delle Entrate la truffa funziona così: i malintenzionati chiamano la vittima mascherando il numero telefonico del mittente per farlo apparire al destinatario come un contatto noto e affidabile (con la tecnica dello spoofing telefonico); nel caso in cui non rispondessero, questi ultimi potrebbero ricevere anche un SMS come quello indicato sopra in cui invitano la vittima a chiamare un numero telefonico per regolarizzare la propria posizione fiscale. Ma invece di entrare in contatto con l’Agenzia delle Entrate richiamando il numero indicato nell’SMS fraudolento “si potrebbe atterrare su linee a pagamento con costi molto elevati e incappare quindi in una ulteriore tipologia di truffa mirata al furto del credito telefonico”, ha spiegato l’Agenzia.

Facendo leva sul tema della tassazione delle criptovalute, è evidente siano proprio gli investitori in criptovalute le persone più a rischio, che ritrovandosi delle chiamate provenienti da numeri ufficiali dell’Agenzia delle Entrate potrebbero seguire le indicazioni fornite dai malintenzionati senza accorgersi del raggiro, malintenzionati che si spacciano per addetti di società di intermediazione di criptovalute e chiedono alle vittime di versare denaro su portafogli digitali (wallet) per evitare sanzioni legate a fantomatiche imposte dovute da saldare rapidamente.

Come difendersi

L’Agenzia delle Entrate, oltre a ribadire la propria estraneità da questo tipo di comunicazioni, raccomanda di prestare la massima attenzione, di non ricontattare il mittente, di non cliccare sui link e di non fornire dati personali, credenziali d’accesso, coordinate bancarie e altri tipi di dati in caso di telefonate e messaggi in linea con quanto descritto.

Nella pagina Focus sul phishing del sito dell’Agenzia delle Entrate ci sono maggiori informazioni per difendersi dai tentativi di frodi online, ma per maggiori informazioni è comunque possibile contattare l’Agenzia tramite i canali a disposizione degli utenti, sia online che nei vari uffici fisici.

L’immagine di copertina è una foto di Traxer su Unsplash