Il primo trimestre del 2025 si chiude con una sorpresa che farà certamente discutere, Apple segna una crescita importante nelle vendite di Mac, portandosi all’8,7% di quota del mercato globale e registrando un netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tutto, in un contesto internazionale estremamente fluido e segnato da nuove tensioni geopolitiche, da un mercato PC in lenta ripresa e, non ultimo, dall’impatto dei dazi USA sull’hardware di produzione cinese.
Secondo i dati preliminari diffusi da IDC, Apple ha spedito 5,5 milioni di unità nel Q1 2025, rispetto ai 4,8 milioni dello stesso trimestre nel 2024, una crescita del +14,6% che assume ancora più rilevanza se confrontata con il +4,9% dell’intero mercato, ben più timido e incerto.
Apple corre più degli altri nel mercato PC
Se è vero che il mercato dei PC sta provando a rimettersi in moto dopo il crollo verticale del 2023, quando le spedizioni globali erano calate del 29% su base annua, è altrettanto vero che non tutti i produttori stanno beneficiando della ripresa allo stesso modo. I dati parlano chiaro: nel primo trimestre dell’anno, Lenovo guida la classifica con 15,2 milioni di unità vendute (24,1%), seguita da HP con 12,8 milioni (20,2%), Dell con 9,6 milioni (15,1%), Apple e infine Asus con 4 milioni (6,3%).
Ma quello che colpisce di più non è solo la posizione in classifica, quanto il trend di crescita rispetto agli altri player, Apple è infatti tra le poche aziende ad aver saputo reagire con continuità agli alti e bassi degli ultimi due anni: dopo il crollo del Q1 2023 (-40% su base annua), il colosso di Cupertino ha iniziato a recuperare terreno con una crescita a doppia cifra nel Q2, ha tenuto botta nel Q3 (-20%), e ha poi ingranato la marcia nel Q1 2025.
A fare la differenza, come sottolineato da IDC, sarebbe la capacità dell’azienda di cavalcare il trend dell’hardware AI-ready, ovvero dispositivi già predisposti all’elaborazione locale di intelligenza artificiale, una direzione che Apple ha abbracciato con sempre maggiore convinzione, grazie alla transizione verso Apple Silicon.
Come spesso accade nel mondo della mela morsicata, il vantaggio competitivo non risiede in una sola componente, ma in un ecosistema integrato in cui chip, sistema operativo e servizi lavorano in sinergia; la piattaforma Apple Silicon, che include motori neurali integrati direttamente nei chip, permette già oggi l’elaborazione on-device di funzionalità basate su intelligenza artificiale.
Questo approccio, radicalmente diverso rispetto a quello della maggior parte dei produttori Windows, che si affidano a componenti terze per CPU, GPU e sistema operativo, potrebbe posizionare Apple in una posizione privilegiata nel momento in cui il mercato virerà definitivamente verso dispositivi AI-centrici. Non a caso la WWDC di giugno potrebbe segnare un altro punto di svolta in tal senso, sono attesi nuovi annunci proprio in ambito IA, con modelli locali integrati nei Mac, nuove API e un potenziamento delle capacità di Siri, che si avvicinerà sempre più a un assistente intelligente vero e proprio.
C’è però un’altra variabile da considerare, e riguarda la politica commerciale degli Stati Uniti: a partire dal 2 aprile, l’amministrazione Trump ha annunciato nuove tariffe doganali sulle importazioni di dispositivi elettronici prodotti in Cina, tra cui PC e altri dispositivi consumer. Come spesso accade, la reazione dei produttori non si è fatta attendere, molti fornitori hanno accelerato le spedizioni nel primo trimestre per evitare gli aumenti di prezzo previsti nei mesi successivi; Apple, da parte sua, potrebbe trovarsi in una posizione leggermente più favorevole, grazie al controllo rigoroso della sua supply chain e alla progressiva diversificazione della produzione verso India e Vietnam.
Tuttavia, anche per il colosso californiano, la dipendenza dalla produzione cinese resta significativa, e una transizione rapida su larga scala rimane tutt’altro che semplice.
Nonostante le incognite globali, Apple sembra oggi meglio attrezzata rispetto ad altri produttori per affrontare le turbolenze del mercato PC, il suo vantaggio nell’integrazione verticale, la crescente domanda di hardware AI-ready e la fedeltà della base utenti premium le permettono di sostenere margini più alti e stabilità nella domanda, anche in scenari di crisi.
Resta da vedere se questa nuova ondata di dazi e incertezze logistiche basterà a rallentare la corsa dell’azienda o se, al contrario, finirà per consolidarne ulteriormente la posizione; il 2025 sarà tutt’altro che prevedibile per il mercato PC, ma Apple sembra essere partita col piede giusto.
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