OpenAI torna a far parlare di sé con un aggiornamento che potrebbe rivoluzionare il modo in cui milioni di persone utilizzano ChatGPT ogni giorno, dopo l’introduzione (ormai diversi mesi fa) della cosiddetta “Memoria”, ovvero la possibilità per il chatbot di ricordare alcune informazioni essenziali fornite dall’utente e riutilizzarle in conversazioni future, la novità annunciata oggi punta a estendere sensibilmente la profondità e l’utilità di questa funzionalità.

La memoria evolve, ora ChatGPT può davvero ricordare tutto

Con il nuovo aggiornamento, in fase di rilascio per un numero selezionato di utenti ChatGPT Plus e Pro, OpenAI ha abilitato una nuova funzione denominata “Riferimento cronologia chat” che, come suggerisce il nome, consente al modello di attingere all’intera cronologia delle conversazioni avute con l’utente per generare risposte più coerenti, contestualizzate e personalizzate.

Un passo avanti significativo rispetto alla “vecchia” memoria, che si limitava a conservare una manciata di informazioni chiave (come nome, stile preferito nelle risposte o interessi generali), spesso inserite manualmente o suggerite dal sistema stesso; in quel caso, l’utente riceveva un messaggio di conferma ogni volta che qualcosa veniva salvato nella memoria, con la possibilità di modificare o rimuovere i singoli dati memorizzati.

Grazie all’ultimo aggiornamento dunque, le impostazioni dell’app, sia web che mobile, mostrano due distinte opzioni di attivazione/disattivazione:

  • Riferimento a memorie salvate -> il sistema classico, che permette al chatbot di memorizzare alcune preferenze persistenti, gestibili dall’utente
  • Riferimento cronologia chat -> la novità principale, che consente al modello di utilizzare tutto lo storico delle interazioni come contesto, ma senza possibilità di modifica o controllo puntuale da parte dell’utente

chatgpt openai nuova memoria

Insomma, una vera e propria scatola nera della memoria, che può essere solo attivata o disattivata in blocco e che, per ovvie ragioni, ha già sollevato alcuni dubbi in tema di privacy e trasparenza.

OpenAI ha precisato che la nuova funzionalità è in fase di rollout graduale a partire da oggi, ma solo per gli utenti dei piani a pagamento (Plus e Pro); tuttavia, ci sono alcune eccezioni importanti: gli utenti in Regno Unito, Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera resteranno per il momento esclusi dalla distribuzione della novità, probabilmente a causa delle normative locali in materia di trattamento dei dati personali.

Non è ancora stata annunciata una data precisa per l’estensione della funzionalità agli utenti Enterprise, Team ed Edu, ma è confermato che l’arrivo è previsto, mentre nessun riferimento è stato fatto per quanto riguarda gli utenti free, che quindi con ogni probabilità non avranno accesso alla nuova memoria evoluta (almeno per il momento).

Il cambiamento, almeno per chi utilizza ChatGPT in modo continuativo (per studio, lavoro o conversazioni personali ricorrenti), potrebbe risultare estremamente vantaggioso: il modello sarà in grado di offrire risposte sempre più su misura, facendo leva su quello che ha “vissuto” insieme all’utente nel tempo.

Naturalmente, chi è più attento alla gestione dei propri dati, o semplicemente preferisce non lasciare tracce permanenti, potrà disattivare completamente la funzione o usare la modalità Chat temporanea, che continua a comportarsi come una sorta di modalità “in incognito”, senza memoria e senza tracciamento delle interazioni.

Con questo aggiornamento, OpenAI compie un passo importante verso una personalizzazione più profonda e proattiva dell’esperienza utente su ChatGPT, in linea con una visione sempre più assistenziale dell’intelligenza artificiale; tuttavia, il fatto che la nuova funzione sia non modificabile e poco trasparente nella gestione delle informazioni potrebbe scoraggiare chi cerca maggiore controllo e chiarezza.

In ogni caso, l’evoluzione è iniziata e sarà interessante osservare come (e se) OpenAI deciderà di portare questa novità anche nei mercati ancora esclusi e, magari, anche agli utenti della versione gratuita.