L’ormai famosa vicenda legata alle importazioni tecnologiche negli Stati Uniti ha subito un’improvvisa e inaspettata svolta nelle ultime ore. Dopo giorni di panico tra i produttori tech e timori di rincari generalizzati per i consumatori, l’amministrazione Trump ha deciso di fare marcia indietro, escludendo alcuni dei prodotti tecnologici più importanti dai controversi dazi annunciati la scorsa settimana.

Trump fa dietrofront: smartphone e PC salvi dai super-dazi, il mercato tech tira un sospiro di sollievo

La notizia, riportata inizialmente da Bloomberg e confermata da un aggiornamento delle linee guida dell’ufficio statunitense per le dogane (CBP), rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle intenzioni manifestate nei giorni scorsi dal presidente. Smartphone, computer portatili, hard disk, processori e chip di memoria non saranno soggetti né al dazio aggiuntivo del 125% destinato ai prodotti cinesi, né alla tassa globale del 10% prevista per le importazioni dalla maggior parte degli altri paesi.

Per chi segue il mercato tech, questa è una notizia che cambia radicalmente le prospettive per il settore nei prossimi mesi. L’annuncio originale dei dazi aveva già creato onde d’urto nell’industria: OnePlus, ad esempio, aveva silenziosamente aumentato i prezzi dei suoi smartwatch più recenti negli USA, mentre Sony sembrava aver già incorporato l’impatto dei dazi nelle etichette dei prezzi dei suoi nuovi televisori destinati al mercato americano.

Non si tratta però di una cancellazione totale delle tariffe doganali. Come precisa Bloomberg in un aggiornamento della propria copertura, i prodotti esclusi rimangono comunque soggetti a una tassa del 20% applicata per fare pressione su Pechino riguardo il controllo del fentanyl e dei suoi precursori, oltre a dazi precedenti che restano in vigore. Insomma, un’esenzione parziale che comunque rappresenta una boccata d’ossigeno per l’industria.

L’esenzione copre anche i macchinari utilizzati da giganti come TSMC per la fabbricazione di semiconduttori, un settore cruciale che sta alla base dell’intera filiera tecnologica globale. E c’è di più: la Casa Bianca ha anche pubblicato un memorandum che estende le esenzioni alle modifiche ai dazi sulle spedizioni di piccoli pacchi, un altro punto di grande preoccupazione dopo che Trump aveva triplicato le tariffe per questo tipo di spedizioni attraverso un emendamento emesso solo pochi giorni fa.

Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di politiche commerciali incerte e in rapida evoluzione. Solo pochi giorni fa, nell’esatto momento in cui i dazi entravano in vigore, Trump aveva annunciato una “pausa di 90 giorni” per la maggior parte dei paesi, mantenendo invece l’aumento fino al 145% per le importazioni dalla Cina.

Le reazioni da parte delle aziende del settore sono state diverse. Alcune, come Apple, hanno tentato di correre ai ripari: secondo alcune fonti, il colosso di Cupertino avrebbe accelerato l’importazione di ben 600 tonnellate di iPhone dall’India prima dell’entrata in vigore dei dazi. Nintendo, dal canto suo, ha optato per ritardare i preordini statunitensi di Switch 2 pur mantenendo fermo il prezzo di lancio a 449,99 dollari.

Per noi consumatori europei, queste mosse potrebbero sembrare lontane, ma l’interconnessione dell’economia globale significa che qualsiasi turbamento nel mercato americano potrebbe avere ripercussioni anche sul nostro mercato, influenzando strategie di distribuzione, volumi di produzione e, in ultima analisi, i prezzi stessi.

Resta da vedere quanto durerà questa situazione di relativa calma. L’amministrazione Trump è nota per cambiamenti improvvisi di rotta in materia di politica commerciale, e nulla garantisce che queste esenzioni rimarranno in vigore nel medio-lungo periodo. I produttori tech, così come i consumatori, dovranno rimanere vigili mentre questa tempesta commerciale continua a svilupparsi.

Una cosa è certa: nel complesso e delicato ecosistema tecnologico globale, dove le catene di approvvigionamento si estendono attraverso molteplici paesi e le componenti di un singolo dispositivo possono attraversare più volte i confini nazionali prima dell’assemblaggio finale, qualsiasi modifica alle politiche commerciali continuerà ad avere effetti a cascata che potremmo percepire anche nei nostri negozi.