Apple ha accettato di versare una somma di 500 milioni di dollari per mettere fine alla class action relativa alla limitazione delle prestazioni degli iPhone più datati.
Il caso emerse dopo alcune verifiche tecniche effettuate nel 2017 dalle quali risultò che il colosso di Cupertino riduceva artificiosamente le prestazioni degli iPhone più vecchi, con il sospetto che l’azione inducesse gli utenti ad acquistare le versioni più nuove dei suoi smartphone.
La società guidata da Tim Cook si difese sostenendo che si trattava di una misura tecnica precauzionale per scongiurare l’improvviso spegnimento del dispositivo mobile a causa di una batteria ormai usurata, ma questo non fu sufficiente a placare le critiche.
Solo con il rilascio di iOS 11.3 a marzo 2018 e sulla scia delle numerose polemiche, Apple iniziò a informare gli utenti sulle scarse prestazioni delle batterie obsolete e decise di ridurne il prezzo per agevolarne l’acquisto da parte dei possessori di vecchi iPhone.
Apple pagherà 500 milioni per gli iPhone rallentati
Accettando il versamento di 500 milioni di dollari, Apple dovrebbe chiudere la class action che era stata avviata nei suoi confronti, tuttavia la decisione deve ancora essere formalmente approvata dal giudice della corte distrettuale dello Stato della California.
L’accordo interesserà i possessori di dispositivi iPhone 6, 6 Plus, 6s, 6s Plus, 7, 7 Plus e SE residenti negli Stati Uniti, i quali riceveranno un modesto rimborso.
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