Nonostante i continui progressi, e nonostante l’arrivo di uno standard come Matter che promette di risolvere i problemi di interoperabilità, la gestione di una smart home è un’operazione complessa e il più delle volte riservata agli appassionati. Ovviamente parliamo di una vera gestione, con automazioni e correlazioni tra prodotti di diversi produttori, non di funzioni basilari come l’accensione e lo spegnimento di luci e prese, da effettuarsi magari con l’aiuto di assistenti vocali.

Per una gestione avanzata, che permetta di sfruttare appieno le potenzialità di ogni dispositivo intelligente, serve un sistema centralizzato che possa coordinare tutto, indipendentemente dal produttore. Se non volete ricorrere a un sistema filare, affidabilissimo ma decisamente costoso, la soluzione migliore è quella di dotarsi di un hub per la casa. Il mercato propone diverse soluzioni, alcune particolarmente complesse e pensate per una utenza esperta, altre più semplici da utilizzare ma capaci comunque di offrire strumenti potenti e completi.

Oggi vi parliamo proprio di una di queste soluzioni, Homey Pro, un hub per la smart home che stiamo utilizzando da qualche mese per gestire un centinaio di sensori e dispostivi IoT che negli anni abbiamo aggiunto alla nostra abitazione. Tutti dispositivi che in precedenza erano affidati a Home Assistant, montato su un Raspberry Pi 4, e che in poco tempo abbiamo portato sulla nuova piattaforma senza alcun problema, ricreando anche le automazioni che abbiamo usato per farli interagire.

Hardware e confezione di vendita

Dopo aver “combattuto” per un paio d’anni con Home Assistant, potente ma decisamente complesso da gestire e manutenere, Homey ci è sembrato quasi un “giocattolo”, vista la semplicità nella configurazione e nell’utilizzo. Questo ovviamente non significa che sia un sistema di basso livello, tutt’altro.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla confezione di vendita, spartana ma essenziale. Al suo interno troviamo Homey Pro, un dispositivo cilindrico realizzato in plastica nera, il suo alimentatore e un cavo USB-C. Non è indispensabile utilizzare l’alimentatore fornito in confezione, se avete un alimentatore multi porta potete tranquillamente utilizzare quello.

Volendo è possibile acquistare un adattatore LAN, per collegarlo a una presa cablata, e Homey Bridge, per estendere la copertura Zigbee, Z-Wave, infrarossi e 433 MHz. Si tratta comunque di optional, visto che con il “solo” Homey Pro potete gestire una casa di circa 120 metri quadri senza alcun problema. Nel nostro caso abbiamo installato Homey Pro nello studio e non abbiamo avuto alcuna difficoltà a gestire dispositivi Zigbee o WiFi posizionati all’estremo opposto della casa.

Recensione Homey Pro, gestire la smart home non è mai stato così semplice 1

La configurazione iniziale è davvero semplice, alla portata anche di un utente poco esperto. Ci si registra sul sito Homey per ottenere un account e si seguono le istruzioni, facili e chiare. Dovrete utilizzare uno smartphone, che al momento resta l’opzione più semplice e rapida per gestire Homey, sul quale installare la companion app ed eseguire alcune semplici operazioni da portare a termine in pochi minuti.

A questo punto siete a bordo e dovrete solamente iniziare ad aggiungere i dispositivi (della compatibilità parleremo tra poco) della vostra smart home. Homey Pro offre nativamente il supporto a dispositivi Bluetooth, Zigbee, Z-wave, Infrarossi, 433 MHz, Thread, Matter e WiFi, ma è possibile installare applicazioni per supportare prodotti provenienti da altri produttori. Nella maggior parte dei casi si tratta di applicazioni create proprio da Athom B.V, sviluppatore di Homey, ma sono numerose anche le integrazioni realizzate da sviluppatori di terze parti.

Il sistema operativo proprietario è gestito da una CPU quad core a 1,5 GHz, affiancata da 2 GB di RAM e 8 GB di spazio di archiviazione, più che sufficienti per gestire installazioni di grandi dimensioni.

Installare i dispositivi e farli interagire

Per chi, come noi, proviene da una piattaforma smart home, la configurazione e l’utilizzo sono decisamente semplici ma anche un utente alle prime armi, che vuole andare oltre ai semplici assistenti vocali o alle automazioni possibili solo all’interno di uno stesso ecosistema, troverà in Homey una valida risposta.

Dopo aver effettuato il primo avvio dovrete iniziare a creare le varie stanze virtuali, così da potervi collocare i dispositivi che andrete ad aggiungere, per avere un’idea chiara e ordinata dei dispositivi in vostro possesso. Si tratta di una operazione che potete fare anche successivamente, man mano che andrete ad aggiungere prodotti, ma partire col piede giusto è sicuramente importante per una maggiore chiarezza.

Come detto in precedenza, Homey Pro supporta tutti i principali protocolli di comunicazione della smart home e pertanto potrebbe, dal punto di vista strettamente teorico, gestire qualsiasi dispositivo in commercio. In realtà nella maggior parte dei casi è necessario installare un’applicazione utilizzando lo store integrato, così da poter sfruttare al meglio ogni singolo dispositivo così come lo ha pensato il produttore.

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La sola eccezione è rappresentata dai dispositivi Matter, come ad esempio il nostro Hub Aqara M3, al quale abbiamo collegato una trentina tra sensori, pulsanti e rilevatori, e che abbiamo collegato al server proprio sfruttando la compatibilità con il nuovo standard. Il bello è che una volta collegato l’hub vi ritroverete tutti i dispositivi all’interno dell’interfaccia di Homey, e anche i dispositivi aggiunti in seguito saranno riconosciuti e proposti nella schermata principale, senza dover effettuare alcuna ricerca o nuova configurazione.

Nel nostro caso specifico abbiamo integrato prodotti Aqara, Yeelight, SwitchBot, Qingping, Samsung, Roborock, Shelly e Xiaomi, ma le applicazioni a disposizione sono davvero tantissime. Grazie alle applicazioni è possibile sfruttare buona parte delle funzioni previste dal costruttore, anche se nella maggior parte dei casi non avrete a disposizione tutte le informazioni e i dettagli presenti nell’app originale. Abbiamo ad esempio provato il nuovo Smart Meter di SwitchBot, riconosciuto senza problemi tramite l’app, ma vengono visualizzate meno informazioni rispetto a quelle visibili anche sul dispositivo stesso. È una cosa che verrà sistemata nel tempo, quando saranno state rilasciate versioni aggiornate dell’app, ma da questo punto di vista Athom predilige la stabilità piuttosto che la tempestività.

È una decisione che ci sentiamo di condividere assolutamente: meglio una smart home con alcune funzioni limitate piuttosto che una più evoluta e sempre aggiornata ma che vi abbandona sul più bello per colpa di un aggiornamento sbagliato, o di un bug che magari verrà corretto dopo qualche giorno. Da questo punto di vista Homey Pro è ineccepibile, rilascia aggiornamenti costanti, sia per il sistema operativo che per le app (noi ne abbiamo ricevuti almeno una ventina solo nell’ultimo mese) ma solo quando sono sicuri. E infatti non abbiamo mai avuto alcun problema relativo a dispositivi non riconosciuti, niente comunque che un banale riavvio non potesse risolvere immediatamente.

Man mano che aggiungiamo dispositivi nasce la necessità di farli interagire: accendere una luce quando si attiva un sensore di movimento, spegnerla quando il sensore di presenza rileva che la stanza è vuota, aprire o chiudere le tende motorizzate a determinati orari della giornata o quando la temperatura supera un certo livello.

Per queste necessità è possibile utilizzare Flow, uno strumento semplice ma decisamente potente che permette di creare automazioni più o meno complesse, che coinvolgono più dispositivi, tutto dal vostro telefono senza alcuna difficoltà. Una volta salvati i Flow potrete iniziare a utilizzarli senza problemi, e modificarli qualora il risultato non fosse soddisfacente. È possibile creare semplici automazioni ma anche flussi più complessi, che coinvolgono una decina tra dispositivi e sensori, senza grosse difficoltà.

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Se però volete la massima libertà di espressione, e una interfaccia ancora più efficace, sedetevi davanti al vostro computer e lanciate l’interfaccia web di Homey, per poter sfruttare Advanced Flow. Si tratta di uno strumento offerto gratuitamente agli acquirenti di Homey Pro che offre un’interfaccia completamente visuale con blocchi, flussi di informazioni, condizioni e alternative, con la possibilità di simulare il funzionamento per essere sicuri che tutto funzioni alla perfezione senza doverlo testare con i dispositivi.

Per rendere tutto ancora più chiaro, soprattutto qualora fosse necessario effettuare delle modifiche, è possibile aggiungere dei veri e propri post-it con le vostre note, utile anche per annotare idee da sviluppare o per ricordarsi di aggiungere nuove funzioni ai propri flussi.

Gli utenti più smaliziati, che vogliono il massimo da Homey Pro, possono sfruttare HomeyScript per realizzare automatizzazioni complesse in poche righe di codice, senza dover creare lunghe liste di azioni. L’esempio più semplice è quello di uno script che deve spegnere tutte le luci di casa: se ne avete una ventina, con HomeyScript potete creare un codice di una decina di righe che le spegne tutte, anche qualora doveste aggiungerne di nuove, senza dover mettere mano all’automazione. L’alternativa è quella di aggiungere o rimuovere le luci da spegnere, accertandosi di non averne dimenticata nessuna.

E gli utenti evoluti troveranno pane per i loro denti con gli Esperimenti, che permettono di sbloccare un maggior numero di schede Flow, per avere più informazioni sul comportamento del sistema, dispositivi virtuali, connettività evoluta con HomeKit e un accesso SSH a una sandbox Linux per realizzare tutti i vostri progetti più geek.

Dobbiamo dire che è comunque possibile realizzare automazioni complesse ed efficienti anche “limitandosi” a Flow, che offre risultati eccellenti senza troppo impegno, lasciando aperta la possibilità a miglioramenti e perfezionamenti che possono essere realizzati anche in un secondo momento.

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Buona compatibilità, ma si può migliorare

Il successo di una piattaforma per la gestione della smart home si misura indubbiamente dalla compatibilità con i dispositivi in commercio. Ogni produttore di dispositivi smart home realizza una propria companion app, per controllare ogni singolo dispositivo, ma la vera sfida è quella dell’interoperabilità, uno dei problemi che ha portato alla nascita di Matter.

Quest’ultimo però è uno standard ancora nuovo, non supportato da tutti e soprattutto che richiede nuovi prodotti. Uno smart hub come Homey Pro è la risposta giusta, grazie alla presenza delle app, la soluzione di Athom per l’interoperabilità. Di fatto è lo stesso sviluppatore a creare delle applicazioni che possano supportare i dispositivi dei vari brand, anche se in alcuni casi sono i membri della community a proporre soluzioni per ovviare ad alcune mancanze o per offrire alternative per quei prodotti che non godono di un supporto ufficiale.

Una volta effettuato l’accesso alla pagina web dello store, potrete effettuare una ricerca, se conoscete già il nome dell’integrazione da installare, o sfogliare le numerose proposte, alcune delle quali possono aprirvi la strada a soluzioni alle quali non avreste mai pensato. Ci è capitato di trovare una integrazione con Strava, che permette di accendere il riscaldamento in bagno e farlo trovare pronto per una doccia rigeneratrice dopo un allenamento, ma anche applicazioni per inviare e gestire messaggi tramite WhatsApp.

Sono presenti le app dei maggiori produttori, anche se abbiamo notato qualche carenza soprattutto con i brand orientali, Xiaomi e Aqara in particolare. Sono ancora molti i dispositivi di questi brand per i quali non esiste un supporto diretto (un esempio fra tutti è quello delle telecamere Aqara che non sono integrabili), ma in molti casi si tratta solo di avere pazienza. In linea di massima è necessario attendere qualche mese per vedere aggiunto il supporto ai nuovi prodotti, restando sempre nell’ottica della stabilità piuttosto che della tempestività.

Una volta installate le applicazioni, potrete dimenticarvi degli aggiornamenti, visto che sarà il sistema a provvedere in totale autonomia, segnalandovelo nella Linea Temporale, posizionata nella pagina principale dell’app. Potete controllare il changelog per scoprire quali sono le novità introdotte, dai bugfix alle nuove funzioni che permettono di sfruttare al meglio i dispositivi di quel brand.

Nel complesso si tratta di una soluzione molto valida, che non offre la libertà di configurazione e la copertura di altre piattaforme ma che, test alla mano, non crea mai problemi. Negli oltre due mesi di test abbiamo affiancato Homey alla nostra installazione di Home Assistant, per capire quale dei due sistemi sia più affidabile. Il secondo è indubbiamente più dinamico, più pronto con i nuovi dispositivi, ma anche più incline a creare problemi quando un qualsiasi elemento viene aggiornato. Homey dal canto suo non ci ha mai fatto brutti scherzi: paradossalmente anche un evento banale, come una interruzione di corrente, ci ha permesso di avere la smart home sotto controllo in un paio di minuti con Homey, giusto il tempo necessario al boot completo del controller e a quello dei vari hub connessi. E se qualche dispositivo non dovesse essere pronto quando Homey completa l’avvio, basta riavviare la relativa app per ritrovarlo tra i dispositivi controllabili.

Home Assistant invece è più delicato, spesso è necessario un riavvio completo del server che richiede 4-5 minuti (nel nostro caso visto che gestisce un centinaio tra sensori e dispositivi) e a volte non è sufficiente, visto che serve riavviare anche i dispositivi o i relativi hub.

Considerazioni finali

Quasi 400 euro potrebbero sembrare tanti, soprattutto considerando che ci sono molte alternative gratuite ma, una volta provato Homey Pro, vi renderete conto che si tratta di soldi ben spesi, soprattutto se non avete voglia di sbattervi per ottenere risultati immediati.

Certo non ha la potenza e la flessibilità di altri strumenti, ma per la maggior parete degli utenti è una soluzione valida, che non richiede particolari conoscenze  e che soprattutto è stabile e affidabile, due aggettivi che sottolineano alla perfezione lo spirito alla base di questa piattaforma. Si potrebbe discutere sulla compatibilità ma va detto che la community è molto attiva e che siamo riusciti, cercando nei vari forum, a risolvere praticamente ogni problema che si è presentato. Se poi volete fare le cose per bene, vi conviene acquistare la sottoscrizione per il backup, così da avere sempre i vostri dati al sicuro nel caso dovesse succedere qualche inconveniente o ci dovessero essere dei guasti.

Pro:

    • semplice da gestire
    • soluzione chiavi in mano

Contro:

    • prezzo di acquisto
    • compatibilità da migliorare
    • backup solo a pagamento

Voto finale:

8.8