Il digitale terrestre sarà uno degli ambiti della nostra quotidianità che più sarà toccato dal 5G e il motivo è molto semplice visto che alcune delle bande delle frequenze interessate della rete di nuova generazione sono proprio quelle che vengono oggi utilizzate nella TV digitale.
Nello specifico, ci stiamo riferendo alla banda assai ambita compresa tra i 694 e i 790 megahertz comunemente chiamata “Banda 700”. Questa è una delle frequenze più preziose, non a caso definite “nobili”, proprio per via delle sue caratteristiche tecniche che la rendono ideale per una trasmissione forte e in grado di superare gli ostacoli.
5G e Digitale Terrestre: perché la banda 700 è così preziosa
La Banda 700 è infatti quella che potrà andare a penetrare con più facilità all’interno degli edifici oltrepassando barriere come muri e soffitti e raggiungendo così i vari dispositivi compatibili con le reti di nuova generazione.
Queste frequenze specifiche utilizzate attualmente dal digitale terrestre sono proprio quelle che sono state al centro dell’asta multimiliardaria tra gli operatori di telecomunicazioni e verranno cedute al momento della piena operatività del 5G sul territorio nazionale. Di conseguenza, anche il digitale terrestre vedrà un radicale cambiamento di riflesso. Ci sono stati incentivi destinati alle TV locali anche relativi alla banda 3,6GHz.
Il bando AGCOM per le frequenze del Digitale Terrestre
L’AGCOM ha pubblicato la delibera 39/19/CONS aggiornando il piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo Digitale Terrestre ai sensi dell’articolo 1, comma 1030, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, come modificato dall’art. 1, comma 1103, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.
Nel dettaglio:
- 12 reti nazionali in banda UHF, di cui una decomponibile per macro-aree e una integrata da frequenze della banda III-VHF;
- 1 rete locale di 1° livello in banda UHF con copertura non inferiore al 90% in ciascuna area tecnica (ad eccezione dell’area tecnica 3 in cui sono pianificate 2 reti locali di 1° livello e delle sub-aree tecniche 4a e 4b in cui sono pianificate ulteriori 3 reti locali di 1° livello);
- 1 o più reti locali di 2° livello in banda UHF senza vincolo di copertura nel bacino di riferimento, in ciascuna area tecnica.
I nuovi standard del Digitale Terrestre nell’era del 5G
In realtà, si è giocato in anticipo e così buona parte dei TV di recente produzione sono già compatibili con lo standard HEVC e con la tecnologia DVB-T2 che diventerà il nuovo standard con l’aggiornamento del nuovo digitale terrestre. Questo passaggio vedrà proprio lo switch dalla “vecchia” tecnologia DVB-T alla moderna DVB-T2.
Va da sé che se il televisore in casa è compatibile solo con la prima e si vuole continuare a godere della programmazione televisione digitale terrestre sarà necessario adeguarsi. Come fare per prepararsi al passaggio?
Cosa fare se il TV non è compatibile con DVB-T
Premesso che il nuovo digitale terrestre vedrà la luce non prima del gennaio 2020 per le prime regioni, c’è ancora tempo. Se il TV è compatibile con tecnologia DVB-T2 sarà necessario solamente ri-sintonizzare i canali al momento opportuno. La procedura è facile, pratica e molto veloce e si può effettuare dalle impostazioni interne del proprio televisore.
Se il TV oppure il decoder sono compatibili soltanto con la tecnologia DVB-T non sarà naturalmente necessario buttare via il TV e comprarne uno nuovo. Basterà infatti una spesa anche minima, nell’ordine di circa 25-30 euro (ad esempio su Amazon.it), per dotarsi di un decoder in grado di ricevere il nuovo segnale. Anche l’antenna non deve essere cambiata se il segnale viene ricevuto correttamente; si potrà continuare a utilizzare senza problemi.
Il contributo governativo per adeguarsi al nuovo digitale terrestre
Secondo le stime, lo switch-off andrà a interessare circa il 35% popolazione italiana e il governo ha approvato in manovra un contributo per le famiglie per facilitare questo passaggio molto importante. Stimato in 150 milioni di euro, il contributo sarà erogato per l’acquisto di decoder oppure di televisore con decoder integrato.
Lo switch-off avverrà su tutto il territorio nazionale nel corso di un periodo di due anni che scatterà dal gennaio 2020 fino al successivo dicembre 2021. Si inizierà con Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna mentre in una seconda fase saranno interessate Veneto, Emilia – Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria.
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