Recensione Amazfit GTS 3 – Sono passati parecchi mesi dalla presentazione di Amazfit GTS 3, che è sul mio polso da quasi quattro mesi. Vi starete chiedendo il perché di una recensione dopo così tanto tempo, visto che solitamente vi proponiamo i nostri test in maniera più tempestiva.
Ho voluto (e dovuto) attendere parecchio prima di riuscire a esprimere un giudizio definitivo su questo dispositivo Amazfit che, almeno per quanto riguarda l’esemplare in mio possesso, ha sofferto di un bug decisamente fastidioso che ora sembra finalmente aver trovato soluzione.
Promosso per il design
Ho sempre amato gli orologi e di conseguenza gli smartwatch, preferendo quelli con un quadrante circolare, a mio avviso migliore per la funzione che deve svolgere. La sola eccezione è rappresentata dalla serie GTS di Amazfit. Ho provato tutti e tre i modelli (non le varie versioni “e” e “mini”) e ho sempre apprezzato il loro design.
Leggero, sottile, piccolo ma elegante, questo Amazfit GTS 3 mi è decisamente piaciuto, proprio per la semplicità del suo design, capace di adattarsi a qualsiasi polso, maschile o femminile, e a qualsiasi occasione, elegante o sportiva. Apprezzabile anche la qualità dello schermo AMOLED, sempre ben visibile anche sotto la luce del sole, con un vetro protettivo dotato di un buon trattamento oleofobico, che non costringe a pulirlo troppo spesso.
Ottimo il feedback aptico dell’unico tasto fisico, una corona che serve per accedere ai vari menu e per scorrere, con un effetto molto gradevole e una vibrazione secca e mai fastidiosa. Anche il cinturino, pur essendo in semplice silicone, è di buona fattura, morbido e mai fastidioso, semplice da pulire e che non mi ha mai creato problemi di irritazione, anche dopo un uso prolungato.
Un software non ancora maturo
Il software, sulla carta, permette a questo Amazfit GTS 3 di offrire una serie di funzioni davvero invidiabile: oltre 150 modalità sportive, misurazione del battito cardiaco, della SpO2, tracciamento del sonno e notifiche. Tutte funzioni che ormai diamo per scontate su uno smartwatch e che non deludono in alcun modo.
Le misurazioni sono sempre molto attendibili e veloci, come ci si aspetta da un prodotto Amazfit, che sotto questo punto di vista non delude mai. Buona anche la precisione del GPS, che messo a confronto con sportwatch più costosi non ha mai mostrato il fianco, portando a casa risultati eccellenti con misurazioni sempre precise e tracce accurate.
Sembrerebbe dunque che questo Amazfit GTS 3 sia quasi perfetto, al netto di un’autonomia non proprio eccelsa, di cui però vi parlerò tra poco. Quello che però non rende giustizia al prodotto è un software non sempre all’altezza. Fin dai primi giorni ho notato una tendenza a rallentamenti inspiegabili, che ho successivamente scoperto essere legati alle notifiche.
Leggendole in maniera continua, facendo cioè in modo che non ce ne fossero mai più di 3-4 da leggere, lo smartwatch si è comportato in maniera adeguata, senza lag troppo evidenti. Va comunque detto che le prime versioni del firmware erano afflitte da alcuni bug che, almeno per quanto riguarda il mio sample, hanno portato a qualche riavvio autonomo dello smartwatch.
Dopo i primi aggiornamenti, il problema delle notifiche ha continuato a essere presente, seppur in maniera meno grave. Servivano una decina di notifiche per mandare in crisi lo smartwatch, una situazione che a quanto pare era comune a molti altri utenti, almeno stando ai risultati delle mie ricerche in Rete.
Non è stato raro, anzi, è abbastanza frequente, che la pressione del tasto, che avrebbe dovuto accendere lo schermo e successivamente portare al menu principale, non avesse alcun effetto. Nella maggior parte dei casi era necessario attendere almeno un paio di secondi, decisamente fastidiosa perché dava la sensazione di un dispositivo bloccato.
Peggio ancora succedeva premendo il tasto per uscire dal meni e tornare alla home: in questo caso mi è capitato che lo schermo restasse bloccato per 3-4 secondi prima di riprendersi ed eseguire le operazioni richieste. L’apertura e la navigazione nelle applicazioni, che avviene con il tocco sullo schermo, portava saltuariamente a dei blocchi temporanei, soprattutto tornando indietro nelle schermate.
Visto che il problema non si presentava in maniera continua, è abbastanza palese che mi sia trovato di fronte a un problema software, forse dettato da un sistema operativo non ancora perfettamente maturo o forse da un sample facente parte dei primi lotti e con qualche problema hardware che rende più evidenti le manchevolezze del software.
Disattivando le notifiche però, tutto è scomparso e come per magia questo GTS 3 diventa un altro: agile, veloce, scattante e con pochissimi problemi. Peccato che uno smartwatch senza notifiche vada a perdere gran parte della sua utilità, diventando quindi utile come sportwatch o come semplice orologio. Un ulteriore indizio quindi che il maggior imputato era il sistema operativo.
Il più recente degli aggiornamenti installati, il firmware 7.34.13.1, ha portato a dei netti miglioramenti, con i lag che si verificano ora in maniera sporadica. Ho riattivato le notifiche e anche accumulandone una ventina non ho mai notato rallentamenti come invece accadeva in precedenza. Il sistema è diventato decisamente più reattivo e ora sembra decisamente stabile, almeno rispetto alle prime release.
A distanza di circa tre settimane dall’aggiornamento la situazione rimane costante, con lo smartwatch che sembra finalmente aver superato i suoi problemi iniziali. Resta il fatto che è stato necessario attendere quattro mesi, un periodo di tempo che non posso ritenere accettabile per risolvere problemi di questo tipo.
Autonomia discutibile
Veniamo al nodo dell’autonomia, un punto che non mi ha convinto fin dal primo utilizzo. Amazfit dichiara che la batteria di questo GTS 3 può raggiungere i 12 giorni, un dato che sulla carta è sicuramente valido. Nei primi giorni della mia prova ho ovviamente attivato le notifiche, la modalità Always On e tutte le misurazioni n tempo reale, per capire quale fosse il limite minimo di autonomia.
Con un centinaio di notifiche al giorno l’autonomia crolla vertiginosamente, attestandosi a circa 3 giorni, 4 nei weekend dove le notifiche (almeno nel mio caso) calano drasticamente. Un dato che mi aspettavo, visto che comunque lo schermo (quasi) sempre acceso, incide in maniera significativa. Devo comunque dire che ho programmato la modalità Always On per funzionare dalle 7.30 alle 22.30, lasciando lo schermo spento di notte.
D’altro canto trovo che un orologio debba mostrare sempre l’ora e che non debba essere necessario un movimento del polso o un tocco sullo schermo per visualizzarla. Lo stesso vale per alcune funzioni importanti, come le notifiche e la misurazione del battito cardiaco.
Dopo qualche settimana, e un paio di aggiornamenti, la situazione si è stabilizzata attorno ai quattro giorni scarsi, per cui ho deciso di provare a cambiare qualcosa. Ho disattivato la funzione Always On, lasciando solo il movimento del polso in un orario limitato, disattivando anche il monitoraggio continuo del battito cardiaco.
Le cose sono migliorate leggermente, ma non sono comunque riuscito a superare i sei giorni. Dopo una settimana a mio avviso infruttuosa ho deciso di disattivare tutto: notifiche, riattivazione col polso, monitoraggio del battito cardiaco e della SpO2, disattivando anche la sveglia. nemmeno così, comunque, sono riuscito a raggiungere i 12 giorni, visto che nel migliore dei casi mi sono fermato a 10.
Tutte le rilevazioni sono state effettuate senza mai utilizzare il GPS, che va a incidere pesantemente sui consumi. Nelle prime settimane ho provato a utilizzare il GTS 3 per 2-3 uscite da circa 60-90 minuti in bici o di corsa, col risultato di raggiungere a fatica i tre giorni.
Niente di inatteso, sia ben chiaro, ma è giusto sapere che l’autonomia reale non è quella indicata sulla confezione, che si può forse raggiungere senza collegare lo smartwatch al proprio smartwatch, risparmiando anche sui consumi legati al Bluetooth. va da sé, però, che in questo modo si va a perdere qualsiasi funzione smart e ci ritroviamo con un normale orologio digitale al polso (tra l’altro con lo schermo sempre spento).
In conclusione
È giunto il momento di tirare le somme in merito a questo Amazfit GTS 3. Vale davvero la pena di acquistarlo? Se me lo aveste chiesto un mese fa, prima dell’ultimo aggiornamento, vi avrei detto di no ma ora le cose sono cambiate.
Se avete uno qualsiasi dei modelli precedenti ritengo comunque che, soprattutto se avete acquistato Amazfit GTS 2 con cui le differenze sono minime, il gioco non valga la candela, visto che anche l’autonomia non ha fatto passi avanti.
Se invece state cercando uno smartwatch leggero, discreto, che faccia bene il suo lavoro senza dare particolarmente nell’occhio allora Amazfit GTS 3 può decisamente fare al caso vostro, a patto di aggiornarlo subito al firmware più recente. Il prezzo di listino non è male, vista la dotazione tecnica, se poi lo trovate attorno ai 120 euro allora diventa ancora più interessante.
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