A oltre due anni di distanza dalla prova del modello precedente, in questi giorni abbiamo tenuto al polso ASUS VivoWatch 6, un orologio particolare perché tutto incentrato sul monitoraggio della salute. Oltre alle funzioni più comuni, è infatti in grado di rilevare la pressione sanguigna, di misurare la temperatura e la composizione corporea (prossimamente dovrebbe servire anche per fare l’ECG), funzionalità ancora oggi molto rare fra gli smartwatch.
Salute a parte, ASUS VivoWatch 6 può fare anche altro, seppur con qualche limitazione, alcune delle quali probabilmente dovute alla gioventù del prodotto, uscito sul mercato poche settimane fa. Visto che lo abbiamo provato per circa un paio di settimane, vi raccontiamo com’è andata.
Indice:
Design e materiali di ASUS VivoWatch 6
È uno smartwatch dal design curato e classico, più sportivo che elegante a differenza del modello precedente, molto serioso. Lo schermo di ASUS VivoWatch 6 è protetto da un vetro Corning Gorilla Glass 3, la lunetta e la cassa sono in metallo, abbracciati da una cornice in plastica che lo rende non troppo pesante (60 grammi), nonostante le dimensioni piuttosto abbondanti, non tanto per lo spessore (circa 12,5 mm), ma per il diametro, di circa 49 mm.
In compenso, c’è spazio per un bel display AMOLED da 1,39″ con risoluzione di 454 x 454 pixel e luminosità massima di 350 nit, che sotto la luce diretta del sole tuttavia non bastano per vedere bene le informazioni visualizzate. Peccato, perché per il resto è un bel pannello, superiore per resa rispetto allo schermo del modello precedente per ovvi motivi legati alla diversa tecnologia adottata: AMOLED invece che LCD (benché quest’ultimo sia più visibile sotto il sole).
Per i polsi minuti, come quello di chi scrive, ASUS VivoWatch 6 risulta comunque un po’ ingombrante, tuttavia non proprio scomodo, grazie anche all’ottimo cinturino in silicone medicale, morbido e ipoallergenico, sottolinea ASUS. Purtroppo è disponibile solo in grigio scuro, in tinta con la cornice dello smartwatch. Volendo, si possono però montare altri cinturini con passo da 22 mm per renderlo un po’ meno serioso o, viceversa, più adatto a contesti formali.
Nonostante lo schermo sia touchscreen, ci sono anche due pulsanti fisici per gestirlo, dal clic deciso e supportato da un motorino di vibrazione, non proprio netto nel feedback, ma discreto. Sul lato opposto c’è invece il sensore PPG (fotopletismografia), la principale particolarità di ASUS VivoWatch 6, mentre al centro della cassa, sotto, trova invece posto il nuovo sensore ottico, diverso rispetto a quello montato sul modello precedente.
- dimensioni: 49 mm di diametro e 12,5 mm di spessore circa (misurati), pesa 60 grammi con cinturino montato, con passo da 22 mm;
- schermo touchscreen AMOLED da 1,39″ con risoluzione di 454 x 454 pixel, 350 nit di luminosità massima e vetro Gorilla Glass 3;
- impermeabilità: 5 ATM, fino a 40 metri di profondità;
- GPS a doppia frequenza L1 e L5 con GNSS (GPS, QZSS, Galileo, GLONASS e BeiDou);
- sensori: cardiofrequenzimetro, PPG, ECG e BIA;
- compatibilità: almeno iOS 13 e Android 8;
- connettività Bluetooth 5;
- batteria da 290 mAh e autonomia dichiarata di 9 giorni con utilizzo standard, fino a 14 giorni con attiva la modalità risparmio energetico.
ASUS VivoWatch 6: funzioni per la salute e app companion
Prima di parlare delle funzioni per la salute e il benessere, è importante fare una premessa. ASUS VivoWatch 6 non è un dispositivo medico né è destinato alla diagnosi di condizioni mediche: vuol dire cioè che i risultati delle sue misurazioni sono un semplice riferimento. Nella lunetta, l’anello metallico più esterno dello smartwatch, c’è un sensore BIA (acronimo di Bioelectrical Impedance Analysis) che misura la composizione corporea, fornendo delle indicazioni sulle percentuali di grasso corporeo, di massa muscolare scheletrica, oltre al livello di idratazione e il tasso metabolico basale. Queste informazioni si ottengono con una misurazione della durata di circa 20/30 secondi, ponendo il dito indice sull’anello e il pollice sul sensore ECG/PPG incastonato nella cornice opposta. Stessa procedura per fare un ECG (non disponibile in Italia per ora) e per misurare la pressione sanguigna, che ASUS VivoWatch 6 rileva tramite PTT (il Pulse Transit Time), e legge attraverso la lente di un algoritmo proprietario basato sull’intelligenza artificiale.
Difficile valutare l’accuratezza dei dati relativi alla composizione corporea senza un’analisi medica dedicata, ma può essere utile usare le informazioni riportate da ASUS VivoWatch 6 in senso storico, registrando cioè più misurazioni per verificare le relative variazioni in base al variare del peso, valore da indicare prima di effettuare ogni misurazione. È più semplice invece stimare l’attendibilità delle rilevazioni della pressione sanguigna, risultate in linea con le misurazioni effettuate nei giorni scorsi.
Bene anche il rilevamento della frequenza cardiaca a riposo di ASUS VivoWatch 6, che ha invece faticato durante alcune attività più movimentate, di cui parleremo poi. L’orologio rileva inoltre la saturazione dell’ossigeno nel sangue (tende a sottostimare di circa 3/4 punti percentuali confrontato con un saturimetro Shield Division YM101), oltre allo stress (tramite HRV: la variabilità della frequenza cardiaca), alla temperatura corporea (monitorata costantemente ogni 10 minuti e con vari dati: minima, massima e media giornaliera) e ad altri parametri.
Curato anche il monitoraggio del sonno, in fasi e con la possibilità di tenere d’occhio il russamento. In questo caso, non abbiamo avuto modo di testarne l’effettiva accuratezza non avendo dispositivi medicali idonei. Quello che possiamo fare è parlare delle sensazioni, quasi sempre allineate ai dati dell’orologio, e degli orari di addormentamento e di risveglio, in genere adeguatamente rilevati.
Tutti quei dati analizzati finiscono poi nell’app ASUS HealthConnect, che fa da registro e da strumento con cui approfondire ogni cosa rilevata da ASUS VivoWatch 6. È fatta bene perché risulta semplice da usare, con tutte le informazioni chiave divise per giorni riposte nella schermata principale, denominata Dati sulla salute. Da qui è possibile analizzare le variazioni della frequenza cardiaca e della temperatura, i dati sulla composizione corporea e sull’indice PTT e, fra le altre cose, anche le attività sportive. A questo proposito, delle registrazioni sportive vengono visualizzati alcuni dati, fra cui il grafico della frequenza cardiaca con minimi e massimi, il profilo altimetrico, l’andatura, il passo, la traccia e altre informazioni, che cambiano in base alla tipologia di attività sportiva registrata.
Volendo è possibile anche aggiungere delle note manuali sull’assunzione di farmaci, o sulla glicemia, sulla pressione sanguigna e sulle variazioni di peso. Da segnalare anche Health AI, uno strumento che, dopo aver accumulato alcuni giorni di dati (almeno 7 giorni di registrazioni dell’indice PTT, del sonno e dell’attività quotidiana), fornisce dei consigli personalizzati sulla salute. Molto interessante anche il servizio Care Track, che permette ai familiari di vedere in tempo reale lo stato di salute dell’utente e la posizione in tempo reale.
La sezione Dispositivo dell’app ASUS HealthConnect è invece il posto in cui gestire le impostazioni di sistema di ASUS VivoWatch 6, dove si possono personalizzare anche varie cose, come i quadranti, fissare dei promemoria e altro. Nella terza e ultima schermata, in Impostazioni, l’app permette invece di connettersi a servizi di terze parti come Strava, Google Fit o Google Health Connect (Connessione salute), di effettuare il backup dei dati e di modificare l’ordine degli elementi della schermata principale dell’app.
Interfaccia utente, funzioni e autonomia di ASUS VivoWatch 6
Salute a parte, serve anche per fare altro. L’interfaccia utente di ASUS VivoWatch 6 è abbastanza intuitiva da usare ma spartana, non particolarmente curata né moderna. Pur essendo sempre pronta e scattante nelle interazioni, dal punto di vista grafico è piuttosto vecchieggiante e quasi per niente personalizzabile (a parte scegliere la lingua, i 5 livelli di luminosità, il polso su cui è indossato, gli obiettivi per passi e calorie e i quadranti non si può personalizzare quasi nient’altro dall’orologio; viceversa l’app fornisce alcune opzioni in più, anche per ordinare le varie app dell’orologio).
Il software è un po’ acerbo, con alcune mancanze che si fanno sentire nella quotidianità, come l’assenza del tocco o doppio tocco per attivare lo schermo, l’impossibilità di attivare una modalità non disturbare senza ricorrere a quella relativa al sonno (attivabile e gestibile solo tramite app), o i pagamenti contactless, ormai disponibili nella stragrande maggioranza degli smartwatch con e senza Wear OS. Comunque, rispetto ad ASUS VivoWatch 5 un miglioramento c’è stato, ma non è abbastanza se paragonato alla concorrenza. Con i prossimi aggiornamenti software potrebbe (anzi, dovrebbe) tuttavia migliorare.
Sul fronte delle funzioni smart, mostra le informazioni meteorologiche, le notifiche dello smartphone (pur con alcune limitazioni: non è possibile rispondere, se ne leggono poche parole e non si vedono né le immagini né le emoticon) e ha l’opzione per controllare la riproduzione musicale (volume e cambio traccia). C’è anche lo strumento per ritrovare il telefono connesso (se si trova nei paraggi lo fa suonare e attiva il flash), la scorciatoia per scattare fotografie, oltre a sveglia, timer, cronometro e poco altro.
Come anticipato, si possono personalizzare i quadranti: di serie ce ne sono otto, abbastanza classici e non troppo accattivanti. Volendo, c’è tuttavia la funzione Editor quadranti dell’app ASUS HealthConnect che, oltre a metterne a disposizione molti altri, permette pure di crearne di nuovi scegliendo immagini e campi dati da visualizzare (sono tuttavia poche le opzioni disponibili). Non è certo ai livelli di molti altri smartwatch e sportwatch, ma si può comunque trovare facilmente il quadrante più adatto ai propri gusti.
Non essendo uno sportwatch, le nostre aspettative riguardo agli sport erano limitate. Ciò nonostante, speravamo in qualcosa di meglio. In primis le attività sportive registrabili sono poche: corsa all’aperto e indoor, camminata, ciclismo all’aperto e indoor, palestra, nuoto, danza, yoga, core e stretching. In secundis non sono personalizzabili e mostrano un numero esiguo di informazioni a schermo distribuite al massimo su tre campi dati per schermata. Ci sono poi i problemi di rilevazione riscontrati durante alcuni sport.
Durante questi giorni di test abbiamo provato ASUS VivoWatch 6 per registrare diverse attività sportive, fra cui nuoto in piscina, camminate, corse all’aperto e uscite in bicicletta da corsa. Partiamo da queste ultime, attività in bici che lo smartwatch ha rilevato bene per quanto riguarda la precisione della traccia GPS registrata (grazie anche al supporto GNSS a doppia frequenza), e del profilo altimetrico, in linea con altri orologi testati in precedenza in quanto ad accuratezza della frequenza cardiaca, tutto sommato soddisfacente. Discorso simile per le attività di pesistica, fra le più difficoltose per i cardiofrequenzimetri da polso.
Meno bene invece la lettura della frequenza cardiaca nella corsa. Oltre a non rispondere ai cambiamenti di ritmo, si è tenuto quasi sempre su livelli medi, di circa 30 battiti inferiori rispetto alla media reale. Provare a stringere il cinturino e a modificare la posizione dell’orologio non è servito a nulla. Il cardiofrequenzimetro è parso più accurato perfino in acqua, dove sono sorti tuttavia altri problemi legati al conteggio delle vasche in piscina, spesso inesatto (e di molto).
Dunque, per il momento sconsigliamo ASUS VivoWatch 6 come dispositivo per tenere traccia degli sport, al netto di eventuali aggiornamenti software che potrebbero renderlo un po’ più preciso e ricco di funzioni dedicate.
Per quanto riguarda infine l’autonomia, i numeri dichiarati da ASUS sono leggermente superiori a quanto riscontrato. Con un utilizzo medio, dura poco più di 7 giorni, tenendolo al polso 24 ore su 24, con lo smartphone costantemente collegato via Bluetooth, notifiche sempre attive, luminosità quasi sempre al massimo con timer di spegnimento impostato a 5 secondi, always-on display sempre spento e registrando circa 3 ore di attività sportive all’aperto con il GPS impostato alla precisione massima (doppia frequenza L1 + L5), e circa 4 ore di registrazione di attività sportive con GPS spento, per contestualizzare. Un’autonomia discreta per uno smartwatch di questo tipo.
Considerazioni finali
Probabilmente contribuisce un po’ il fatto che è uscito da poco sul mercato, come anticipato, ma avrete intuito che ASUS VivoWatch 6 non ci ha soddisfatto appieno. Il software è un po’ acerbo, le funzioni smart e sportive sono limitate e talvolta imprecise. D’altra parte è un dispositivo interessante perché ha un bel display (non molto luminoso), ha un sacco di funzioni per la salute, anche particolari, ed è esteticamente curato e fatto bene.
Costa 399 euro di listino, un prezzo abbastanza elevato ma in parte giustificato dalla particolarità del prodotto che, se adeguatamente sistemato dal punto di vista software, vale la pena prendere in considerazione. Per il momento è difficile consigliarlo, se non a chi cerca uno smartwatch così focalizzato sul monitoraggio della salute, sua peculiarità.
Puoi acquistare ASUS VivoWatch 6 su Amazon oppure sullo store di ASUS
Pro:
- è fatto bene e ha un bel design;
- schermo AMOLED;
- funzioni per la salute.
Contro:
- software povero;
- problemi di rilevamento;
- visibilità sotto il sole.
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