Dobbiamo ammettere che OPPO Watch Free è riuscito ad attirare la nostra attenzione da subito e già in occasione della presentazione in Italia, avvenuta nei primi giorni di febbraio, abbiamo avuto il desiderio di indossarlo al polso per un test. E così è stato e dopo un po’ di giorni in sua compagnia eccoci qua a raccontarvelo e a dirvi com’è e come funziona.
È di bell’aspetto e sa farsi apprezzare
Partiamo dall’aspetto che più di tutti salta all’occhio e cioè quello estetico. OPPO Watch Free, a dispetto di quanto possa dire il suo nome, non è un vero e proprio smartwatch e si presenta con un design che possiamo definire ibrido: è, infatti, una via di mezzo fra uno smartwatch e una smartband, il che non è assolutamente male per via del rapporto di forma del display, però è sicuramente particolare e per questo non è adatto a tutti. A parte questo tiepido appunto, è molto elegante, soprattutto nella colorazione oro, molto ben costruito grazie alla cassa in alluminio ed è sottile e leggero, tanto da non appesantire per niente il polso.
Dobbiamo poi fargli un complimento per la resistenza del vetro perché dopo diversi urti e contatti dovuti all’utilizzo continuato 24 ore su 24 di giorni non si è scalfito minimamente, neppur con un graffietto; ed è stato al polso in palestra, sotto la doccia, a letto e in ogni situazione di vita quotidiana. L’unica vera critica da fargli esteticamente e fisicamente è legata alla qualità del materiale e alla trama del cinturino: è scomodo da agganciare, crea sudorazione perché non permette alla pelle di respirare, è di una gomma di bassa qualità che cozza con la raffinatezza del dispositivo e soprattutto è realizzato con una trama strana che crea un attrito fastidioso con la pelle (è come se strofinasse qualcosa di ruvido).
Dentro è una buona smartband, purtroppo
Prima di parlare effettivamente di lui, di che cosa può fare e come funziona, c’è da fare una considerazione per arrivare a una certa chiave di lettura: nonostante l’aspetto ibrido possa trarre in inganno, OPPO Watch Free non ha niente a che fare con gli smartwatch come li intendiamo oggi ed è a tutti gli effetti, per funzioni e completezza, una smartband. Questo significa che non va considerato come uno smartwatch ma bensì va visto come una smartband, che è quello che poi realmente è. Detto ciò, andiamo avanti. OPPO Watch Free non brilla di certo per numero di funzioni e opzioni, però quello che fa lo fa bene ed è sufficiente per un uso base di un dispositivo indossabile.
Non ci sono problemi con le misurazioni dell’ossigeno nel sangue, con i passi, la distanza percorsa, le calorie bruciate, i battiti cardiaci e il sonno e anzi ognuna di loro è estremamente affidabile e precisa; sotto questo punto di vista è di gran qualità perché riesce a fornire tutti i dati fondamentali per la salute con estrema accuratezza e non è cosa da poco. Poi fornisce anche informazioni sull’ossigeno nel sangue durante il sonno, pisolini pomeridiani compresi, sulla fase REM del sonno e sul movimento fisico. Include anche la rilevazione delle diverse attività fisiche più comuni, è vero, ma non integra un GPS, non integra un barometro e non integra altri sensori fondamentali per avere delle misurazioni complete, profonde e affidabili: ciò significa che monitora sì gli allenamenti ma in modo approssimativo e giusto per avere qualche informazione più o meno vaga, null’altro.
Oltre a questo, dà informazioni sulle previsioni meteo, include la sveglia, integra una funzione torcia che illumina il display, un cronometro, un promemoria per bere acqua, un player musicale e qualche altra funzione che ritroviamo in tutte le comuni smartband. Fin qui non è male, se non fosse che la parte delle notifiche è inverosimile: permette di riceverle, poche a dir la verità, e a malapena di visualizzarle; non fa rispondere e non dà la possibilità di fare nulla, nemmeno di cancellarle, anzi scompaiono pure da sole dopo essere state visualizzate. E sulla stessa lunghezza d’onda è l’applicazione perché include giusto qualche opzione necessaria e permette una personalizzazione striminzita, anche della watchface di sfondo perché quelle proposte sono davvero poche.
Per finire, mancano il chip NCF e quindi i pagamenti digitali e l’Always-on-display, però in compenso include un sensore di luce ambientale per regolare la luminosità del display automaticamente e un gran bel display AMOLED, che risulta luminoso, vivido, definito e davvero bello da vedere; e non è male neanche il suo vetro protettivo perché lascia scivolare in modo fantastico l’acqua e include un touchscreen sensibile e reattivo, come tutto il sistema.
L’autonomia è molto buona, ma…
La batteria da 230 mAh potrebbe sembrare piccola per via del suo aspetto simil-smartwatch, in realtà essendo a livello software e di funzioni una smartband garantisce a OPPO Watch Free una gran bella autonomia e in linea con quanto dichiarato da OPPO. A seconda delle impostazioni e dell’uso, fornisce una durata della batteria che si aggira fra i 10 e i 15 giorni e questo non è affatto male. Ciò è possibile, come dicevamo, grazie alle poche e limitate funzioni, peculiarità delle smartband.
OPPO Watch Free, alla fine…
Siamo giunti alla fine e tirare le somme su OPPO Watch Free è piuttosto semplice. Nonostante il suo aspetto possa trarre in inganno, non fa parte degli smartwatch poiché non si avvicina nemmeno lontanamente al numero delle loro funzioni e alla loro completezza software e quindi si posiziona per questi due aspetti fra le smartband. E non sarebbe un problema perché a parte qualche mancanza qua e là non si comporta male, anzi, tuttavia c’è un aspetto che fa sì che lo si guardi con occhi scettici: il prezzo, che è di 99 euro di listino.
Ebbene sì, perché lui costa quanto gli smartwatch economici, forse anche qualcosa in più, pur non offrendo per nulla la stessa esperienza e dando un qualcosa che è proprio delle smartband di fascia media-alta dal prezzo di una cinquantina di euro. Dunque, funziona bene e offre tutto ciò che ci aspetterebbe da un dispositivo indossabile base, ossia una smartband, ma il suo prezzo non è in linea con questa idea e questo lo rende abbastanza fuori mercato. Ciò sarebbe diverso se costasse almeno una quarantina di euro in meno, dove potrebbe fare la differenza per il suo design particolare ed elegante e la sua qualità costruttiva niente male.
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