In queste ultime settimane abbiamo provato le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS, delle cuffie true wireless di fascia elevata che strizzano l’occhio a chi gioca con computer, console, ma anche in mobilità. Lo si intuisce subito dalla dotazione, dal design e da alcune caratteristiche tecniche che le rendono un’opzione più unica che rara sul mercato, fra tutte la bassissima latenza: appena 28 ms quando sono connesse tramite dongle.

Ci hanno stupito per alcuni aspetti fra cui la qualità audio e il comfort, meno per altri, in primis l’autonomia, un po’ il punto debole di un paio di cuffie che suonano bene, sono versatili, comode, ma con qualche aspetto da aggiustare, anche per quanto riguarda la connettività e l’app companion. Ma seguiteci, che vi raccontiamo com’è andata, cosa ci è piaciuto e cosa no.

Design, comfort e confezione: lo stile non manca, gli accessori nemmeno

Cosa c’è dentro la confezione

Già dal volume della confezione s’intuisce che non sono delle classiche cuffiette wireless. All’interno di un parallelepipedo di circa 13 x 12 cm trovano posto le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS all’interno della loro custodia di ricarica, da alloggiare a loro volta in una base molto particolare con illuminazione RGB, due ingressi USB-C e una rotella. A che serve? La basetta, oltre ad arredare la propria postazione di lavoro/gioco con le luci, serve a ridurre la latenza fra cuffie e dispositivo collegato (tramite cavo USB) e a ricaricare/alimentare la custodia di ricarica.

custodia di ricarica REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Custodia di ricarica

Completano la dotazione un dongle USB-C (Qualcomm LE Audio 2.4G chip), due cavi (un USB-C – USB-C e un USB-C – USB-A), due set di gommini di dimensioni diverse (complessivamente ce ne sono 3 paia: S, M e L), un sacchetto in simil pelle morbido in cui riporre le cuffie sia singolarmente che all’interno della loro custodia di ricarica, quattro pellicole rigide a protezione di quest’ultima e un piccolo panno di pulizia.

Fra trasparenza e illuminazione RGB

Sono originali, molto, non tanto per quel che riguarda il telaio, in acciaio inossidabile sì, ma che bene o male non le distingue più di tanto fra le molte altre cuffie con asticella. Lo sono invece per la trasparenza del gambo e della custodia di ricarica, chicca che contraddistingue anche REDMAGIC 8S Pro, uno smartphone annunciato la scorsa estate disponibile anche in una versione con il guscio posteriore trasparente che, come le cuffie in questione, lascia intravedere varie componenti interne.

basetta e dongle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Basetta con cavo USB e dongle collegati

Stesso discorso vale per l’illuminazione RGB delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS, appena accennata nelle cuffie e nella custodia, dominante nella base, che strizza l’occhio decisamente al mondo del gaming. L’illuminazione di quest’ultima si può personalizzare soltanto nel tipo di transizione fra tre modalità; il logo illuminato delle cuffie è gestibile invece dall’app companion in vario modo, mentre lo stesso presente nella custodia indica lo stato di carica.

Sono comode?

La qualità dei materiali delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS si traduce in leggerezza e, in questo caso, anche in comodità. Fra le cuffie true wireless provate, sono a nostro avviso tra le più comode, merito dell’asticella, dei gommini e del design stesso; benché sia ovvio precisare che la questione è molto soggettiva. Tuttavia, il fatto che sono delle cuffie che nascono anche per giocare, è naturale trovarsi con un prodotto realizzato apposta per essere comodo anche per ore per le sessioni di gioco (o di ascolto) più prolungate.

Stesso discorso vale per la stabilità, qualità che va spesso di pari passo con il comfort. Anche durante le attività più movimentate, con sudore e pioggia a complicare la questione, non hanno fatto una piega rimanendo ben stabili, rendendo necessari soltanto raramente degli aggiustamenti, a differenza di altre cuffie simili. Dunque, da questo punto di vista, prova superata a pieni voti.

cuffie REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS indossate

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Come suonano? E la latenza?

Sono delle cuffie true wireless di fascia alta, da oltre 250 euro di listino, ragione per cui le nostre aspettative erano piuttosto elevate al riguardo, nonostante la palese vocazione videoludica che le contraddistingue. Ma è bastato poco per capire che di qualità audio ce n’è in abbondanza. Le basse frequenze delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS sono ben presenti, merito anche del fatto che sono delle in-ear, ma qui è il suono nel complesso ad averci stupito sia per fedeltà che per equilibrio, con dei bassi notevoli ma che mai prendono il sopravvento sulle altre frequenze.

Molto dipende dal tipo di equalizzazione che si preferisce (l’app companion permette di selezionare alcuni preset), da adattare al genere musicale che si ascolta o al contenuto multimediale in riproduzione, ma complessivamente la qualità audio è davvero notevole, degna di un paio di cuffie true wireless di fascia alta. Apprezzato anche il supporto all’audio spaziale tramite tecnologia DTS, la compatibilità con i codec (SBC, AAC, LE Audio, aptX e LHDC 5.0) e la qualità dei microfoni: chiara e ben riprodotta la voce dell’interlocutore, che è risultata tuttavia di volume un po’ basso. Viceversa il volume in riproduzione è molto elevato.

cuffie REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Da riferimento anche la latenza, bassissima soprattutto quando sono connesse tramite dongle al PC o a una console con la relativa modalità attiva che promette fino 28 ms, latenza che sale a 39 ms con la classica connessione Bluetooth (versione 5.3), un valore comunque piuttosto buono. Per giocare, connettendo le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS a PCPS4PS5Switch e smartphone Android (questi sono i dispositivi compatibili dichiarati dal produttore), è doveroso proprio usare il dongle, che assicura connessioni stabili e latenza (quasi) paragonabile alle cuffie cablate. È bastato provarle con alcuni giochi e test per comprendere quanto sia efficace la modalità a bassa latenza tramite dongle, anche quando confrontata con la stessa modalità ma via Bluetooth standard (11 ms in più).

ANC, connettività e autonomia

Riduzione del rumore, app e controlli

Molto efficace la tecnologia di riduzione del rumore attiva delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS che, secondo quanto dichiara il produttore, promette fino a 48 dB in meno grazie a un sistema ANC personalizzabile e adattabile a seconda degli ambienti in cui ci si trova. Ecco, a tal riguardo, al già notevole isolamento garantito in parte dalla tipologia di cuffie (in-ear), si aggiunge una tecnologia efficace e capace di isolare o di assicurare maggiore consapevolezza dei rumori circostanti quando necessario. Pur non avendo gli strumenti per misurare se sono veri o meno i 48 dB di riduzione promessa, possiamo dire che questa tecnologia funziona molto bene, stesso discorso vale per la modalità trasparenza, che riproduce in maniera fedele rumori e suoni esterni.

Unico appunto al riguardo, un leggero rumore di sottofondo con ANC attivo percepibile in ambienti silenziosi e al cessare dei rumori esterni, e le conferme vocali di attivazione/disattivazione delle diverse modalità (sia latenza che trasparenza e riduzione del rumore) riprodotte con volume troppo elevato, un po’ fastidiose in alcune situazioni.

La tecnologia ANC, come anche l’equalizzazione e l’illuminazione delle cuffie si controllano attraverso l’app companion Goper, un’applicazione tradotta in italiano in maniera sommaria non esente da bug e problemini vari. Da qui è possibile visualizzare l’autonomia residua di cuffie e custodia di ricarica, regolare colori, intensità ed effetti di transizione dell’illuminazione dei LED degli auricolari, scegliere fra 6 preset dell’equalizzazione, il livello di intervento della riduzione del rumore, anche adattivo, e attivare la modalità trasparenza, modalità che purtroppo non è possibile gestire tramite controlli touch.

A tal proposito, la superficie tattile delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS permette di rispondere o riagganciare le chiamate con un doppio tocco, gesto con cui avviare, interrompere o cambiare brano, oppure con un triplo tocco si attivano o disattivano le modalità Gaming (bassa latenza) e la riduzione del rumore. E no, non è possibile controllare il volume se non dal dispositivo sorgente o, in caso di connessioni tramite dongle, tramite la rotella della base.

basetta e dongle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Problemi di connettività

Con le cuffie connesse via Bluetooth è andato tutto liscio, con connessioni immediate e automatiche con l’ultimo dispositivo usato all’apertura della custodia di ricarica. Ma la situazione si è complicata quando abbiamo provato a collegare le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS tramite dongle. Premettiamo che per usare questo tipo di connessione è necessario collegare via cavo la basetta al dispositivo sorgente (PC, console o smartphone che sia), inserire il dongle nell’ingresso USB-C apposito e premere una volta il rotore per far sì che si connetta.

Con un computer di Apple (un MacBook Pro 16″ del 2021), dispositivo che precisiamo non rientrare fra i compatibili comunicati dal produttore (citati sopra), i problemi riscontrati sono stati rilevanti, soprattutto provando a cambiare dispositivo sorgente alternando bluetooth e connessione via dongle: in alcuni casi i controlli fisici del volume tramite la rotella della base non funzionavano con discrepanze fra volume della cuffia sinistra e destra, interruzioni casuali e altri problemi legati probabilmente a difficoltà di gestione di due dispositivi che tentano di collegarsi alle cuffie.

La maggior parte di questi problemi non li abbiamo riscontrati invece collegando le cuffie a un computer Windows, sempre tramite dongle: qui l’unica situazione che sembra causare grattacapi è quando si prova a forzare la connessione all’app Goper, situazione che rende inutilizzabili le cuffie, con qualità audio che peggiore notevolmente, livelli di volume differenti fra auricolari e, di conseguenza rende le cuffie impossibili da usare se non dopo averle disconnesse e riconnesse.

Un’operazione simile è giustificata dal fatto che può capitare di voler gestire l’equalizzazione, l’illuminazione o le modalità delle cuffie dall’app companion anche quando sono connesse a un dispositivo terzo tramite dongle, operazioni che non sono al momento gestibili se non quando le cuffie sono collegate allo smartphone via Bluetooth. Da segnalare anche che quando le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS sono connesse tramite dongle non funziona la pausa/riavvio automatico tramite sensore di prossimità, funzione invece disponibile con la connessione Bluetooth.

cuffie REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Autonomia un po’ deludente

Non è del tutto soddisfacente l’autonomia delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS, non proprio in linea con quanto dichiarato dal produttore, che garantisce fino a 7 ore e mezza con una singola ricarica, pur non contestualizzando questi dati. Dalle nostre prove sono emersi numeri inferiori e delle differenze tangibili in base alle modalità attivate, prove tutte effettuate con della musica in riproduzione per livellare il più possibile le situazioni:

  • connesse tramite Bluetooth con tutto spento (ANC, bassa latenza e luci) e volume all’80% (computer Windows) hanno scaricato il 65% in circa 4 ore di utilizzo: durata stimata oltre 6 ore;
  • connesse tramite Bluetooth con tutto acceso (ANC, bassa latenza e luci) e volume al 50% (computer Apple) si sono scaricate completamente in 2 ore e 45 circa;
  • connesse tramite dongle con ANC spento ma bassa latenza e luce attivi hanno scaricato l’82% della batteria al 50% di volume (idem) in 4 ore e mezza circa: oltre 5 ore stimate.

È dunque evidente che ci sono delle differenze sostanziali fra le modalità attive delle REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS: da una parte la funzione di riduzione del rumore che sembra impattare parecchio sull’autonomia generale, dall’altra numeri discreti quando ci si avvale del dongle. Di buono c’è che si ricaricano molto velocemente, in circa 40 minuti le cuffie e in poco più la custodia di ricarica, compatibile anche con la ricarica wireless.

custodia di ricarica e basetta REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS

Custodia di ricarica dentro la base

In conclusione

In breve: ci sono piaciute molto per qualità audio, comfort, estetica e funzioni (latenza ed efficacia della riduzione del rumore soprattutto). Meno per l’autonomia, ma anche a causa dei problemi di connettività e dell’immaturità dell’app companion, per niente all’altezza di un prodotto che costa 269 euro di listino e che, per posizionamento e pubblico di riferimento, necessita di qualcosa di meglio. Questi ultimi due aspetti ci aspettiamo vengano risolti, almeno in parte, dai futuri aggiornamenti software.

Le REDMAGIC Cyberbuds DAO TWS sono delle cuffie che potremmo consigliare agli appassionati di videogiochi, ma anche a chi cerca un paio di cuffie tuttofare, particolari e di qualità, da usare con soddisfazione per giocare e ascoltare musica e altri contenuti multimediali che richiedono alta fedeltà e, in particolare, bassa latenza. Il prezzo elevato, al netto di sconti e promozioni che probabilmente arriveranno in futuro anche su Amazon e presso altri rivenditori terzi, resta lo scoglio più grande da affrontare.

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