È arrivato in Italia da poco più di un mese, nonostante sia in vendita in Cina dallo scorso mese di ottobre, e questo Xiaomi Watch S4 sembra avere tutte le carte in regola per diventare un best buy. Il prezzo è decisamente competitivo e le specifiche tecniche non sono davvero niente male, resta da capire la bontà del software (HyperOS) per decretarne il successo.
Abbiamo quindi deciso di mettere il nuovo smartwatch Xiaomi al polso, di provarlo per qualche settimana, e capire quali sono i suoi pregi e quali invece i difetti. Scopriteli insieme a noi nella nostra recensione completa.
Materiali e qualità costruttiva
Abbiamo provato Xiaomi Watch S4 nella variante Rainbow (le altre sono Black e Silver), quella più particolare visti i colori più vivaci, pur senza esagerazioni. Le finte cuciture sulle due metà del cinturino e otto punti sulla ghiera lo rendono un po’ meno serioso pur garantendo un minimo di sobrietà per le situazioni più eleganti. Va comunque detto che è possibile acquistare un kit che include cinturino e lunetta o la sola lunetta, così da cambiare completamente il look del dispositivo e renderlo adatto a ogni situazione. Una soluzione già vista in precedenza e decisamente intelligente, tanto più che montando una lunetta diversa verrà suggerito il relativo quadrante, per ottenere un risultato unico.
Xiaomi ha usato una lega di alluminio per realizzate il telaio dello smartphone, consentendo di contenere il peso (44,5 grammi senza cinturino), anche se la cassa da 47,5 millimetri e lo spessore di 12 millimetri lo rendono poco adatto ai polsi più delicati. Da segnalare la resistenza alle immersioni fino a 5 atmosfere, che rende Xiaomi Watch S4 ideale per gli allenamenti in piscina, anche se è sempre meglio toglierlo sotto la doccia, ma non per le immersioni vere e proprie, come invece lascerebbe intendere la certificazione.
La dotazione tecnica è ineccepibile, a partire dall’ottimo schermo AMOLED da 1,43 pollici con risoluzione di 466 x 466 pixel e frequenza di refresh a 60 Hz che garantisce un’ottima fluidità, complice anche un buon processore di cui però non sono note le specifiche tecniche. Buona ma non eccelsa la connettività: mancano infatti il WiFi e una versione con supporto LTE, disponibile in Cina ma non esportata nel resto del mondo. Troviamo comunque il Bluetooth 5.3 e il supporto alla tecnologia NFC per i pagamenti dal polso. Ottimo il sistema di geolocalizzazione, che può contare su un GPS a doppia banda e sul supporto ai più diffusi sistemi satellitari come GLONASS, Beidou, Galileo e QZSS. Della precisione del sistema parleremo invece tra poco.



Ancora una volta la soluzione migliore per utilizzare una carta Curve, a cui potete poi associare le vostre carte di credito (anche prepagate), e la procedura di associazione è decisamente semplice e veloce. Una volta configurato Xiaomi Pay però, non è presente una scorciatoia ed è necessario aprire l’elenco delle app e scorrere fino a trovarla. Si poteva fare decisamente meglio.
Due i pulsanti, posti entrambi sul lato destro, ma la loro funzione è decisamente limitata. Quello inferiore di fatto serve esclusivamente per aprire le impostazioni rapide, e non può essere rimappato. Quello superiore è invece una corona rotante che permette di scorrere nei menù con un buon feedback aptico, ma anche in questo caso non è possibile personalizzarne il funzionamento o sfruttare, ad esempio, una doppia pressione o una pressione prolungata.
Dal punto di vista costruttivo nulla da segnalare, anche i materiali sono di buona qualità, a partire dal cinturino in gomma fluorurata che non lascia segni rossi sulla pelle, nemmeno dopo un utilizzo particolarmente prolungato. Xiaomi ha quindi fatto un ottimo lavoro, senza risparmiare sui materiali. Peccato solo per la basetta di ricarica, con il cavo di alimentazione integrato: avremmo preferito una soluzione con una porta USB-C, sia per una maggiore durabilità sia per una maggiore semplicità in fase di ricarica, soprattutto in viaggio.
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Funzioni smart, salute e sport
Fin qui dunque tutto bene, e le cose procedono abbastanza bene anche per quanto riguarda le funzioni sportive. Sono supportate ben 150 diverse modalità, anche se nella maggior parte dei casi i dati forniti sono di scarsa utilità, visto che si limitano a durata, calorie consumate e andamento della frequenza cardiaca. Tutt’altro discorso invece per tre sport dove lo smartwatch risulta molto comodo, come corsa, ciclismo e nuoto, anche se è proprio la corsa ad aver avuto le maggiori attenzioni.
I dati raccolti sono davvero numerosi e oltre alle informazioni classiche potrete avere anche metriche molto più particolari, come la cadenza, la falcata, il tempo di contatto con suolo, l’oscillazione verticale e il rapporto verticale, tutte informazioni che ci si aspetterebbe di trovare in sportwatch di fascia molto più alta. La precisione del GPS è decisamente elevata, non abbiamo avuto modo di provarla nella giungla cittadina ma non ha mai perso il segnale nemmeno in mezzo ai boschi più fitti da cui siamo circondati. E il segnale viene agganciato molto rapidamente anche al primo avvio, senza costringere a lunghe e fastidiose attese tipiche degli smartphone più economici.



Discretamente preciso e reattivo il sensore di frequenza cardiaca, con una qualità inferiore a una fascia toracica ma comunque valido nel riconoscere rapidamente i cambi di frequenza più repentini. Molto bene il tracciamento del sonno, in grado di riconoscere le diverse fasi, fornire una indicazione sulla frequenza media, sull’ossigenazione del sangue e sulla frequenza respiratoria (a patto ovviamente che abbiate abilitato le relative voci nelle impostazioni). Un po’ schematici i suggerimenti, soprattutto rispetto alla concorrenza che offre una varietà più ampia di dati, report e suggerimenti.
Continuano le note positive dunque, ma è tempo di parlare anche di quello che non ci ha convinto in questo Xiaomi Watch S4, e di fatto la colpa è da addossare a HyperOS, qui nella versione 2.0. Partiamo proprio dall’interfaccia, che risulta davvero poco intuitiva, per colpa di alcune scelte perlomeno discutibili. Lo swipe da sinistra non sortisce alcun effetto, mentre quello da destra permette di aprire il selettore rapido dei quadranti, una funzione che può essere attivata anche con una pressione prolungata sullo schermo (come accade del resto sulla maggior parte degli smartwatch di qualsiasi brand). Sarebbe stato meglio permettere di accedere alle schede rapide/widget, che invece sono accessibili con uno swipe verso l’alto o scorrendo verso l’alto con la corona. Uno swipe verso il basso , o una rotazione verso il basso della corona, permette di accedere alle notifiche, altro punto dolente del sistema.
Anche smartwatch più economici permettono di rispondere, magari con frasi preconfezionate tra cui scegliere, ma Xiaomi ha scelto che su Watch S4 possiate solo visualizzare le notifiche. Senza emoji, che vengono sostituite da rettangoli che di fatto vanificano la loro presenza. Fastidioso anche il fatto che per cancellare tutte le notifiche dallo smartwatch sia necessario scorrere in alto fino alla prima e premere su una minuscola scritta poco visibile.
Completa la serie di applicazioni preinstallate, troviamo veramente tutto quello che può servire, dai classici timer e cronometro alla torcia, dalla calcolatrice alla sveglia. Non esiste però un app store a cui attingere per ampliare le possibilità del dispositivo, e non c’è nessuna forma di assistente vocale (nemmeno una integrazione Alexa) che potrebbe tornare utile per eseguire alcune operazioni in determinate circostanze.








Autonomia
Xiaomi promette fino a 15 giorni di utilizzo con una singola carica, e due giorni con una carica di appena 5 minuti. Nel corso delle settimane in cui lo abbiamo utilizzato, siamo riusciti a raggiungere tale obiettivo, anche se ovviamente abbiamo dovuto effettuare alcune scelte decisamente conservative. Niente AoD, misurazioni del battito e del livello di ossigeno manuali, nessun monitoraggio della frequenza cardiaca e della respirazione durante il sonno, misurazione manuale del livello di stress e notifiche solo da un numero limitato di applicazioni.
Abbiamo lasciato la luminosità automatica e l’accensione dello schermo con rotazione del polso, limitandola però alle ore diurne (dalle 8 alle 22) e disattivandola in quelle notturne. Si tratta di impostazioni al limite, che a nostro avviso vanno a inficiare l’utilità del dispositivo, soprattutto per quanto riguarda i dati sulla salute.
Abbiamo quindi optato per un funzionamento decisamente completo, con AoD per 15 ore al giorno, rilevamento intelligente di sonno, respirazione, stress, battito cardiaco e livello di ossigeno e tutte le notifiche attive. In questo modo abbiamo raggiunto un risultato a nostro avviso decisamente soddisfacente, compreso tra i 5 e i 6 giorni, a seconda della quantità di attività fisica tracciata. Con circa 3 uscite (bici o corsa) da 60 minuti alla settimana, ci sembra un risultato davvero incoraggiante, soprattutto se confrontato con prodotti come Apple Watch, Pixel Watch o un qualsiasi Samsung Galaxy Watch.
Ottimi i tempi di ricarica, che si attestano attorno ai 45 minuti, mentre nel tempo di una doccia veloce potete ottenere una carica sufficiente a coprire una giornata impegnativa.
Considerazioni finali
Un ottimo dispositivo, dal punto di vista costruttivo e hardware, con un’esperienza d’uso rovinata, anche se non in maniera irrimediabile, da un software non sempre all’altezza. Bella l’idea delle ghiere sostituibili, anche se bisogna affrontare un costo aggiuntivo, non proprio indifferente.
Il prezzo sembra appetibile, ma 159 euro (prezzo di listino) non sono pochi, soprattutto se consideriamo che la concorrenza (Amazfit su tutti) non sta certo a guardare e ha già ottime soluzioni sotto ai 100 euro (Amazfit Active 2) o nella stessa fascia di prezzo di Xiaomi Watch S4 (Amazfit Balance).
Pro:
- autonomia molto buona
- schermo spettacolare
- precisione del GPS
- elevata qualità costruttiva
Contro:
- niente emoji nelle notifiche
- non si può rispondere alle notifiche
- interfaccia poco intuitiva
- tasto inferiore quasi inutile
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