Sono passate circa tre settimane dal giorno in cui ho allacciato al polso COROS VERTIX 2, uno sportwatch nudo e crudo, l’attuale modello di punta del produttore californiano. Come avrete capito dal titolo, questa recensione vuole approfondire un tema un po’ particolare, che a mio parere vale la pena valutare di fronte a prodotti del genere, dei multisport tuttofare che nascono proprio per servire diverse esigenze.
Usare uno smartwatch come ciclocomputer è una scelta ormai abbastanza comune, giustificata da varie ragioni che andremo ad analizzare, pur senza trascurare tutti gli altri aspetti del dispositivo. COROS lo commercializza come uno sportwatch per l’avventura, questo è l’approccio con cui avvicinarsi a un prodotto del genere, che all’essenzialità della componente smart preferisce abbondanza di funzioni sportive, già intuibili di primo acchito dall’estetica. Partiamo proprio da qui.
Indice:
COROS VERTIX 2: design e comfort
Già dalla confezione l’idea che COROS vuole trasmettere a chi acquista VERTIX 2 è palese: una specie di cassetta per attrezzi dalle dimensioni generose con tanto di sistema a sgancio per assicurare il contenuto. Dentro c’è l’orologio con cinturino a parte, da montare. Una scelta curiosa, ma indicativa del fatto che si tratta di un dispositivo da allacciare al polso sì, ma che ben si presta a essere fissato a manubri, zaini, moschettoni, proprio per quello spirito avventuriero con cui viene commercializzato.
COROS VERTIX 2 è grande e ingombrante, anche quando paragonato ai suoi simili. Misura 50,3 mm di diametro ed è spesso 15,7 mm; pesa 89 grammi, incluso il cinturino in silicone da 26 mm con sistema a sgancio rapido, cinturino abbastanza morbido e flessibile, con due asole. Sono numeri importanti, che traducono la particolare categoria cui questo dispositivo appartiene, quella degli sportwatch, come dimostrano pure i materiali: vetro zaffiro per lo schermo, lega di titanio di grado 5 per la ghiera, titanio con rivestimento in PVD per il corpo.
Bene per chi cerca resistenza (è anche resistente alle immersioni fino a 100 metri di profondità), ottimi materiali e un orologio grande, meno bene per chi ha polsi medio-piccoli, e preferisce un dispositivo comodo da usare. Dormire con VERTIX 2 è complicato, ma impiccia anche per indossare o togliere vestiti. Sono aspetti che è bene considerare prima di acquistarlo, punti d’altronde condivisi con tanti suoi simili di analoghe dimensioni.
Il touchscreen funziona abbastanza bene ed è supportato da un feedback aptico molto percepibile, ma non consente una gestione completa dell’orologio, per cui entrano in gioco i pulsanti fisici: due standard più il multifunzione con la rotella. È proprio quest’ultimo il tallone d’Achille di COROS VERTIX 2: essendo posto al centro e sporgendo parecchio dal corpo dell’orologio lo si finisce per attivare spesso involontariamente muovendo il polso. D’accordo, è possibile attivare il blocco o eventualmente indossare l’orologio al contrario, ma sarebbe stato decisamente più appropriato posizionarlo altrove per evitare azionamenti accidentali.
Display e autonomia di COROS VERTIX 2
Prima di affrontare la questione relativa all’uso dello smartwatch come ciclocomputer, soffermiamoci un momento su due degli aspetti principali per qualsiasi orologio smart: lo schermo e l’autonomia. Niente AMOLED in questo caso, ma c’è un Memory LCD touchscreen come display, da 1,4″, con risoluzione 280 x 280 pixel e 64 colori. Già da questi pochi dati è facile intuire che non si tratta di un pannello particolarmente accattivante, non è minimamente paragonabile agli schermi AMOLED che montano smartwatch anche molto più economici. I colori sono pochi e risultano un po’ slavati, si poteva fare meglio anche in termini di risoluzione e di luminosità, purtroppo non regolabile. Di buono c’è che sotto la luce del sole, lo schermo si vede molto bene.
E allora perché montarlo su un orologio da 700 euro di listino, potreste domandarvi. Soprattutto perché impatta meno sulla batteria, campo in cui COROS VERTIX 2 eccelle letteralmente. In queste tre settimane di prova l’ho ricaricato una sola volta, dopo ben 18 giorni per la precisione, nonostante un utilizzo tutt’altro che parsimonioso: indossato 24 ore su 24 connesso allo smartphone, con tracciamento delle attività impostato su “doppia frequenza” (la modalità più precisa e quindi energivora), con lettura della frequenza cardiaca in tempo reale e, durante alcune attività all’aperto, connesso a più sensori esterni.
Siamo chiaramente lontani dai 60 giorni dichiarati, ma le due settimane di autonomia sono alla portata di (quasi) tutti con COROS VERTIX 2, a patto che non si superino le 12 ore settimanali di attività fisica all’aperto; numeri impressionanti per chi non fosse abituato a sportwatch grandi e che durano così tanto proprio perché pensati per supportare gli sport di resistenza.
Hardware, software e app di COROS VERTIX 2
Ultimo capitolo prima di passare a esaminare se vale la pena usare uno smartwatch come ciclocomputer. Innanzitutto COROS VERTIX 2 supporta i principali sistemi di geolocalizzazione (GPS, GLONASS, Galileo, QZSS e BeiDou), la modalità a doppia frequenza per una maggior precisione e integra le mappe di navigazione (oltre a quelle precaricate è possibile scaricare i pacchetti regionali). È ampio il parco di sensori disponibili, fra cui ci sono il lettore della frequenza cardiaca, pulsossimetro, sensore ECG, termometro, giroscopio, bussola e altimetro barometrico, fra i principali. Mentre per quanto riguarda la connettività, sia gli accessori che lo smartwatch fanno riferimento sullo standard Bluetooth, con annessa la possibilità di sincronizzare i dati anche via Wi-Fi.
Lato software gira abbastanza fluido, non ho rilevato impuntamenti o rallentamenti particolari, ma c’è da dire che le traduzioni di menu e aree varie in alcuni casi fanno un po’ desiderare e le funzioni smart sono ridotte all’osso. Piuttosto che paragonarlo agli smartwatch, sarebbe bene metterlo a confronto con gli sportwatch, settore in cui non sfigura poi molto in proposito. Perché COROS VERTIX 2 supporta ad esempio la musica (merito dei 32 GB di memoria interna, utili anche per archiviare le mappe), riproducibile direttamente alle cuffie senza passare per lo smartphone, riceve le notifiche (anche se non è possibile rispondere e la visualizzazione è piuttosto limitata), si sincronizza con app di terze parti come Strava, Komoot, Apple Salute, Stryd, ha la funzione di controllo remoto della fotocamera, gli aggiornamenti firmware scaricabili via Wi-Fi, ma poco altro. Quindi niente pagamenti contactless, e non c’è nemmeno il supporto di assistenti vocali o chiamate dall’orologio, men che meno la possibilità di scaricare e installare app di terze parti.
Per quanto riguarda invece le funzioni per la salute COROS VERTIX 2 non delude. A parte il solito conteggio delle calorie, dei passi, dei piani, della saturazione dell’ossigeno e della frequenza cardiaca, monitora il sonno in fasi e supporta anche la misurazione dello stress tramite HRV (variabilità della frequenza cardiaca), parametro ottenibile effettuando un test della durata di un minuto.
Tramite l’app companion di COROS (scaricabile sia dal Google Play Store che dall’App Store e quindi compatibile sia con Android che con iPhone) è possibile poi approfondire maggiormente i dati registrati dallo smartwatch, un’app fatta bene anche se un po’ spartana. Non siamo ai livelli di Garmin con Connect né per grafica né per completezza, per intenderci, ma risulta piuttosto semplice da utilizzare. È uno strumento che serve anche per personalizzare VERTIX 2, sia dal punto di vista dei quadranti, che dei menu delle attività, dei dati giornalieri da visualizzare o degli strumenti disponibili come scorciatoie. Per configurare a proprio piacimento i dati relativi ai propri sport si deve passare necessariamente da qui, una funzione decisamente comoda per gestire facilmente i campi dati dei profili sportivi, argomento che riprenderemo più avanti.
Gli sport, per l’appunto, sono l’aspetto in cui COROS VERTIX 2 spicca. Ma non tanto per la quantità di profili sportivi supportati, non certo da record, ma per le tante funzioni annesse. Per inciso, il focus è decisamente rivolto agli sport di resistenza come la corsa, il trail running, l’escursionismo, il ciclismo, lo sci alpinismo, il nuoto in acque aperte o in piscina, o l’alpinismo, ma sono supportati anche altre attitivtà come il gym cardio, la forza, la passeggiata, o lo sci.
Sono tutti gestibili con tanti campi dati, supportano sensori di terze parti (misuratori di potenza, fasce cardio, sensori di cadenza e velocità, rulli, perfino action camera come GoPro o Insta360), è possibile sfruttare la navigazione, impostare degli avvisi al superamento di determinati parametri (frequenza cardiaca, distanza, velocità, cadenza, guadagno in altitudine, eccetera). Sono di supporto anche le indicazioni relative alla distribuzione delle intensità, il carico, i tempi di recupero, gli effetti allenanti e i suggerimenti relativi. Per i podisti ci sono anche le running performance, la stima del VO2Max, le previsioni dei tempi di corsa, e tutta quella componente dedicata agli allenamenti da seguire e da caricare, fra le altre cose. Insomma, COROS VERTIX 2 si configura come un dispositivo che, come altri suoi simili, è di supporto nella pratica di diversi sport, con consigli e statistiche utili per gestirsi al meglio e quindi migliorare.
Usare lo smartwatch come ciclocomputer
Piccola premessa: no, non l’ho provato soltanto in bici. In queste tre settimane ho utilizzato VERTIX 2 sia per allenarmi a casa a corpo libero sia per alcune escursioni in montagna. Mi è piaciuto e non ho riscontrato problemi né con i sensori né in termini di usabilità (a parte i problemi legati al pulsante con la rotella che già vi ho riportato sopra). Unico punto che sottolineo è l’attendibilità del sensore cardiofrequenzimetro, abbastanza preciso ma talvolta non è stato in linea coi valori registrati dalla mia fascia cardio di riferimento (una Polar H10). Per il resto nulla da eccepire.
Ma alla luce di quanto detto vi spiego brevemente i motivi principali che mi hanno spinto a provarlo proprio per lo scenario d’utilizzo indicato: usarlo a mo’ di ciclocomputer. Per prima cosa COROS VERTIX 2 è uno sportwatch grande, dotato di uno schermo piuttosto ampio e che permette dunque di visualizzare contemporaneamente fino a 8 dati diversi, un numero più che soddisfacente per tenere sotto controllo praticamente tutto. Per inciso, c’è la possibilità di inserire anche altri campi dati nelle altre schermate, ce ne sono ben 6 disponibili.
In secondo luogo, la possibilità di importare dei percorsi e di seguirli direttamente dall’orologio grazie alle mappe integrate, fondamentali per chi pratica mountain bike, gravel, o più in generale cicloturismo, ma possono tornare decisamente utili anche per il ciclismo su strada. A questi due punti aggiungerei pure il fatto che permette di collegare i sensori di terze parti, dalle fasce cardio ai misuratori di potenza, fino ad arrivare ai rulli smart.
Perché sì
Con COROS VERTIX 2, usare lo smartwatch come ciclocomputer è una scelta giustificata innanzitutto dalle ragioni anticipate. Ma approfondendo il discorso, io mi ci sono trovato molto bene in quanto a leggibilità dei dati e gestione degli stessi. Oltre agli 8 campi dati visibili in contemporanea su una singola schermata, che sono tanti ma grazie alle dimensioni generose del display risultano chiari lo stesso, ho apprezzato anche la possibilità di personalizzarli direttamente dall’applicazione, il che rende tutto più semplice rispetto ad altre soluzioni con cui ho avuto a che fare altrove.
Anche le schermate, essendo 6, sono sicuramente abbastanza anche per i più avidi e sopperiscono a una mancanza: c’è solo un profilo dedicato per il ciclismo all’ aperto. Avere ad esempio una modalità dedicata alla mountain bike e una al ciclismo su strada, quantomeno, sarebbe stato preferibile per la diversità delle discipline e dei dati che si desidera visualizzare.
Mi spiego: proprio per la natura più avventuriera della prima c’è chi potrebbe preferibile avere a portata di mano i dati relativi al percorso che si sta seguendo, informazioni d’altro canto trascurabili praticando ciclismo su strada, tendenzialmente meno legato a utilizzi simili, dove viceversa potrebbero tornare utili i campi dati legati all’allenamento (potenza, pendenza, metriche legate agli intermedi e via dicendo). Per questo, dicevo, le 6 schermate personalizzabili a disposizione aggirano in parte questa mancanza, schermate che sono gestibili sia con la rotella che col touch tramite swipe.
Chiunque vada in bici e utilizzi un ciclocomputer dedicato, oltre allo schermo grande nella maggior parte dei casi apprezza anche la possibilità di avere la cartografia integrata e di importare dei percorsi in .GPX da seguire poi sul dispositivo col supporto delle mappe. Ecco, COROS VERTIX 2 può soddisfare appieno in merito grazie a varie funzioni di navigazione, che ho apprezzato, corredate alla possibilità di caricare le tracce manualmente o di importarle da app di terze parti come Strava e Komoot.
E una volta importate è semplice seguirle e orientarsi con il touch o con la rotella che permette di zoomare o di allargare la visione. Abituato con le mappe di Garmin, ho trovato quelle qui presenti un po’ meno dettagliate, ma non mancano funzioni base che, a mio parere, sono indispensabili: gli allarmi in caso di allontanamento dal percorso, l’opzione per tornare al punto di partenza, i checkpoint e i dettagli relativi al profilo altimetrico del percorso (tutte funzioni preziose anche per il trail running, l’escursionismo o altre attività all’aperto).
COROS VERTIX 2 supporta anche il collegamento di sensori di terze parti via Bluetooth. Io ci ho collegato la fascia cardio Polar H10, il power meter della bici da strada, quello dei rulli smart, e dei pedali Favero Assioma Uno. Il problema è che avendo dei sensori di cadenza e di velocità con protocollo ANT+, non ho potuto collegarli perché lo smartwatch non supporta questo tipo di connettività. Ma per il resto non ho riscontrato problemi né al primo accoppiamento né in termini di stabilità della connessione, multipla o meno.
In queste settimane di prova l’ho paragonato al mio ciclocomputer Garmin Edge 530 e i valori che mi ha restituito sono sempre stati in linea, sia in termini di precisione delle tracce registrate, che come valori relativi a chilometri e dislivello accumulato. Mi ha stupito in positivo la prontezza dei dati rilevati dall’altimetro barometrico, che alla minima variazione del terreno adatta i valori del campo della pendenza (molto più rapido del ciclocomputer, per inciso). E per quanto riguarda il fissaggio, non servono agganci particolari, bastano due semicerchi in gomma di qualsiasi tipo per evitare che lo smartwatch vada a contatto con il manubrio e stringere bene il cinturino attorno. L’orologio è rimasto ben saldo anche nei sentieri di montagna e percorrendo discese particolarmente sconnesse in mountain bike.
Per il resto, oltre all’autonomia da riferimento, un altro punto a favore che giustifica la scelta di usare lo smartwatch come ciclocomputer riguarda poi la possibilità di creare e importare degli allenamenti dall’app, da seguire poi direttamente dal COROS VERTIX 2 e da qui gestibili sia a inizio sessione che durante, attraverso la pressione del pulsante lap per passare da una fase dell’allenamento alla successiva, utile anche per registrare gli intertempi nelle uscite libere.
Perché no
Personalmente, avrei preferito trovare la connettività ANT+, perché piuttosto diffusa fra i sensori sportivi di terze parti. Purtroppo, rappresenta un gran peccato non avere delle opzioni attraverso le quali poter gestire i sensori connessi. Ad esempio, non è possibile calibrare il misuratore di potenza collegato, impostare la lunghezza delle pedivelle o controllare altre opzioni simili direttamente dall’orologio, decisamente importanti per chi è solito usare sensori di terze parti.
Come anticipato, un altro punto a sfavore riguarda poi la mancata differenziazione fra profili sportivi, che obbliga a scendere a compromessi facendo riferimento esclusivamente sulle diverse schermate disponibili, come anticipato. Peccato non ci siano nemmeno alcune opzioni di sicurezza, come il tracciamento in tempo reale disponibile per terzi, le comunicazioni automatiche in caso d’emergenza o funzioni simili che la concorrenza offre.
C’è poi la questione relativa allo schermo. Abituato al display da 2,6″ del mio Garmin Edge 530, passare al pannello da 1,4 pollici del COROS VERTIX 2 è stato un po’ complicato, non tanto nella visualizzazione dei dati, ma soprattutto per seguire i percorsi. Se durante attività sportive meno veloci come la corsa in montagna o l’escursionismo non serve chissà quale diametro o diagonale, per la bici avere un display più grande e quindi contenente più informazioni relative al percorso che si sta seguendo ha un peso non indifferente, chiaramente.
E non a caso i più recenti ciclocomputer stanno crescendo in dimensioni, proprio perché tale aspetto sta diventando via via più basilare nel ciclismo di oggi, dove il cicloturismo interessa un’ampia platea di persone, che per questi motivi, trovano legittimamente più consono un dispositivo dedicato e dotato di uno schermo più grande.
In conclusione
COROS VERTIX 2 è uno sportwatch valido e ben fatto, come ci si dovrebbe aspettare d’altronde dai 700 euro di listino. Mi ci sono trovato bene, nonostante i punti già sottolineati in precedenza: in primis il posizionamento infelice della rotella che causa azionamenti involontari, in secundis lo schermo migliorabile soprattutto in termini di definizione e di luminosità. Tralascio la limitatezza delle funzioni smart, perché siamo ben dentro il campo degli sportwatch, per inciso. L’autonomia è viceversa uno dei suoi punti di forza più marcati, assieme alla completezza nel campo degli sport e alla robustezza legata ai materiali con cui COROS lo ha realizzato.
Lo consiglierei a chi cerca uno smartwatch da usare come ciclocomputer, a patto che il ciclismo non sia il suo sport principale (ciclocrossisti esclusi), scenario in cui i dispositivi dedicati non si battono sia per completezza di funzioni che per rapporto qualità-prezzo. Essendo un multisport tuttofare, è viceversa ideale per chi pratica attività sportive diverse e perciò desidera un dispositivo che sia di supporto soprattutto per gli sport all’aperto.
Quindi, se cercate uno sportwatch pregiato che garantisca un’autonomia superlativa e non badate alle poche funzioni intelligenti o alle dimensioni generose, vale la pena considerarlo assieme ai rivali Garmin Fenix 7 o ad altri sportwatch di fascia elevata (qui trovate i migliori). Ma nel caso in cui vogliate qualcosa di più smart, moderno e pratico fareste bene a guardare altrove perché è un prodotto che costa e, per tutte le ragioni riportate, dedicato espressamente a un pubblico di sportivi. Comunque, se vi intriga, lo potete acquistare su Amazon da qui, nei colori lava o obsidian.
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